11.Touché

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Sospiro,alzando gli occhi al cielo,per poi far cenno al moro davanti a me di uscire.

Lui mi guarda,titubante,con un sopracciglio alzato.
Sbuffo,per poi poggiare una mano sulla sua spalla destra e spingerlo all'indietro,in modo da fargli attraversare la soglia.

Lancio un'occhiata a mio fratello,per poi raggiungere il ragazzo all'esterno.

Lui alza lo sguardo sulla mia figura e vedendomi intenta a chiudermi la porta alle spalle,accenna un sorriso ammiccante.

Corrugo le sopracciglia,non sapendo bene cosa fare,per poi avvicinarmi a Michele.

Noto immediatamente tutti gli altri ragazzi dall'altro lato della strada,ma decido di non farci caso.

C'è un atmosfera strana,piena di elettricità,e mi sembra di non riuscire a distogliere lo sguardo dal suo.

Anche lui fa un passo verso di me,ed arriviamo uno di fronte all'altro,ad una distanza abbastanza ridotta per essere fraintesa ma non abbastanza per concludere qualcosa.

"Allora?"

Mi provoca,inclinando la testa di lato,sfoggiando un sorrisetto divertito.
Incrocio le braccia al petto,decidendo per una volta di tenere il coltello dalla parte del manico.

"Allora?"

Rispondo io,avvicinando il viso al suo,fino a sentire il suo respiro soffiare caldo sul mio viso.

I suoi occhi sembrano incastrati ai miei,e più mi avvicino più le sue pupille si dilatano.

"Non so,se vuoi salutarmi ora va bene,altrimenti ho tutta la sera."

Asserisce,fingendosi irritato,anche se in realtà è palese il fatto che stia tentando di nascondere un sorriso.

"Non so,non vorrei che la tua ragazza si offendesse.
Sai,magari poi non te la da più."

Ribatto,assottigliando gli occhi e fingendo un tono di voce sinceramente preoccupato.

Lui ridacchia,scuotendo la testa,e per un attimo mi sembra di dimenticare l'incredibile stronzo davanti a cui mi trovo.

"Touché."

Concede il moro,inclinando il capo.
Alzo le spalle,per poi sorridere con fare vittorioso.

"Se non lo fa lei,me la dai tu al massimo."

Conclude,dopo parecchi istanti di titubanza,per poi prendermi le mani e allacciarsele dietro al collo,e portare le sue sulla mia vita.

I nostri corpi a contatto sono il fuoco e l'anima riuniti in un solo gesto,e quando le sue mani cominciano a carezzarmi la schiena,non posso fare a meno di stringermi ulteriormente a lui,affondando le mani tra i suoi capelli.

Sento il suo respiro solleticarmi il collo,e questo contatto mi fa rabbrividire.

"Penso che al tuo Riccardo questa vicinanza non farà piacere."

Sussurra il moro,poggiando le labbra sul mio orecchio,per poi lasciare un piccolo bacio su di esso.

Sento il senso di colpa farsi lentamente strada in me,ma neanche per un secondo mi passa per la testa l'idea di sciogliere quel folle abbraccio.

Mi allontano appena,e Mike sembra interpretare male quel gesto,considerando che molla immediatamente la presa sui miei fianchi,e il suo viso si chiude in un espressione di insofferenza.

Fa per allontanarsi totalmente,quando io lo trascino di nuovo verso di me,prendendogli le mani e posandogliele nuovamente sulla mia vita.

"Ma cosa hai capito,idiota?"

Ridacchio,per poi avvolgere le dita tra i suoi capelli,ed avvicinare il viso all'altezza del suo collo.

Lo sento sbuffare una risata,che muore sul nascere,quando le mie labbra sfiorano delicatamente il suo punto sensibile.

Ripeto quel gesto più lentamente,facendo diventare quell'innocuo movimento terribilmente languido.

Il ragazzo geme gutturalmente,in modo quasi inaudibile,ma abbastanza alto da permettermi di sentirlo.

Preme una mano sulla mia schiena,spingendomi verso di lui,in modo da aumentare la vicinanza tra i nostri corpi.

Respiro profondamente sul suo collo,e decido di fare una cosa di cui senz'altro finirò per pentirmi.

Poggio le labbra su di esso per l'ultima volta,indugiando particolarmente su un punto,che prendo a succhiare e mordicchiare con lentezza.

Michele geme nuovamente,stringendo tra le mani la stoffa del mio maglioncino leggero.

"Forse questo non piacerà a Greta."

Sussurro,sulla sua pelle,per poi ridacchiare con fare ingenuo.

Lui,ancora visibilmente scosso da quel contatto,riesce solo a scuotere la testa,esasperato,mentre io osservo con soddisfazione la macchia violacea appena comparsa sul suo collo.

Dopo qualche istante ci separiamo definitivamente,io con le guance arrossate per il caldo,e lui con il volto impassibile squarciato da un piccolo sorriso.

"Ci si vede,bionda."

Sussurra sarcasticamente,prendendomi in giro per il colore di capelli estremamente scuro.

Ricambio con un cenno della mano,prima che il ragazzo si volti e raggiunga gli altri,che sono troppo impegnati a parlare tra di loro per notarlo.

Eppure sono quasi sicura che Greta abbia visto tutto,perché più volte mi è parso di sentire il suo sguardo bruciarmi addosso.

Respiro profondamente,cercando di calmare i battiti velocizzati,per poi prendere coraggio ed entrare in casa.

Al piano inferiore non trovo nessuna traccia di Alessio,segno che è andato a farsi la sua quotidiana doccia serale.

Raggiungo la mia stanza,e mi butto sul letto senza neanche accendere la luce o cambiare i vestiti l.

Sento la testa scoppiare per i troppi pensieri,e il respiro irregolare sembra non portare abbastanza ossigeno per i miei polmoni.

Non capisco se tutto ciò sia normale,probabilmente no,però al momento non mi importa.

Non mi importa di Greta,Riccardo o Alessio.
Non mi importa neanche di Mike,perché so che domani torneremo ad insultarci in ogni momento.

Voglio solo smettere di pensare,e lasciare acceso l'interruttore delle emozioni per un altro po'.

Inutile dire che mi addormento poco dopo,sorridendo.

Sex On Fire||Mike BirdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora