2 capitolo

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<Non ti piacciono le feste??> domanda una voce roca e profonda.
Sobbalzo, guardo intorno, ma niente, mi alzo cerco di individuare qualcuno o qualcosa, continuo ad osservare, niente.
Insoddisfatta cerco di ritornare a casa quando sento un lamento non umano, vediamo vediamo, di un lupo!!!
Mi dirigo verso di esso, percorro un tratto di foresta, mi nasconda dietro un tronco di albero davvero possente.
Guardo oltre e noto una trappola di orso, ma a posto di un orso intrappolato c'è un lupetto, vado verso quest'ultimo, appena mi vede abbassa le orecchie e i suoi occhi si riempiono di terrore, essendo notte fonda non riesco a vedere il manto del piccolo.
Mi allontano prendo un ramo abbastanza forte e vado verso il cucciolo, guarda il bastone e comincia a ululare, pensa che lo voglia picchiare... Non lo farei mai.
Metto il ramo fra i denti della trappola e dopo molti sforzi la apro.
Il cucciolo cerca di scappare, ma cade a terra perchè la zampa posteriore destra è rotta.
Lo prendo in braccio e lo trasporto non so dove, ma qualcosa mi dice di non portarlo a casa mia.
Ma dove lo devo portare???
Non so rispondere.
Cammino, cammino e cammino ancora, dopo un paio d'ore scendo nella piccola cittadina, saranno le quattro di notte e non ho dormito niente.
Vedo in lontananza una luce corro verso di essa, fortunatamente c'è scritto,
"Clinica veterinaria", davanti la porta c'è un uomo di mezza età,
<scusi signore>richiamo la sua attenzione ,
<si>risponde aggiustando i suoi occhiali dalla montatura fine, e sistemandosi i baffi curati e brizzolati,
<scusi signore per l'orario, ma vede ho trovato questo cucciolo intrappolato in una trappola di orsi non so che fare>dico, lui prende il cucciolo mi guarda e mi dice,
<entri signorina, ah e mi chiami Mario, quando mi chiamano signore mi sento piú vecchio di quanto sono già>e mi porge la mano che io presto stringo ,
<io mi chiamo Isabel, Mario>dico e mi sorride.
Entriamo in uno studio e posa il piccolo su un lettino osserva la ferita mentre il piccolo si dimena,
<Isabel lo faccia stare fermo o si fare piú male>dice riempiendo una siringa di medicinale, io vorrei tanto lavorare come medico.

Mi avvicino al piccolo e gli sussurro all'orecchio,
<piccolo andrà tutto bene, il signor Mario ti guarirà e andrai dalla tua mamma, ma ora stai fermo>dico per poi guardarlo negli occhi, una scintilla di felicità guizza fra le sue orbite nere.
Il dottore fa una piccola punturina e il piccolo cade fra le braccia di Morfeo.

Sono seduta su una sedia mentre il dottore sta medicando la zampa del cucciolo.
Osservo che il cucciolo ha un manto fantastico, di un colore calmo e sereno cielo al tramonto, ha il manto color cammello.
Il dottore non ha i capelli, è una persona molto gentile.

La notte passa cosí, io che guardo in giro aspettando il risveglio del piccolo e il dottore che sistema il suo studio.
Mario mi interrompe dal mio stato di trance dicendomi,
<ti piace fare il medico??>,
<sí mi piace curare gli animali, le persone, ogni cosa, è un mio sogno, ma perchè mi ha fatto questa domanda??>dico tutto d'un fiato,
<beh mi servirebbe un collega, sai... Vuoi lavorare qui??>domanda speranzoso,
<Sí, SÍ SISIISIiiii>dico mentre salto dalla gioia,
<sei assunta>dice e lo stringo forte in un mio abbraccio.
<Sai mia figlia ha diciassette anni, ma odia gli animali, perciò non le ho mai domandato di lavorare qui, a lei piacciono molto le moto, le macchine al posto di un essere vivente con un cuore...>dice quasi sconfortato,
<Mario, ognuno ha la propria passione ed è inutile costringere una persona ad amare qualcosa che non ha mai amato>dico e lo abbraccio di nuovo.

Lui si riprende e dice ,
<allora da domani puoi venire, alle 10 di mattina in punto mi raccomando>dice, faccio il saluto militare e dico,
<sisignore>, ride.
Mi riprendo il piccolino ormai sveglio e attivo e lo riporto a casa mia, tanto i miei non ci saranno e Tamy sarà con le sue amiche.

Prima di uscire domando,
<Ma che ore sono??>, mi arriva una risposta immediata,
<le 9, ciao Isabel>.

NONOSTANTE TUTTO SARÒ LIBERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora