La notte aveva la capacità di trasmettermi brividi per la paura ma, nello stesso tempo, il coraggio di fare cose che durante il giorno non riuscivo a fare, aveva la capacità di rendere i momenti unici. La notte permetteva di guardare il cielo stellato, in quel contesto, le stelle che gli davano quel tocco in più affinché qualcuno ne restasse ammaliato. Mi ero sempre chiesta come, le stelle, facessero a costellare il cielo, un buio così intenso come fa a non avvolgere facendole diventare tutt'uno con il cielo notturno? Arrivai a pensare che, in realtà, le stelle brillavano di più rispetto ciò che vedevano e ciò che immaginavamo ed era grazie alla loro luce così potente che tenevano alla larga il buio, anche se dalla terra non sembrava affatto così. L'autostrada era un deserto, almeno finché noi non ci entrammo. I miei capelli erano al vento, la mia schiena appoggiata all'interno dello sportello, mentre con la testa ero volta verso sinistra, dalla parte opposta del vento così da poter osservare tutto ciò che mi circondava senza socchiudere le palpebre. Colton aveva alzato la musica a tutto volume, ma lo stesso avevamo fatto i miei amici poiché nell'aria notturna c'era l'eco della musica. Dalla macchina dietro a quella di Colton, c'era Aaron e da lì si affacciò Kendall, i capelli erano legati in una coda e così non le finirono davanti il viso.
«È bellissimo.» Urlò euforica, uscendo solo un braccio come se volesse accarezzare l'aria e ciò mi fece sorridere.
«Lo so.» Sussurrai, lasciando che le mie parole venissero trasportate via dal vento, ero così carica di energia che avevo la netta sensazione che bastava un tono di voce più alto affinché ne perdessi il controllo, iniziando a dimostrare tutta l'energia che contenevo in maniera così esagerata da restarne senza e non era nei miei piani rimanere a dormire durante tutto il viaggio. Ormai erano passate sei ore da quando eravamo partiti, avevamo già passato il New Yersey e Washington, ci stavamo dirigendo verso la Virginia che mancava all'incirca solo un'ora per raggiungerla definitivamente.
«Tra un po' c'è l'uscita per un autogrill, direi che è meglio che ci fermiamo per fare rifornimento.» Urlò Colton per sovrastare il volume della musica, mi voltai verso di lui ed entrai la testa in auto.
«Avverto gli altri.» Dissi, prendendo il cellulare ma ci ripensai così mi affacciai e urlai, fregandomene della paura di rimanere priva di energia, tanto avrei mangiato tra poco.
«Imbocchiamo quella strada.» Urlai, mettendomi le mani a imbuto davanti la bocca per evitare che i miei capelli finissero in bocca, accanto a me c'era Brandon infatti abbassò totalmente il finestrino e fece 'okay' con il pollice. Entrai in auto e Colton rideva scuotendo la testa.
«Io non ti conosco, eh.» Esordì, ingranando la marcia e mettendo la freccia per svoltare a destra. Superammo Brandon mettendoci davanti e imboccando la strada che portava al parcheggio dell'Autogrill. Sbadigliai così mi portai una mano davanti la bocca, per evitare di dare una bella mostra di essa.
«Effettivamente.» Dissi, mettendo il braccio fuori come se potessi cavalcare l'aria. In pochi secondi entrammo in un grande piazzale, che sicuramente era il parcheggio dato le linee bianche sulla strada che formavano un rettangolo abbastanza grande quanto un'auto. Solo in quel momento notai che il livido che gli contornava l'occhio, era scomparso e ne fui felice.
«Cosa vuoi preso, Diamante?» Chiese, parcheggiando seguito dagli altri. Il parcheggio era vuoto, se non per alcuni camion e le nostre auto.
«Cibo. Cibo. Cibo.»Esclamai euforica, allargando le braccia sbattendo quello sinistro contro il tetto della macchina.
«Quanto caffè hai bevuto?» Chiese tra il divertito e il scioccato, spegnendo l'auto, scrollai le spalle e scossi la testa.
«Non ne ho bevuto, a proposito: prendimelo, ah no aspetta ti do i soldi.» Gli raccomandai, puntandogli un dito contro ma scoppiai a ridere vedendo l'espressione scioccata di Colton. Sembravo ubriaca. Mi girai e chinai sulla borsa, non ebbi il tempo di prendere il portafoglio che il ragazzo era già uscito così scesi velocemente dall'auto. Colton era davanti l'auto che parlava con Noah, il quale si voltò da Krystal che mi ritrovai accanto.
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Come una tempesta
Romance«Più le persone sembrano capirmi, più trovano informazioni per ferirmi». Questa era la verità che tormentava Charlotte ogni volta che era sola, ogni volta che i suoi demoni la torturavano, quando annegava nei sensi di colpa, ogni volta che crollav...