Capitolo 9

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La mattina seguente mi sveglio alle sette come di abitudine,faccio colazione e mamma va a lavoro.

Dopo metto una tuta e lego i capelli.
Quando ho bisogno di affogare i miei pensieri e sfogarmi vado sempre al St. James's Park a correre.La musica nelle orecchie e mi dirigo verso il parco.

Corro per qualche ora quando un ragazzo mi viene contro facendomi cadere a terra.

-"Ma che modi?!"urlo.
-"Sei sempre tu che mi vieni addosso!"

Appena sento quella voce mi blocco.

Mi alzo e lo fisso negli occhi.
Quegli occhi di ghiaccio che tanto amo.

No non devo pensare a questo,devo andarmene da lì e sopratutto lontano da lui.

Mi incammino senza rispondergli verso l'uscita del parco.

-"Dove vai?"mi chiede ma faccio scena muta.
-"Ti è scesa la lingua? di solito mi rispondi con stronzo,idiota e deficiente!"mi viene dietro.

Ma come mi ha trovata?
Ahhh Lori e Julie...quando torno a Bristol gli faccio una lavata di testa a quelle due!

-"Ti fermi o vuoi che ti rincorri per tutto il parco? anzi no facciamo una gara di corsa"dice mettendosi un indice sul mento.

Approfitto che è distratto così inizio a correre veloce per allontanarmi da lui.

-"Non riusciresti mai a seminarmi,ti ricordo che in campo sono il più veloce!"dice divertito.

Non lo ascolto e continuo a correre anche se ho l'affanno.

-"Fermati,non vorrei che svenissi...poi dovrei rianimarti con la respirazione bocca a bocca,però...non sarebbe male!"

Ma cosa vuole ancora? Inizio ad innervosirmi.
Così di scatto cambio direzione e torno indietro.

-"Non ci riuscirai te l'ho detto!"

Ma che cavolo,io non ce la faccio più e lui invece sembra che ora si è svegliato!

-"Cazzo smettila Nathan!"urlo battendo i piedi a terra e fermandomi.
-"Ah allora ce l'hai ancora la lingua!"
-"Si ma solo per sputarti in faccia,adesso sparisci!"

Rimane di stucco alle mie parole,ma non si dà per vinto,mi segue ancora.

Mi fermo all'improvviso e mi viene addosso.

-"Ops scusa! vedi che sei sempre tu che..."
-"Che vuoi? dimmelo cosi finiamo questa sceneggiata!"
-"Perché sei scappata ieri?"
-"Non sono affari tuoi!"esclamo irritata.
-"Ok,riformulo la domanda...perché sei qui a Londra?"
-"Nemmeno questo è affar tuo"ribatto.

-"Si può sapere cosa ti ho fatto?"
-"Per fortuna ancora niente!"
-"Ma che diamine stai dicendo?"
-"Non mi userai come hai fatto con le altre,io non sono come le tue puttanelle...non mi avrai mai Nathan,non ti prenderai mai la mia purezza,sarò io quella che donerà me stessa ad un ragazzo che ci tiene davvero a me...come hai detto tu non sei l'uomo per me,hai ragione non lo sei quindi ora me ne vado"dico tutto d'un fiato.

Alzo i tacchi,cioè le Nike,e me ne vado.

-"Ah...e lasciami in pace"urlo.

Lui rimane così immobile senza dire niente.

Spudoratamente ho detto a Nathan che sono ancora vergine,bene! ma cosa mi è saltato in mente!

Corro verso casa e mi chiudo in camera.Mi lancio sul letto e i miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime.

L'amore fa male dentro e non riesci a superarlo facilmente perché quando si è innamorati di una persona che di te non se ne importa niente fa ancora più male.

Mi addormento così con le lacrime che mi rigano le guance.

Dopo un po mi sveglio con un mal di testa e ricordo di non essermi spogliata della tuta.

Vado in bagno e mi faccio una doccia calda,almeno lei riesce a scaldarmi un po e l'acqua scivola via tutti i pensieri.

Scendo di sotto e preparo il pranzo per me,un panino mi va più che bene.Mia madre non tornerà perché mi aveva detto che avrebbe pranzato con i colleghi.

Casa è libera ed è tutta mia.

Vado vicino alla libreria e inizio a rovistare tra i libri per vedere un po quale romanzo leggere.
I promessi sposi,li amo tanto e non so quante volte ho letto quel libro,tanto che la copertina si è rovinata un po.
Lo apro e mi immergo nella storia.

Il campanello suona e interrompe la mia lettura.

-"Ma chi è? mia madre non torna per le sette"

Apro la porta e mi ritrovo un ragazzo biondo che mi fissa.

-"Ciao!"mi saluta.
-"Ci conosciamo?"dico.
-"Oh non ti ricordi?"

Mi ricorderei di un figo come lui ma niente!

-"Ehm scusami no.."
-"Sono Leonard,alcune volte giocavamo al parco quando eravamo piccoli!"
-"Davvero? scusami davvero non ricordo"
-"Abito a due case qui a fianco! ero il bambino più ciciottello del gruppo!"

Oh cavolo si ora ricordo,ma adesso è cambiato molto,è davvero un bel ragazzo.

-"Ohhh...!"esclamo meravigliata.
-"Haha adesso ricordi!"
-"Si scusami è che...è che sei così diverso,più alto,più muscoloso"

Si gratta dietro la nuca imbarazzato.

-"Dai entra!"lo invito.
-"Non vorrei disturbare"
-"No affatto,vieni"

Entra e metto apposto il libro.

-"Cosa leggevi?"
-"I promessi sposi"
-"Non so quante volte l'hai letto quel libro"
-"Eh si,ricordi ancora?"
-"Si ti vedevo sempre distesa sul prato con un libro in mano quando passavo davanti casa tua...invece tu non sei cambiata per niente"

Arrossisco e cambio discorso.

-"Vuoi un caffè?"
-"Veramente sono qui per chiederti se volevi venire a prendere un caffè con me"
-"Oh...certo,aspetta che metto le scarpe"

Corro di sopra,le infilo e scendo giù.

-"Pronta?"
-"Si si andiamo!"

Annuisce ed usciamo.

Davanti casa è parcheggiata un auto splendida.

-"Wow è tua?"chiedo entrando in auto.
-"Si un regalo di mio padre per la laurea"
-"Ti sei già laureato? in che facoltà?"
-"Sono stato a New York per studiare legge,è da un anno che sono qui...tu? fino ad ora non ti ho visto"
-"Si studio medicina veterinaria a Bristol,non vivo qui..Mi sono presa una settimana di pausa,sono molto stressata in questo periodo"

-"Capisco...quindi ti piacciono gli amimali?"
-"Si era un mio sogno fin da bambina e lo sto realizzando"
-"Mi fa piacere per te...ci fermiamo da Starbucks?"

Annuisco e ci dirigiamo verso il bar.

L'amore non ha limitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora