Capitolo 43•capitolo speciale•

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Lunedì
È già passata una settimana.
Lunga , forse anche troppo.
Marco alla fine si è rivelato simpatico nonostante quello che si tiene dentro e proprio una cosa che ci accumuna è il non saper comunicare.
Odio questa cosa, non riuscire a saper comunicare forse per paura, non lo so...
Lui è dolcissimo , gentile e forse anche troppo, altra cosa che ci accomuna.
L'unica differenza è che io sono brutta, veramente brutta, mentre lui sembra appena uscito da una rivista di boy model.

Sono sul letto , sono le cinque passate e sono molto agitata.
Oggi c'è matematica alle prime die ore e dirà i risultati delle verifiche e non so nemmeno perché io mi agiti più di tanto , insomma , devo solo aggiungere un'altro quattro alla lista insieme a tutti gli altri di matematica , ovvero quattro.

Mi alzo dal letto involontariamente , consapevole che alla terza e quarta ora c'è educazione fisica...già...la odio.
Mi lavo e metto le prime cose che capitano , leggins , Vans nere e la felpa nera della Vans , mia madre mi vuole morta perché è l'ottavo giorno di fila che mi vesto di nero. Di certo non mi metterò i tacchi fucsia e vestita tutta in tinta rosa come Giulia, una Barbie.
Scendo di sotto portandomi dietro lo zaino e il telefono , poso tutto davanti la cucina ed entro dentro essa e prendo subito il pacco di Pan di stelle.
Grande Adele. Bella idea di abbuffarsi di biscotti di prima mattina. Poi ti voglio proprio vedere a ginnastica!
Ah merda! Educazione fisica.
Poso tutto , prendo lo zaino e come apro la porta di casa la voce di mio padre risuona per tutta la stanza facendomi sussultare. <<Già vai?>> chiede sorridendomi e mettendo le braccia intrecciate al petto <<si, Vanessa mi aspetta a casa sua>> mento sperando che se la beva, lui sorride e si avvicina per darmi un bacio leggero sulla fronte.
<<Subito dopo scuola torna a casa , non fermarti da nessuno , va bene?>> annuisco incerta spiegandomi il motivo , loro non ci sono quasi mai a casa quando rientro...mah.
Si spera solo che al rientro per casa non c'è il solito gruppetto...lo stesso che mi ha fatto conoscere Luciano, avrei dovuto continuare a fare la stronza con lui ancora per un po' ma non la so fare.

Esco e cammino lentamente , beandomi del silenzio che c'è ancora , senza contare le macchine che partono dirette a lavoro.
Entro dentro il parco e invece di sedermi sulla solita panchina vado dritta all'altalena...
Poso lo zaino sulla gamba alta dell'altalena e mi vado a sedere su quel pezzetto d'acciaio che si muove in continuazione quando c'è il vento.

Sento i capelli che intanto svolazzano , l'aria che soffia in faccia...con questa brezza potrei addormentarmi qui da un momento all'altro ,dannazione.
Sento dei passi dietro di me e mi ritrovo Marco che si siede anche lui affianco a me, <<Sei venuta qui è non mi hai nemmeno invitato ?>> fa un piccolo broncio ma poi scoppia a ridere da solo << sono le sei e quindici , pensavo stessi dormendo>> ribatto sempre con lo sguardo abbassato <<guarda che per stare con te e farti compagnia mi sveglio pure alle tre di notte e vengo sotto casa tua , anche se dormi, per sentirmi più vicino a te>> sussurra forse più a se stesso che a me , io non riesco a trattenere un sorriso e ho gli angoli della bocca che vanno da guancia a guancia.
Mi alzo e vado da lui abbracciandolo, è seduto mentre si dondola , dalla mia azione lui ridacchia e ricambia l'abbraccio con la testa appoggiata sulla mia pancia.
Lui mi fa segni con le mani di sedermi su di lui e ricordandomi dell'altra volta forse non sarebbe il caso...lascio stare i miei pensieri e mi siedo , lui mi da un bacio sulla guancia continuando ad abbracciarmi , mi giro per ricambiare anche io ma mi ritrovo con le sue labbra sulle mie in un bacio a stampo...proprio come l'ultima e prima volta , solo che poi si è andato ad approfondire.
<<Scusa>> si affretta a dire e gli rispondo che non fa niente ...forse anche un po' dispiaciuta perché non ha approfondito come l'altra volta...
Restiamo così per una mezzoretta buona è io mi alzo ricordandomi che abbiamo l'autobus tra venti minuti , <<Oh alzati abbiamo l'autobus>>
Già ...lo prende anche lui è questa cosa non mi da fastidio , anzi , mi fa piacere avere compagnia ...spero solo che non si stufi come hanno fatto quasi tutti nella mia vita a partire dai miei genitori che mi ripeto sempre che secondo me loro si erano stufati e ciao ciao , solo che poi cresco e più capisco che non è così , capisco che c'è di mezzo l'economia , e magari si, anche che uno si stufa.

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