Era l'ennesima lezione che non riuscivo a seguire. Pensavo alle parole che Jungkook mi aveva detto prima e al motivo effettivo per cui sono scappato via. Non riesco a capire. La paura di avere qualcuno vicino? La paura che mi venga portata via l'unica cosa bella della mia vita? Forse semplicemente più penso a questo ragazzo e più mi viene in mente la mia mamma che è stata uccisa in una rapina, Hobi che è stato allontanato da me e tutte le cose brutte che mi sono succese. Non voglio soffrire, ma posso continuare così?
Per fortuna per oggi le lezioni sono finite, posso tornarmene a casa o andare a fare un passeggiata in un parco per schiarirmi le idee. Mi avvio fuori dall'edificio dell'università e poi fuori dal cancello. In mente un solo pensiero, la frase di Jungkook: "Io non mi arrendo facilmente, hyung!"
Assorto nei miei pensieri, non vedo nemmeno il ragazzo contro il quale vado quasi a sbattere, mi scuso senza guardarlo e continuo a camminare verso casa mia. Non riesco a smettere di pensare a Jungkook, a quanto mi piacerebbe rivedere Hobi, e allo stesso tempo alla voce cattiva del signor Suk che mi dice che non sarò mai in grado di essere felice nella mia vita.
Arrivato a casa, poso la borsa con i libri e le cose che mi porto all'università, mi metto una tuta con una maglietta e sopra una felpa ed esco di nuovo. Non lontano da casa mia c'è un parco, ma non ci sono mai andato. Mentre mi avvio verso il parco, ripenso a quanti pomeriggi passati con Hobi nel vecchio parco giochi abbandonato che c'era vicino casa sua e mi viene automaticamente da sorridere. Ballare mi faceva sentire così bene a quei tempi, riusciva a farmi dimenticare del signor Suk, di tutte le cose che mi faceva e mi faceva fare.
Una volta al parco, vado a sedermi sotto un albero, con la musica nelle orecchie e mi metto a guardare il cielo, con le sue sfumature di azzurro spezzate dalle nuvole soffici.Non so quanto tempo passo così, ma quando parte la canzone preferita mia e di Hobi, decido di fare una cosa che non faccio da un sacco di tempo. Stacco le cuffiette, metto la musica al massimo e la faccio ripartire, poggiando il telefono per terra. Mi metto a ballare, abbastanza vicino da sentire il suono uscire dal telefono e sorrido automaticamente nel vedere che riesco a ricordare a memoria ogni singolo passo di quella coreografia che io e Hobi avevamo inventato. Mi lascio trasportare, chiudo gli occhi e per un attimo risento la sensazione di avere il mio amico accanto a me, di ballarla insieme a lui. È come tornare indietro nel tempo, una sensazione che mi fa sentire "a casa", nonostante non fosse un periodo proprio facile per me, però almeno avevo un amico che teneva a me. Lascio che le note della canzone mi entrino dentro e mi scorrano come l'ossigeno nelle vene. Ballo per tutto il tempo con gli occhi chiusi, senza avere consapevolezza di cosa ci sia intorno a me.
《Ti sei un po' irrigidito.. Da quanto non balli, Chim Chim?》 Sento quelle parole e al suono di quel nome sgrano gli occhi, voltandomi verso il punto in cui sentivo provenire quella voce. Scuoto la testa tanto sono incredulo, non riesco a crederci.
《Hobi? Sei davvero tu?》 Gli chiedo avvicinandomi, mentre un'altra canzone della mia playlist inizia a suonare intorno a noi, ma per me non esiste niente se non il mio vecchio amico.
《Il tuo solo ed unico raggio di sole!》 Mi risponde con quel suo sorriso che lo caratterizzava, mentre fa gli ultimi passi verso di me, stringendomi in un abbraccio, come solo lui faceva. Mi stringo a lui e automaticamente le lacrime scivolano via. È sempre stato quello che mi faceva sfogare e quello che non mi ha mai giudicato se piangevo. 《Vieni con me, andiamo in un posto più.. giusto!》 Mi dice poi, lasciandomi andare e dandomi il tempo di prendere il telefono.
《Sono così sorpreso che tu sia davvero qua!》 Gli dico, sorridendogli, nonostante fino a nemmeno un minuto fa piangevo.
《Mia madre volle trasferirsi qui, sai, per andare via da Busan... solo che non ho saputo nulla finché non siamo arrivati o ti avrei detto dove andavo.》 La sua voce é dolce e rassicurante come sempre, mentre mi parla. Non mi ha mai sgridato, non si è mai arrabbiato con me, ma si è sempre comportato come se fosse un mio hyung di sangue.
《Oh, lo so, non devi preoccuparti...》 Lo rassicuro, mentre continuiamo a camminare, verso non so dove. Mi lascio guidare da lui, la mia fiducia in lui non è diminuita nemmeno di un minimo.
《E tu, come sei arrivato a Seoul?》 Mentre mi pone quella domanda ha negli occhi lo sguardo lo preoccupato di chi sa cosa ho dovuto affrontare e il dispiacere di avermi lasciato.
《Ho continuato a lavorare al locale anche quando tu sei andato via, in fondo mi piaceva...》 Inizio a raccontargli dal momento in cui è partito, cercando di non farmi prendere da una crisi di pianto.
《Beh, Christian era piuttosto apprezzato da nostri clienti...》 La sua risata è contagiosa e lui nonostante siano passati anni ama ancora prendermi in giro, come faceva a quei tempi per via del mio nome da palcoscenico.
《Si, lavoravo bene. E ad un certo punto sono riuscito ad avere un aumento, cosa che però ho tenuto nascosta al signor Suk, sai no? Avevo iniziato a mettere qualcosa da parte già prima che tu andassi via, già da subito in pratica...》 Lo vedo annuire mentre camminiamo e farmi cenno di continuare. 《All'inizio non era molto quello che avevo, ma nel giro di un paio di mesi, grazie all'aumento avevo da parte già qualcosa per cercare una casa non appena avessi fatto 18 anni e pagarmi l'università. Sono riuscito nei miei sogni, sono riuscito ad andare via, anche se era un buco di casa, era un enorme miglioramento rispetto all'orfanotrofio e comunque avevo ormai lo stipendio tutto per me. Mi sono iscritto all'università e ho continuato a vivere così.. fino a che non ho ricevuto una telefonata dall'avvocato di mio padre, dovevo presentarmi da un notaio qui a Seoul per leggere il testamento dato che mio padre era morto. Nel frattempo la mia università aveva fatto domanda per farmi inserire nel programma qui a Seoul, dato che comunque avevo voti alti, e ora sono qua. Da quando ho messo piede a Seoul non sono mai tornato a Busan, il mio è stato un abbandono completo.》 Gli racconto tutto quasi d'un fiato e lui non mi interrompe, mi mette solo una mano sulla spalla e mi guida, finché non ci fermiamo davanti ad un posto che sembra essere una scuola di ballo.
《Hai ancora tante cose da raccontarmi, ma abbiamo tempo...》 Mi sorride per poi aprire la porta e farmi cenno di entrare. 《Però sono felice che tu sia riuscito a iscriverti all'università, sei sempre stato un ragazzo intelligente e con talento!》Le sue parole mi fanno appena arrossire e scoppiamo a ridere insieme nel momento in cui mi guarda negli occhi.
《Io sono contento di averti ritrovato, Hobi, sei sempre stato il mio unico amico!》 Pronuncio quelle parole senza vergogna alcuna e lui mi sorride, facendomi poi strada verso l'unica sala da cui si sentono rumori attutiti. Quando apre la porta io resto quasi shockato dalla scena che ho davanti.
《Non ti spiace se oggi abbiamo compagnia, vero Kookie?》 Sento dire da Hobi mentre si addentra nella sala, lasciando cellulare e chiavi per terra.
《Certo che...》 Il mio sguardo era fermo su di lui, perciò quando si è girato, i suoi occhi sono finiti dritti nei miei proprio come ieri sera. 《Jimin hyung..》 Lo vedo aprirsi in un sorriso e non posso far a meno di ricambiare. Forse non mi posso liberare di questo ragazzo, anche se liberarmene è proprio l'ultima cosa che voglio.
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Please perdonatemi, so che è abbastanza lungo ma, una volta che inizio a scrivere i dialoghi mi si allunga parecchio la scrittura.. 😱
Spero il capitolo vi sia piaciuto e se non è così, sentitevi liberi di dirmi cosa non va!
Un abbraccio, a presto..Arya 💐
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Does anyone love me? |Jikook
Fanfiction"Avete mai provato quella sensazione di paura, quasi panico non appena la vita di dona qualcosa di bello, per paura di vederla sparire dalla vostra vita, portandosi via tutto? Io vivo con quella sensazione perenne ormai, nonostante sia solo un ragaz...