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Il nuovo giorno per Luna iniziava sempre allo stesso modo: la sveglia che suona, lei che la spegneva rischiando di farla cadere, lei che si alzava, prendeva cose a caso dall'armadio e andava in bagno a prepararsi. Quel giorno però era iniziato con un sogno strano: lei era sdraiata su un prato verdissimo. Il cielo azzurro senza nuvole era sopra la sua testa e quella di un altra persona. "Senti... ma quindi non ho capito accetti o no di uscire con me?" aveva chiesto nel sogno. Ma prima che l'altra persona potesse risponderle la sveglia l'aveva subito riportata nel mondo reale. "Accidenti a quello che ha inventato le sveglie" sbottò la ragazza infilandosi una maglietta rossa e un gilet di pelle. Scendendo le scale sentì sua madre gridare "E mi raccomando Lou non fare tardi anche oggi!!" "È inutile che glielo dici tanto papà farà tardi anche oggi" commentò Luna entrando in cucina. "Buongiorno cara. Ti prego non ricominciare con le tue solite supposizioni assurde" disse sua madre mettendole davanti un piatto con sopra una brioche e una tazza di tè. "Non sono supposizioni assurde, sei tu che ti fidi troppo di papà. Se fosse per lavoro non farebbe tardi tutti i santi giorni. Secondo me..." "Luna Giacinta Verras ti proibisco di dire ciò che pensi" esclamò Sabina Verras girandosi verso la figlia con un piatto in mano. Si fidava molto di suo marito Lou (troppo secondo Luna), al punto da escludere la possibilità di un tradimento. Luna fece colazione in fretta e in silenzio, prese lo zaino e prima di andare disse: "Come vuoi mamma, ma non venire a piangere da me quando magari lo troverai intento a scoparsi una delle sue tante segretarie". Chiuse la porta prima che Sabina replicasse: odiava essere così diretta, ma secondo lei suo padre aveva un'amante e l'avrebbe scoperto a costo di finire sul giornale. L'aria mattutina le attraversava i capelli raccolti in una coda e ogni tanto si infilava sotto la sua gonna scozzese. "Inizia a fare un po' freddo, sarà meglio che inizi il cambio armadio" si disse Luna dirigendosi verso la scuola. Quando arrivò trovò i soliti gruppetti intenti a chiacchierare prima dell'inizio lezioni e, in un angolo, Paloma. Era una ragazza arrivata da poco nella loro scuola ma che era stata subito etichettata come strana. In effetti non era poi tutto errato: molte volte rimaneva imbambolata anche per tanti minuti in classe e ogni tanto qua e là si trovavano bigliettini con frasi scritte da lei come "We are young we are strong" oppure "With your love I can breathe underwater". Appena entrò in classe Luna fu subito accerchiata da alcune sue compagne che apparivano terrorizzate. "Luna, Luna è successo di nuovo" gridò Lisa. "Era sul tuo banco secondo noi è una minaccia da quella lì" aggiunse Sandy mostrando un bigliettino. "Ragazze basta con le vostre fantasie fatemi leggere questo famoso biglietto" replicò la ragazza strappando il foglietto dalle mani di Sandy. C'era scritto "We are not what you think we are, we are golden". "E allora? Mi dite cosa c'è di così terribile?" commentò la ragazza andando verso il suo banco. "Ma come non sei minimamente preoccupata? Lo sai quello che dicono su Paloma dicono che sia fuori di testa e che scriva quelle cose per annunciare qualcosa". Con la coda dell'occhio Luna vide entrare la ragazza insieme alla professoressa di matematica. Accartocciò il bigliettino e disse: "Sandy tu vedi troppi telefilm. Che vi piaccia o meno all'intervallo le andrò a parlare, voi dovete smetterla di farvi influenzare dalle dicerie!" sbottò prima di sedersi al suo posto.

Eccola là. Seduta nel solito posto da quando era arrivata in quella scuola. Passava l'intervallo così, scrivendo cose su un quadernetto e ogni tanto alzava la testa e sosteneva lo sguardo di qualcuno che passava e la guardava storto. Paloma si sorprese vedendo arrivare verso di lei Luna Verras. Per la prima volta da quando era in quella scuola chiuse il quadernetto. "Ehi, che onore" fece Luna. "Come?" domandò Paloma distratta. "Beh... Paloma Penniman che chiude il suo quadernetto appena mi vede arrivare. Non capita a tutti" "Ho capito. Anche tu credi a tutto quello che si dice su di me. Che sono pazza, che scrivo frasi perché sono una profetessa o cose del genere" disse la ragazza sconsolata. Stava per andarsene quando Luna la bloccò. "Aspetta. Non è vero io sono diversa, anzi vorrei conoscerti meglio, perché scrivi quelle cose? Sono molto belle sai?" "Ti... ti ringrazio" mormorò Paloma. "Comunque... sono ispirazioni. Io purtroppo sono molto distratta e a volte lascio in giro le cose come questi bigliettini" spiegò mostrando alla ragazza un foglietto con scritto "You're the origin of love" "in realtà le scrivo per aiutare una persona. Ma se lo spiegassi a qualcuno non mi crederebbe". Luna le posò una mano sulla spalla. "Beh... c'è sempre una prima volta. Io voglio sapere questa storia. Hai da fare questo pomeriggio?". Paloma scosse la testa, quindi Luna disse: "Alle 17 al bar 'L'angelo blu'. E porta tutti questi foglietti". Detto ciò se ne andò strizzando l'occhio alla ragazza, che rimase basita con il foglietto aperto in mano. "Avanti uscite allo scoperto so che stavate origliando!" esclamò Luna appena entrò nel bagno che si affacciava al giardino. Lisa e Sandy uscirono da un bagno sospirando: "Scusa ma noi ci preoccupiamo per te e..." "Zitte! Non voglio sentire un'altra parola su Paloma. La vedrò oggi pomeriggio e se osate seguirci vi disconosco come amiche!!". Le due furono ammutolite da quella furia scoppiata in Luna e per le successive ore di scuola non tornarono più sull'argomento, anche se in loro rimaneva la paura nei confronti di Paloma Penniman.

Io e te. Sole e lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora