Prologo.🏳️‍🌈

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Ciao a tutti,
Non sono una scrittrice quindi non aspettatevi grandi cose da me. Semplicemente il mio livello di sottoneria verso i ClaRio con un bambino/a in braccio è così elevato che ho dovuto metterlo nero su bianco.👨‍👨‍👧
Il titolo non so se sia adatto, l'alternativa era: Due rincoglioniti e mezzo ma Nina non è di certo rincoglionita come i genitori😂 e se non ha un senso, prima o poi lo troveremo.
Grazie a Francesca❤️ per avermi affiancata nei sogni ad occhi aperti (trash) e per le super copertine.
Non so quanti capitoli ci saranno, (la mia mente è arrivata fino all'adolescenza) insomma, chi vivrà vedrà direbbe qualcuno.😏
Vi avviso in anticipo che NON ci saranno drammi, per quello basta e avanza la realtà😂.

Prologo.

"Accadono cose che sono come domande, passa un minuto oppure anni e poi la vita ti risponde."

Sono passati cinque anni da quando Claudio e Mario se ne stavano in piedi, l'uno affianco all'altro, di fronte ad uno striscione bianco sul quale fronteggiava questa scritta, ognuno con i propri pensieri, senza sapere che cosa la vita avrebbe riservato al loro amore.

Entrambi ignari di quanto si sarebbero dovuti odiare per arrivare ad amarsi, di quante verità scomode avrebbero dovuto affrontare per spazzare via il rancore accumulato, di quante parole si sarebbero dovuti sputare addosso per imparare a conoscersi, di quante volte avrebbero dovuto toccare il fondo per rialzarsi più forti di prima e di quante volte avrebbero dovuto sentire, toccare, il bisogno estremo dell'altro per capire ciò che rischiavano di perdere.

Ma Claudio e Mario hanno sempre avuto un destino ben scritto e non riescono ancora oggi a spiegarsi come, nonostante tutto, siano riusciti a salvarsi.

Forse dovevano solo crescere, forse è vero che l'amore vince su tutto o forse, semplicemente, il mondo ha solo smesso di prendersela con il loro amore. Lo stesso mondo che li ha visti giocare a farsi del male, farsi scudo a vicenda per proteggersi, perdersi, tornare, perdersi di nuovo e tornare ancora. Non importava quanto fosse alto il muro dell'orgoglio o quanto la loro mente fosse influenzabile dall'esterno alla fine quel filo verde e blu chiamato Amore li aveva ricondotti nel giusto asse, Roma e Verona non avevano mai smesso neanche per un solo istante di sorridersi e di aspettarsi.

Quell'Amore forte e fragile allo stesso tempo li aveva portati allo sfinimento, era una lotta continua a chi tirava di più la corda.

Dire di NO significava vincere sull'altro, fargli capire cosa si prova a non ottenere ciò che si vuole.

Vederlo soffrire era una rivincita.

Vederlo mollare era lo stimolo vitale per rincorrerlo.

Poi un giorno apri gli occhi e ti rendi conto di quanto sia un massacro per entrambi e così decidi di giocare dalla stessa parte abbassando quel muro fatto di orgoglio, risentimento e sofferenza.

Azzeri gli errori e riparti dal principio, dall'Amore.

...

Tre anni trascorsi a Verona, insieme.

A poco a poco che la popolarità scemava essa aveva lasciato spazio alla normalità, alla quotidianità quella fatta di cose semplici: un bar da ristrutturare, un negozio di abbigliamento appena avviato, una casa da arredare e un equilibrio da proteggere.

Due ClaRio e mezzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora