28.Bullshit

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"Ti ho detto che non verrò a quella cazzo di festa,Beatrice!"

Esclamo,frustrata,mentre la mia migliore amica mi porge un vestito per l'ennesima volta.

Prendo quell'abito dalle sue mani,per poi lasciarlo cadere sul letto con noncuranza,decisa a non muovermi da casa per tutta la sera.

Lei sbuffa,incrociando le braccia con fare infastidito,mentre scuote la testa,contrariata.

"Ti vieto categoricamente di deprimerti per una testa di cazzo,chiaro?Tu stasera esci,e ti diverti anche."

Impone la riccia,dura,mentre indossa un paio di skinny neri ed un felpone esageratamente largo.

È incredibile come questa ragazza sia esattamente il contrario di me in tutto,nonostante in certi aspetti riesca a capirmi più di quanto non lo faccia io stessa.

"Michele non c'entra,perché deve essere sempre in ogni discorso?Non ho voglia di uscire e non uscirò,fine della questione."

Ribatto,sedendomi sul letto a gambe incrociate,sotto lo sguardo accusatorio della mia migliore amica.

So che lei fa tutto questo per me,però credo davvero che per questa volta sia meglio rimandare.

"Lacey Claire,tu stasera verrai con me,con le buone o con le cattive.
Quindi,o alzi il tuo bel culo di tua spontanea volontà,o giuro che ti trascino alla festa con la forza,e non mi importa se sei in pigiama."

Questa volta Beatrice sembra seria,e io so perfettamente che quando promette una cosa,poi la fa,buona o cattiva che sia.

Sbuffo rumorosamente,alzando gli occhi al cielo,per poi recuperare il vestito striminzito che avevo lanciato dall'altra parte del letto.

Lo indosso svogliatamente,sotto lo sguardo trionfante di Beatrice,che intanto ha ripreso a truccarsi.

È un abito lungo fino a metà coscia,nero,con un semplice scollo a cuore ed una cinturina posta poco sopra l'altezza della vita.

In poco più di mezz'ora siamo pronte entrambe,e ci troviamo già di fronte all'ingresso dell'enorme villa di Manfredi,ragazzo a malapena conoscente che ha organizzato questa festa.

Esito appena,ben consapevole del fatto che dietro a quella porta incontrerò fin troppe persone e ostacoli,questa sera.

Beatrice mi rivolge un'occhiata di sbieco,capendo al volo la situazione,per poi prendere iniziativa e bussare alla porta con decisione tipica del suo carattere.

E forse ha ragione.
Devo smettere di pensare a Michele come un problema.

Lui non ha tutta questa importanza,lui non può determinare i cambiamenti dei miei stati d'animo.

Pochi istanti dopo,la figura buffa e stravagante di Manfredi ci accoglie nella sua abitazione,invitandoci ad entrare.

Sospiro,prendendo un respiro profondo,per poi decidermi a varcare la soglia di quella casa,seguita dalla mia migliore amica.

Cerco mio fratello con lo sguardo,sperando di individuare facilmente lui ed il suo gruppo di amici,anche se una parte di me spera di vederli più tardi possible.

Non riesco a trovare neanche un volto conosciuto,quindi mi volto verso Beatrice,convinta di trovarla ancora dietro di me.

Invece anche lei sembra essere magicamente scomparsa tra la folla,forse mi ha persa di vista a causa della troppa gente.

Sbuffo,passandomi una mano tra i capelli perfettamente pettinati,per poi dar mentalmente ragione alla Lacey che avrebbe voluto soltanto rimanere a casa in tranquillità.

Passo quasi mezz'ora a cercare la chioma riccia di Beatrice,che neanche risponde alle chiamate,senza però riuscire a trovarla.

Dopo l'ennesimo tentativo di chiamata,decido di averne abbastanza,e raggiungo in fretta l'uscita di quel posto affollato,con l'aria che si stava cominciando a fare sempre meno respirabile.

Mi siedo su una panchina,incrociando le gambe e stringendole al petto,mentre il buio della sera inoltrata mi avvolge come un mantello gelido.

Devo assolutamente riuscire a trovare Beatrice prima che sia troppo tardi,voglio soltanto andarmene a casa.

"Ehi Claire,non hai una bella cera."

Sussulto,sgranando gli occhi,nel sentire quelle parole pronunciate da una voce roca e graffiante,fin troppo familiare.

È come se il sangue mi si fosse raggelato nelle vene,mentre il mio cuore si è fermato e la mia mente mi impone di non voltarmi per alcuna ragione.

Mi rifiuto di rispondere,stringendo ulteriormente le gambe al petto,con lo sguardo fisso nel vuoto di fronte a me,e il cuore che sembra esplodere.

"Certo che ti piace proprio sparire per settimane intere eh."

Mi stupisco delle sue parole,ero fermamente convinta che non si fosse neanche accorto della mia assenza.

Sento la rabbia montare in fondo al mio petto,estremamente irritata dalla frivolezza con cui il moro pronuncia quelle parole.

Contrariamente a tutte le mie preghiere,il ragazzo decide di sedersi proprio al mio fianco,sporgendosi in avanti per potermi guardare.

"Vattene."

Sussurro,senza incrociare i suoi occhi neanche per sbaglio.

Lui resta chiuso nella sua smorfia di totale indifferenza,come se non avesse neanche sentito la mia voce.

"Cosa ti è successo?"

Domanda,e questa volta il suo solito tono di voce strafottente sembra essere sparito,sostituito da uno che pare realmente preoccupato.

"Cosa mi è successo?Ma sei serio,Michele?"

Ribatto,sprezzante,mentre sento tutto lo schifo accumulato in questi giorni riversarsi in quelle parole.

Lui annuisce,alzando un sopracciglio,come se non riuscisse a cogliere il motivo del mio scetticismo.

"Mi fai schifo."

Riesco solo a dire,scuotendo la testa,mentre mi sembra sentire la delusione provata qualche giorno prima,riaffiorare come se mio fratello mi avesse appena comunicato la notizia.

"A cosa devo tutta questa dolcezza?"

Domanda,l'ironia palpabile in quelle parole,ed è proprio questa a farmi saltare i nervi a fior di pelle.

"Forse non hai capito,Michele."

Comincio,alzandomi dalla sudicia panchina su cui ero comodamente seduta.

"Tu non solo non devi rivolgermi parola,tu devi proprio fingere che io non esista."

Impongo,con tono accusatorio,mentre il ragazzo mi osserva con un sopracciglio alzato.

"Se hai voglia di giocare,fallo con la sottospecie di ragazza che ti porti appresso,perché io non ci sto."

Mi stupisco io stessa per il tono gelido di quelle parole,e per una volta sono fiera di me,per essere riuscita a non farmi abbindolare.

Mi volto,decisa ad andarmene,e a voltargli le spalle una volta per tutte,quando la sua voce roca ed impassibile mi blocca,un'altra volta.

"Cazzate".

Sex On Fire||Mike BirdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora