🔮 24 🔮

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Nel momento in cui riprendo conoscenza, provo ad aprire gli occhi, ma un male alla tempia mi colpisce all'improvviso impedendomi persino quel gesto così banale. Cerco di calmare il battito accelerato del mio cuore, provando a respirare profondamente, ma facendolo un odore come di chiuso e vecchio mi arriva alle narici. Faccio fatica ad aprire gli occhi, ma nonostante sia riuscito a socchiuderli un po', non vedo nulla, solo il buio. Probabilmente è ancora sera o, ovunque io sia, ci sono le finestre chiuse ed è per questo che non vedo nulla. All'improvviso ripenso all'ultima cosa che ho visto e apro del tutto gli occhi di scatto, causandomi altro dolore, mentre la figura del mio Kookie mi torna alla mente. Chissà cosa è successo e quanto si sta preoccupando in questo momento. "Devo tornare da lui. Si, ma come?" mi chiedo, cercando di guardarmi intorno mentre i miei occhi si abituano a quel buio. Capisco di essere in una stanza di quella che sembra una casa abbandonata o non curata per nulla e abbandonata a sè stessa, anche se non capisco come si possa lasciar ridurre una casa così se la si deve usare. Però più mi sforzo di pensare e di tenere gli occhi aperti, più il dolore si fa forte, costringendomi a socchiudere di nuovo gli occhi, fino a che non perdo di nuovo conoscenza. 

La stanza buia. Non tornavo qui da secoli, deve essere un incubo. Sento il tessuto del lenzuolo contro la pelle e capisco di essere nudo, sdraiato a pancia in giù, con le mani legate sopra la testa, alla testata del letto di ferro. Fa freddo. Sento i brividi su tutto il corpo a stare così nudo al freddo. Ma presto mi rendo conto che non sono solo brividi di freddo, c'è qualcosa in più. Sento una porta aprirsi e una voce chiamarmi e la paura si impossessa di me.
《Jimiiiiiin...》Pronuncia il mio nome come lo pronuncerebbe una bambina, ma in realtà è solo un mostro. Sa che odio quando mi chiama con questa cantilena, ma lo fa lo stesso, perchè sa che mi fa venire i brividi. Sembra una presa in giro, la beffa oltre al danno.  Ho gli occhi socchiusi ma è tutto buio, non vedo niente, posso solo sentire cosa succede intorno a me. Quando sento la porta chiudersi ed il rumore della chiave che viene girata per bloccarla, nel mio corpo si espandono tanti di quei brividi che inizio a tremare senza rendermene conto. Lo sento avvicinarsi a me, posandomi una mano sulla caviglia, mentre io mi mordo appena le labbra per non farmi scappare nessun lamento. No, non lo accontenterò così facilmente. Lui ama la paura che ho di lui e non ho intenzione di mostrargliela. Fa scorrere le dita sulla mia pelle, quasi fosse una carezza, ma l'effetto che mi fa non è certo quello dolce che mi farebbe normalmente un gesto simile. No, inizio a sentirmi schifato, sento la sensazione della nausea iniziare a prendere possesso di me. Quando arriva al mio sedere, completamente nudo ed esposto, sposta le dita, solo per potermi dare uno schiaffo davvero forte, facendomi sussultare sul letto.《Che succede mio piccolo Jimin? L'uomo nero ti ha forse tagliato la lingua...?》Mi dice in un sussurro contro il mio orecchio, causandomi altri brividi incontrollati, mentre ridacchia appena e si allontana da me, forse per prendere uno dei suoi tanti strumenti di tortura.
Per diversi minuti non sento nulla, nemmeno i suoi passi per la stanza, ma so che non se ne è andato, non mi lascia mai solo con la paura addosso. Gli piace saziarsi delle mie suppliche, delle mie urla. Tengo gli occhi serrati, non oso aprirli perchè so che se li aprissi ora non riuscirei più ad estraniarmi da quel posto. Cerco un posto felice nella mia mente, ma stavolta non è facile, dopo essere rimasto chissà quanto tempo qui in questa posizione. Mi fa male tutto e non riesco a non pensare a cosa potrebbe succedere da un momento all'altro. Ed infatti ecco che sento il materasso sotto di me muoversi, come se qualcuno fosse appena salito sul letto. Serrò maggiormente gli occhi quando sento le sue mani sulle mie caviglie, salire decise fino ai miei fianchi e farmi mettere in ginocchio. Non ho nemmeno la forza di alzare la faccia dal materasso. So di farlo ancora più contento così, ma non mi importa. Lo sento colpirmi il sedere con quello che dovrebbe essere un frustino fatto da tante piccole corde o una cosa simile, ma mi mordo le labbra per non far uscire un solo gemito di dolore. Lo sento ridere, mentre si avvicina a me ancora una volta e le lacrime iniziano ad uscire silenziose senza che io possa fermarle.《Vedrai che ora ci divertiamo, Jimin.》Sono le uniche parole che mi dice prima di spingersi dentro di me senza preoccuparsi del dolore lacerante che mi colpisce, come se mi sentissi strappato in due. A questo dolore però non riesco a reprimere un urlo. 

Mi sveglio di soprassalto e sento le lacrime rigarmi le guance. Lacrime che subito mi affretto ad asciugare passandomi le maniche della felpa contro le guance, per quanto possibile dato che con le manette che mi trovo ai polsi ho i movimenti limitati. Sospiro e mi guardo intorno, mentre un bruttissimo presentimento si fa strada dentro di me e i brividi mi assalgono. Ancora non riesco a vedere nulla e tutto questo deve avermi ricordato la stanza buia, ecco il perchè del sogno. L'unica cosa che sono riusco a capire è che sono seduto su un materasso di quelli sottili, buttato per terra in un angolo, con la schiena poggiata contro la parete. Non sento rumori e non sento odori particolari che potrebbero farmi capire cosa sta succedendo. Provo a pensare, ma il forte dolore che sento alla testa non mi fa essere lucido. Probabilmente quella che ho ricevuto è stata una botta fin troppo seria. 

Non so per quanto tempo resto dentro quella stanza, da solo al buio, con il freddo iniziava a penetrarmi nelle ossa, nonostante fossi ben coperto dalla felpa. L'umido di certo non aiutava. All'improvviso sentii la porta aprirsi e aprii gli occhi, guardando da quella parte. Vidi una ragazza entrare nella stanza e avvicinarsi a me. Notai che tremava e che tra le mani teneva una bottiglietta d'acqua quasi vuota che posò accanto a me, prima di indietreggiare e andare via. Sentivo che tirava su con il naso, come se non avesse fatto altro che piangere per parecchio tempo ormai. Provai a chiamarla, ma non ci fu niente da fare, scappò via, con la porta che si chiudeva alle sue spalle. Probabilmente era solo una vittima anche lei. Sospirai, sperando che mi stessero cercando, anche se ero sicuro che Kookie stava già mettendo sotto sopra mezza Seoul. Feci un sorriso molto molto triste e amaro e presi la bottiglietta, bevendone il contenuto che bastò a malapena. Una volta svuotata la bottiglietta, la lanciai lontano con un moto di rabbia e posai la testa contro il muro, mentre provavo per l'ennesima volta ad allentare le manette, riuscendo solo a scorticarmi i polsi, facendomi male. 

Rimasi in quella posizione per parecchi minuti, forse anche un'altra ora. Più il tempo passava più i miei nervi crollavano. La brutta sensazione che avevo, iniziava a farsi sempre più insistente e stava iniziando a rendermi difficile respirare. Non sarebbe stato facile uscire illeso da questa situazione. E se lo fossi stato fisicamente, sarebbe stata invece la mente quella che ne avrebbe risentito per parecchi anni. Sento le palpebre pesanti, per lo stress e la stanchezza, ma non voglio dormire, non dopo quell'incubo. Sento la porta aprirsi di nuovo e punto i miei occhi su di essa cercando di cogliere la figura che ne entrerà. All'improvviso le mie brutte sensazioni e le mie più grandi paure diventano realtà. 

《Pronto a divertirti ancora, Jimin?》  

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So che avevo detto che in questo capitolo si sarebbe capito qualcosa in più, scusatemi... quando ho scritto l'incubo/ricordo di Jimin, non riuscivo a non piangere. Sarà che io sono piuttosto sensibile e vedere e leggere ste cose mi fa star male... scriverle e farle passare a uno dei miei bias, peggio. Si, vi darò una mano ad uccidermi!
Fatemi sapere che ve ne pare... ditemi se vi aspettate qualcosa in particolare, chissà, magari mi siete di ispirazione. 
Un abbraccio ❤

Arya💐

Does anyone love me? |JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora