La Commemorazione

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Hero's P.O.V.
Fortunatamente ho deciso di portarmi dietro il mio mantello.
Non era prevista una tappa in un villaggio! E tanto meno... il suo villaggio...

Conoscevo bene quella statua che si ergeva lì, sopra la sua dimora, e non avevo affatto voglia di rivederla mai più. Feci per indietreggiare con le stampelle, ma sentì la mano di Entity sulla spalla. Anche lui era stato discriminato, come me, ed anche se aveva perso la memoria riusciva a ricordarsi perfettamente le urla di terrore, rabbia, disperazione e disprezzo che la gente lanciava nei nostri confronti.

-Hero tranquillo. State con il volto coperto entrambi e non vi succederà nulla, male che vada interverremo noi.- Ci rassicurò Lyon, sorridendo insieme ad Anna. Mi feci coraggio, calai il cappuccio sopra gli occhi e lo stesso fece Entity. Tentammo di essere il più discreto possibile, e stava funzionando, nessuno ci degnava di uno sguardo, ma io continuavo a sentirmi gli occhi di tutti addosso.

Ci fermammo in un hotel a basso costo per qualche ora, io finì in camera con Lyon dopo che avevo supplicato Anna per far mettere Entity in camera con lei anzi che con me. Mario è finito in camera con Stefano invece, buon per lui. Rimanemmo in hotel qualche ora, poi sentimmo delle trombe, ed all'improvviso mi ricordai che giorno è oggi.

La commemorazione...

Scendemmo tutti a vedere, e nella piazza cittadina si erano raggruppati tutti gli abitanti del villaggio. Al centro della piazza, a fluttuare difronte ad un cartellone, stava Lui.

-Oggi, miei concittadini, festeggiamo ben tre eventi storici! L'intrappolamento in una gabbia del demone del Nether, Herobrine...- Strinsi le maniglie delle stampelle. -...L'uccisione del suo compagno Entity303...- Feci per ringhiare alla vista del suo brutto muso. -...E la sua sconfitta da parte mia quando avevo a mala pena sedici anni, fermando la sua intrusione nell'Overworld, salvando la vita di miliardi di persone e commemorando nella storia il mio nome, il nome di Notch!-

-Bella faccia tosta, avevo a mala pena sedici anni, grazie che l'hai sconfitto, lui ne aveva dodici. Meno male che eri in dio della giustizia... alla faccia della sportività!-

Ribattei senza pensarci due volte, scatenando l'ilarità della popolazione. -E tu chi saresti per dire ciò?! Il dio delle stampelle?- -No, semplicemente uno che ha qualche miliardo di neuroni in più di te.- Ancora le risate della gente si levarono in aria.

-Di un po', con chi credi di parlare?! Io sono il più grande e potente-...- -...Cazzone mai esistito al mondo? Hai pienamente ragione.- Stefano per poco non si buttò a terra dal ridere, mentre Notch iniziava ad emanare vapore dalle orecchie tant'era rosso.

-Ah, ed a proposito, almeno Entity, se pur demone, riusciva ad accettare la sua natura invece di aggrapparsi con le unghie e con i denti al diddietro dell'EnderDragon per farsi dare dei poteri come il fratellino piccolo che invece, guarda caso, avrebbe dovuto sconfiggerti.- Notch si abbassò fino alla mia altezza per guardarmi negli occhi, ma io li tenevo ben nascosti sotto la stoffa del cappuccio.

-Allora dimmi un po' chi sei, vediamo il volto di chi osa sfidarmi!- -Che ti importa a te che viso ho? Tanto rimani cesso lo stesso.- Il dio dei fetenti mi ringhiò contro, ma quel ringhio si tramutò in un sorrisino di sfida.

-A quanto pare hai qualcosa da nascondere!- -Mai quanto te che nascondi la tua invidia per il tuo caro fratellino che è dio dalla nascita e non ha dovuto lecchinare nessuno per diventarlo come te, lurido fetente di un fratello!!-

-Come mi hai chiamato...?-

Senza accorgermene mi ero fregato da solo.

Seicento parole nette, shish ÙuÚ

Il Ritorno di Herobrine//Watty's 2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora