La Scelta di Combattere

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Gli occhi che si riempivano di viola e di nero anche nella sclera, anche mentre piangeva. Mario voltò il capo infuriato contro Raycow, che aveva lanciato da un lato l'elsa rimasta della sua katana, la sua aura che mutava, diventando quella di Stefano solo per sfregio.

La rabbia accecò Mario, il calcolatore che sempre rifletteva prima di agire, Mario il razionale, che ora aveva perso la sua ultima ragione di vita. Fran affiancò Mario, trattenendolo con la sua stretta d'acciaio in modo che non aggredisse Hiro.

-Eroe nella lingua degli Dèi...- La Fran del futuro strinse le labbra. Ormai l'altra sé aveva capito. -Raycow vuol dire eroe.- Fu lei ad avvicinarsi al nemico, le braccia allungate per prendergli il volto, ma lui la allontanò con una fiammata, o almeno ci provò, perché il braccio sinistro di Fran prese fuoco, ma a lei sembrava non importare.

-Il figlio che ho abbandonato volevo chiamarlo così... Sperando che diventasse un eroe...- E, per la prima volta, quella creatura vuota che la donna era diventata, ma in quel momento sembrava solo la ragazza spaesata e spaventata che era.

Raycow ringhiò, allontanandosi. -Che stai dicendo?! Tu, pazza visionaria!- Shamishu si avvicinò senza timore. -Lei sarà pazza, ma ha senso. Pensaci. Era un uomo dalla figura bianca a dirti in sogno questo tuo nome...-

-Sta mentendo!- Urlò lui, incapace di accettare la verità. Il suo vero padre era Light, la sua vera madre Fran, che incapaci di tenerlo, l'avevano portato via per cercargli una vita migliore... Ma quale vita migliore poteva esserci in quel mondo in rovina?

Fran si consumò fra le fiamme, ma non emise nemmeno un lamento, anche se esse arrivavano ai polmoni, alla gola, al cuore, perché finalmente aveva potuto vedere quel pargolo diventato grande.

Lyon non riusciva ad alzarsi. Il suo amore, i suoi amici, erano morti davanti ai suoi occhi per colpa sua, e non aveva potuto fare niente per impedirlo, sprofondato nel letame di sconfitta che si meritava. Davanti ai suoi occhi passarono tutti gli errori che aveva fatto, uno dopo l'altro, e quanto lui fosse stato stupido a non mollare in quel momento, a voler andare avanti a tutti i costi, anche se erano già stati sconfitti, solo per andare incontro ad un'altra sconfitta ancora più grande...

Come aveva fatto a non accorgersi che era un miracolo se ancora non erano morti?

Mario si resse a malapena in piedi, la polvere viola iniziò a vorticargli attorno alle gambe, alle braccia, e fu in quella muta figura che persino Lyon ed Anna ritrovarono le forze, perché se persino Mario, il loro amico con un po' di sale in zucca l'aveva perso del tutto... Allora forse se lo perdevano anche loro ci sarebbe stata qualche possibilità. Ma non era Raycow il nemico, per quanto lo odiassero.

Le gambe lo ressero a malapena, ma il Leone testardo si rialzò in piedi, gli occhi fissi sulla donna dalla coda di drago.

Il Ritorno di Herobrine//Watty's 2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora