15.Choice

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"Non sei venuta Lunedì."

Quando quell'affermazione giunge alle mie orecchie,il sorriso provocato dalle battute stupide di Cosimo mi muore sul volto.

Sono giorni interi che pregusto questa serata,immaginandomi scene vittoriose e trionfanti,eppure sentire la voce del moro dopo relativamente tanto tempo,mi lascia spiazzata.

Mi volto verso di lui,passandomi una ciocca di capelli dietro alla spalla,per poi scoccargli un'occhiata indifferente.

"No,non sono venuta."

Confermo,alzando le spalle,come se si trattasse di un dettaglio insignificante.

Non ho ancora ben capito per quale razza di motivo il moro mi avesse invitata ad incontrarlo,la settimana prima,e la tentazione di presentarmi per scoprirlo non era di certo mancata,ma non potevo cedere.

Doveva capire di non avere il coltello dalla parte del manico,e che se lui si divertiva a fare lo stronzo,allora io sarei stata più stronza di lui.

Il ragazzo sbuffa,innervosito,per poi serrare la mascella e passarsi una mano tra i capelli spettinati.

Senza volerlo mi ritrovo ancora una volta ad osservare con attenzione i suoi gesti lenti,che sembrano tanto spontanei quanto calcolati alla perfezione.

Poggio il mento sul palmo della mano,permettendomi di guardarlo ancora per qualche istante,totalmente attratta dai suoi movimenti.

"Piccola,sto andando a prendere da bere.
Vuoi qualcosa?"

Domanda Riccardo,picchiettandomi leggermente la spalla con la punta delle dita.

Mi riscuoto dallo stato di semi incoscienza in cui ero entrata,troppo tardi per evitare di essere notata da Michele,che quando si accorge del mio sguardo fisso su di lui,ridacchia in modo beffardo.

Ho già detto che lo odio?

"Stupiscimi."

Rispondo al ragazzo dagli occhi azzurri,ammiccando scherzosamente.

Lui evidentemente non la prende come uno scherzo,tanto è che ricambia quelle parole con un "eccome se lo farò ",accompagnato da uno sguardo fin troppo provocante.

Rispondo,leggermente confusa,regalando un sorriso cortese a Riccardo,che alza il pollice,per poi allontanarsi insieme a mio fratello e Thomas.

Cerco in ogni modo di non far caso al bruciante sguardo di Mike su di me,ma quando Sebastian comincia a conversare con i ragazzi di cose inutili come il calcio,la situazione diventa davvero ingestibile.

Decido di affrontare il problema correndogli incontro,tanto è che mi sposto dalla mia parte del divanetto a quella occupata da Mike e dalla bionda ossigenata.

Il ragazzo mi rivolge un'occhiata a metà tra lo stupito e l'incuriosito,mentre la bionda tenta di rivolgermi uno sguardo minaccioso.

Ignoro quest'ultima,concentrandomi sul profilo del moro,appena illuminato dalla fioca luce di quel bar,che mette in risalto i contorni ben definiti del suo volto.

"Perché?"

Domanda,semplicemente,senza fare nessun esplicito riferimento a una situazione in particolare,eppure capisco esattamente a cosa si riferisce.

"Perché non te lo meritavi,e non aveva senso vederci."

Rispondo,schietta,scollando gli occhi dalla sua figura imponente e lanciando uno sguardo di fuoco alla finta bionda,ricordando della sera precedente.

Il ragazzo sbuffa,per poi abbandonare il capo al muro dietro di lui,mettendo così in evidenza il pomo d'Adamo pronunciato.

"Lo vedi come sei?Cerchi sempre il senso delle cose,rifletti prima di fare qualunque cosa."

Mi rimprovera,con tono di voce a metà fra l'annoiato e l'accusatorio.

Alzo un sopracciglio,non vedendo  difetto di quello stile di vita che avevo adottato da molti anni a questa parte,e che risparmiava un sacco di guai.

"A volte agire d'istinto fa bene,sai?Ti fa prendere le scelte più giuste,quelle che ti faranno star meglio."

Spiega,inclinando il capo in modo da poter incrociare lo sguardo con il mio.

"Le scelte più giuste,come le chiami tu,a lungo andare portano soltanto sensi di colpa e rimorsi."

Ribatto,sicura di me e della mia posizione.
Raddrizzo le spalle,avvicinandomi ulteriormente al moro per poterlo sentire bene,dato che quel discorso cominciava ad interessarmi.

"Meglio rimorsi che rimpianti,non credi?"

Forse su questo aveva ragione,in effetti poteva essere un valido punto di vista,però nella mia situazione era  meglio praticare lo stile di vita più sicuro possibile,anche se magari non ti permetterà mai di raggiungere la completa felicità.

"Dipende dalle situazioni,tutto è molto soggettivo.
Magari certe persone, si comportano in certi modi per proteggersi."

Insinuo,alzando un sopracciglio,per poi abbassare immediatamente lo sguardo,sperando di non essermi sbilanciata troppo.

"Proteggersi?E da cosa?Perché?"

Domanda,incuriosito,avvicinandosi a sua volta a me.
Poggia i gomiti sulle gambe e sostiene il viso con le mani,guardandomi fisso negli occhi.

"Non lo so.
Magari hanno avuto esperienze non troppo positive e preferiscono preservarsi piuttosto che soffrire ancora."

Rispondo,passandomi nervosamente una mano tra i capelli,cercando di distogliere lo sguardo dal suo,che però puntualmente riesce a catturarmi come una calamita.

Quelle poche frasi danno il via ad uno scambio di sguardi tanto intenso quanto pieno di punti interrogativi,di domande a cui ne io ne lui sappiamo rispondere.

Proprio mentre sta per dire la sua,Riccardo fa irruzione al tavolo,brandendo cocktail insieme a Thomas e mio fratello.

Sospiro,sconsolata,lanciando uni sguardo sinceramente dispiaciuto a Michele.

Lui sbuffa,infastidito,e si allontana prontamente da me,passandosi una mano tra i capelli,come usa fare quando si innervosisce.

Mi spiace che siamo stati interrotti,ma forse è stato meglio così.

Gli stavo cominciando a svelare parti di me che devono assolutamente rimanere sepolte,e non tornare a galla mai più,come se non fossero mai esistite.

"Scusa se ci ho messo tanto,c'era una fila lunghissima!"

Esclama Riccardo,piazzandosi davanti a me,in modo da coprirmi totalmente la visuale sul moro,che ha cominciato a guardare il vuoto,indifferente a Greta,che continua a civettargli intorno facendo domande.

"Tranquillo io..ero in buona compagnia."

Accenno,sorridendo appena.
Lui annuisce,ricambiando il sorriso,probabilmente convinto che mi stessi riferendo ad Andreas,Cosimo oppure Sebastian.

"A noi!e a Lacey,che si è degnata di tornare!"

Brinda mio fratello,alzando il bicchiere in aria,seguito immediatamente da tutti gli altri,che approvano il brindisi ridendo.

Scorgo Michele alzare il bicchiere a sua volta,nella mia direzione,con gli occhi che sembrano cercare i miei.

Quando incontra il mio sguardo,accenna un sorriso.

"A Lacey."

Annuncia a sua volta,prima di portarsi il bicchiere alle labbra,senza smettere di guardarmi neanche per un istante.

Sex On Fire||Mike BirdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora