Infinitamente.🌊

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Non sapevo bene come impostare questo capitolo ed ero partita con tutt'altra idea, alla fine credo che sia uscito fuori un mix di trash e dolcezza (spero non eccessiva).
Farò di tutto per scrivere qualche capitolo in questi giorni, ma non vi posso promettere nulla.

Infinitamente.

01/06/2026

Erano arrivati a Napoli in tarda mattina, il treno per fortuna non aveva avuto ritardi e Nina aveva trascorso tutto il viaggio a sonnecchiare poggiata alla spalla di Mario mentre guardava un cartone animato sul tablet.

Scesero dal treno e Claudio imprecò quando una delle due valige scivolò dalle sue mani e finì ai piedi del binario.

<<Mario una mano no eh?>>

<<C'ho Nina io, pesa...quanto sei imbranato mamma mia, dammi qua.>> afferrò il suo bagaglio e si incamminarono verso l'uscita.

<<Papà però così soffoco, mollami un po'.>>

<<No, è pericoloso Nì.>>

<<Mario sta in braccio a te, come pensi che possano rubarla?>> gli si affiancó accelerando la sua andatura e si beccó un'occhiataccia da parte del compagno. Odiava profondamente quando osava contraddirlo.

<<Non si sa mai, se la lascio questa scappa.>>

<<Sei il solito paranoico, esagerato...>>

<<Devo ricordarti di quando sei salito in macchina convinto di avere Nina con te invece l'avevi lasciata in casa con i tuoi?>> Claudio alzó gli occhi al cielo, erano passati quattro anni e ancora osava rinfacciargli quella dimenticanza.

<<Raccontala bene però, avevamo passato la notte in bianco per i denti.>>

<<Cla piantala, usciamo da questa stazione che c'ho l'ansia. Controlla se ho il portafogli un attimo.>> si bloccò finendo per far sbattere Claudio contro la sua schiena.

<<Porca putt...No Mario non ce l'hai.>> tastò il lato B del compagno e sfilò lentamente il portafogli.
Quale modo migliore di iniziare la giornata se non far arrabbiare Mario?

<<Che cazzo dici? Ho le carte, la patente, la tessera sanitaria di Nina, i documenti...>>

<<Eh che ne so io, magari è in valigia.>>

<<No so sicuro era lì dietro.>> Mario lo fissó con gli occhi sgranati e dentro di se imprecava qualsiasi forma vivente possibile.

<<Eh allora dobbiamo andare a fare la denuncia di smarrimento.>>

<<Lo sapevo, lo sapevo. E poi dici che so paranoico, cazzo.>>

<<Papà se devi dire cazzo, dillo a bassa voce però.>> la bambina intervenne prontamente.
Ne lui ne Claudio riuscivano a non dire parolacce in sua presenza, ci avevano provato ma gli era risultato impossibile; così erano scesi ad un compresso: pronunciarle a bassa voce in modo da non fargliele sentire, tutto ciò con scarsi risultati.

Due ClaRio e mezzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora