Capitolo 21 - parte 1

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XXI

(parte I)

«Buongiorno, Kenneth», salutò Shura, posando la tazza di caffè sul tavolo; ricevendo invece dal giovane un gemito straziato come risposta.

«Buon...» tentò Kenneth, in uno sbadiglio, appoggiato stancamente con la spalla allo stipite della porta, mentre con le mani faceva dei lenti movimenti circolari sulle tempie per lenire il mal di testa. «Ma chi voglio prendere in giro, la giornata è già iniziata da schifo...» bofonchiò.

Pallido in volto, arrancò fino alla caraffa del caffè, che vedeva come una cura miracolosa a quell'emicrania devastante che gli stava facendo scoppiare la testa.

«Sei uno straccio. Anche tu hai passato una nottataccia?» domandò Shura, seguendolo con lo sguardo.

«Sssssht... per carità, non urlare», fece l'altro, piegandosi sul piano di lavoro, incrociando le braccia e posandovi la fronte, sbuffando e gemendo.

A tentoni prese dal pensile una tazza, portandosela alla fronte: la ceramica fredda gli diede un breve ma immediato sollievo. Poi, la riempì fino a farla traboccare di caffè nero ancora fumante. Ne inspirò a lungo l'aroma e sospirò di beatitudine, prima di concedersi un bel sorso rigenerante.

«Ci voleva proprio!» esclamò, facendo seguire altri sorsi altrettanto lunghi, svuotandola in pochi secondi. Se ne servì una seconda e si girò verso l'altro, appoggiandosi in modo rilassato al piano di lavoro. Di colpo il suo viso sembrava essere tornato fresco e pimpante. «Che brutta faccia che ti ritrovi», gli disse, sogghignando e prendendo l'ennesimo sorso di caffè. «Hai due occhi che sembrano quelli di un pugile! Hai fatto a botte con qualcuno, oppure la serata è stata più movimentata del dovuto?»

«Non farei tanto lo spiritoso, se fossi in te», ribatté Shura, riprendendo in mano il quotidiano e dandogli un colpetto deciso per raddrizzare le pagine.

Con la coda dell'occhio seguì con divertimento i movimenti del ragazzo che nel frattempo si era seduto al tavolo con una fetta di pane tostato che gli pendeva dalla bocca, l'altra mano invece era occupata dal barattolo di burro di arachidi.

«Ho saputo che anche tu ci hai dato dentro con i divertimenti. Ti sei scolato la riserva speciale di tuo padre o sbaglio?» continuò, passando all'inserto sportivo.

«Le voci circolano alla svelta, in questa casa», disse Kenneth, accennando un sorriso pieno di soddisfazione, prendendo il coltellino da burro e usandolo per spalmare la crema ambrata sulla fetta di pane. «Ma non ero da solo, mio caro!» Completata l'opera, diede un bel morso, sporcandosi gli angoli della bocca.

«Mmh... che delizia», mugulò con la bocca piena, pronto a replicare.

«Beh, se non sei ancora stato esiliato da questa casa, né disconosciuto dalla famiglia, devo immaginare che sia stata la tua notte fortunata, considerato quanto tuo padre tenesse a quel liquore», scherzò Shura, abbandonando la sua lettura e appoggiandosi allo schienale della sedia per osservare meglio il ragazzo.

«Dipende dai punti di vista. A essere sincero non mi sento poi così fortunato», sbuffò annoiato. «Anche se bere in compagnia di Stevie è stato un evento eccezionale che meritava qualcosa di davvero speciale! Mmmmh... Non ricordo più quando è stata l'ultima volta che l'abbiamo fatto.»

«Ora come ora, mi sa che neanche ti ricordi come ti chiami», sogghignò Shura.

«E comunque, come punizione direi che questo mal di testa è più che sufficiente. Tanto più che...» controllò rapidamente l'ora e con evidente fastidio notò che aveva appena una mezz'ora di tempo prima del suo appuntamento, «fra poco dovrò passare al Country Club. Oh, mamma...» si lamentò, lasciandosi andare a una smorfia quasi di disgusto, perdendo quel poco di buonumore che gli era rimasto dopo la sveglia della mattina. Si portò entrambe le mani alla testa mugugnando qualcosa per un improvviso giramento. «Non credevo che quella roba potesse essere così forte, andava giù così liscia che sembrava acqua.»

Legacy (#Wattys2017) [completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora