Futuro alternativo - Raycow//Speciale 5000 visual e 1000 voti

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Farò sia questo che i disegni, solo pazientate un po'...

Il ricordo dei miei veri genitori è assente. Quelli del mio villaggi non sapevano, o meglio non volevano, spiegarmi il perché se ne fossero andati. Ma io sapevo la verità. Loro non mi volevano, io ero un errore basato sui loro sbagli, e come ogni essere umano, loro rinnegarono questo sbaglio scappando via da me.

Dovevo crescere in fretta, nonostante avessi cinque anni ne ero consapevole. Non ho mai pianto per i miei genitori veri, in realtà me ne importava poco. Preparai uno zaino e scappai. Non so per quanto o per quale miracolo, ma sopravvissi a tutte le insidie che mi si parlavano davanti.

Vagai senza meta per due giorni, quando... -Ehi piccolo tutto bene?- Andai a sbattere contro le gambe di un uomo sulla trentina d'anni, mi allontanai lentamente, tenendo una qualche reazione negativa. Un altro uomo con ad occhio vent'anni si inchinò con sorriso gentile: -Stai tranquillo, non vogliamo farti del male.- Disse con tono calmo ma soprattutto più basso dell'altro.

-Perché sei da queste parti? Non sei un po' troppo giovane per andare in viaggio da qualche parte?- Chiese una donna con i capelli marroncini ed alle estremità diventavano man mano viola. Teneva a braccetto un uomo vestito con una tunica argentea e dagli inquietanti occhi rossi.

Scossi la testa rivolta verso il basso. L'uomo su cui ero andato a sbattere si inchinò su di me. -Senti piccolo, che ne dici di venire con noi?- Mi offrì. Io alzai poco la testa, mentre le mie iridi traboccanti di speranza si incrociarono con quelle bianchissime di un ragazzo sui 20 anni.

-Presumo sia un sì!- Esclamò inchinandosi verso di me e guardandomi negli occhi castani. -Come ti chiami?-  Con le poche energie che avevo, risposi con un flebile: -N-non h-ho un... Un nome...- Il ragazzo con gli occhi bianchi si alzò per discutere con il compagno.

Pochi minuti dopo, entrambi si chinarono a guardarmi. -Che ne dici del nome Hiro?!- Gridò l'uomo con gli occhi castani. Io annuì.

Avevo un'identità, avevo qualcuno che mi voleva bene... Avevo tutto! Ero sempre sorridente. Mi presentarono ai loro amici, e nello stesso anno, nacque Chara: una graziosa neonata con le iridi rosse ed i capelli neri che sulle punte sfumavano in viola. Poco dopo di me furono raccattati da un orfanotrofio Michael e Lee, due gemelli eterozigoti, e per questo con sostanziali differenze di aspetto. Lee aveva tratti più orientali, e la pelle era abbronzata, al contrario Michael aveva la pelle lattea e gli occhi grandi e ricolmi di speranza, entrambi avevano la mia stessa età. Mia zia, Valentine, anche lei adottata come sorella di mio padre Hero, era gentile, premurosa, giocava spesso con me nonostante la differenza abissale di anni.

L'anno seguente, io compì sei anni, ed i miei genitori decisero di mandarmi a scuola insieme a Michael e Lee. Chara invece era troppo piccola, aveva intorno all'anno e mezzo.

Appena entrati, si sparse la voce su chi fossero i nostri padri. Dei e semi dei che mirano alla distruzione dell'universo e vogliono solo ed unicamente portare caos. L'Omofobia di certe persone non fece che aumentare l'odio che era già presente.

La mia vita sfumò lentamente nell'oblio. Ed insieme alla mia quella di tutti gli altri. Michael e Lee avevano lo stesso trattamento che i ragazzi più grandi avevano nei miei confronti, mentre i genitori di Chara erano sempre fuori, e quando erano insieme litigavano, che fosse perchè Entity rientrasse pieno di ferite, oppure perchè Anna rientrava troppo tardi. Chara dovette crescere in fretta. Nonostante avesse 5 anni in meno di noi, aveva la nostra stessa forza ed intelligenza.

Fu quando, a dodici anni, dei ragazzi del liceo si accanirono su di noi riempiendoci di botte, che successe l'irreparabile. Ritornammo a casa io Michael e Lee, con Chara svenuta in braccio nonostante lei avesse già piena padronanza dei poteri ereditati, non voleva utilizzarli su mortali.

Hero mi stringeva forte a se. Quel giorno Lyon non era presente. -Hiro...- Sussurrò lui, stringendomi ancora più forte. Ero pieno di lividi e ferite. Quei bastardi non ci erano andati leggeri. -Hiro, senti... Che ne dici se ti dessi un piccolo aiuto per l'autodifesa?- Non risposi. -Scusa... Farà un po' male...- Detto questo con il pollice della mano sinistra mi toccò la palpebra di uno degli occhi, mentre la sinistra si poggiò sul mio petto.

Sentì come una scarica elettrica percorrermi il corpo. Urlai, mentre mio padre rimaneva in disparte con un' espressione più che dispiaciuta. Mi accasciai a terra, continuando ad urlare per il dolore, tenendomi con una mano il cuore e con l'altra l'occhio, che sembravano l'epicentro delle scariche.

Quando esse finirono, io finalmente potei riposarmi. Sentì come una strana forza che si concentrava nell'occhio. -Io, Stefano e Mario ci eravamo messi d'accordo perchè vi passassimo il nostro potere oggi a quest'ora.- Disse pieno di sollievo Hero.

Mi allarmai. Corsi più veloce che potei verso lo specchio più vicino, e mi fissai l'occhio. Era bianco.

Mi salirono le lacrime agli occhi. Come aveva potuto? Ha sempre detto di volermi bene, eppure mi aveva trasmesso la ragione per la quale era tanto odiato, ed ora lo sare stato anche io più di quanto già non fossi per colpa loro!

Corsi fuori dalla reggia con una benda raccattata da non si sa dove all'occhio. Mi arrivò una telefonata di Michael al cellulare, avevamo deciso di incontrarci tutti e quattro.

Arrivai alla casa di Chara, dove si erano riuniti loro. -Finalmente sei arrivato Hiro!- Disse Michael. Chara aveva gli occhi persi nel vuoto, il braccio di Lee era malformato: Aveva nei quattro lati dell'avanbraccio quattro canne di pistola.

-Allora è vero...- Sussurrai. -A me Stefano ha trasmesso il potere del fuoco, da questi cosi...- Indicò le malformazioni. -...posso sparare sfere di fuoco.- Io e Micheal ci togliemmo la benda contemporaneamente: I nostri occhi erano il mio bianco e il suo nero.

-Seguitemi.- Sussurrò Chara, con sguardo vitreo. Aprì spingendo una mattonella al suolo, una stanza nascosta nel muro. Aveva le pareti bianche, a cui erano attaccate ogni tanto dei complicati pannelli con comandi indescrivibili, alternati però dalla cosa più disgustosa e terrificante che i miei occhi abbiano mai visto:

Dei cilindri con un liquido verdastro all'interno, contenevano in ibernazione creature fuori da ogni più buio pensiero umano. Mostri più morti che vivi, orribili golem dalle costole in evidenza ed un aspetto deteriorato e marcio.

-Mi ha fatto vedere questa stanza. Li testava lui stesso e quando sviluppavano capacità "interessanti" li vendeva all'esercito. Ecco perchè tornava sempre pieno di ferite. Voleva che ereditassi la sua attività.- Si riferiva ad Entity.

-Cosa... cosa facciamo allora?- Chiese Lee. -Si va all'attacco.- Dissi, prendendo le redini della situazione. -Quei bastardi ci hanno reso come loro, ed allora se ne pentiranno! È per colpa loro che siamo odiati dal resto del mondo. Allora ne pagheranno le conseguenze: Riverseremo l'odio su di loro, uccidendoli.-

Gli altri annuirono. -Come pensate di ucciderli? Sono molto più forti di voi.- Continuò una voce proveniente da un angolo della stanza. -Non ti intromettere Valentine. Quando ci saremo allenati riusciremo ad uccidere anche te. In ogni caso non avranno il coraggio di reagire.-

La ragazza di circa venti anni uscì dall'angolino buio dov'era. -In ogni caso sto con voi. Hero è mio fratello, ma non posso accettare che abbia rovinato così la vita di suo figlio.- Fu con quella frase, che poco dopo andammo a reclutare anche Fran.

Dopo un anno, attuammo il piano senza che nessuno se ne accorgesse.

Scusate il ritardo, fra un po' (Ok tanto) arriverà la seconda parte ;3
Avverto che sarà un po' cruda, ma ehy sto parlando di omicidi.
Come detto sopra arriveranno anche i disegni come speciale 100 follower ;) (Iko abbi pazienza la storia di Mario si vedrà più in là in un altra parte della storia)

Il Ritorno di Herobrine//Watty's 2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora