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Per quel pomeriggio Jae non era più tornato a farmi visita. Persino la cena mi era stata lasciata dal tizio che lo accompagnava ogni volta che veniva da me. C'erano dei libri in quella camera, quasi come se avessero voluto renderla confortevole e così avevo passato quel tempo a leggere per cercare di non pensare. Speravo solo che tutto questo finisse presto. Speravo di poter tornare alla mia vita insieme a Kookie e ai miei hyungs, portando Jae con me. In fondo in quella settimana che sono stato chiuso qui, non era diventato solo un alleato grazia a cui potevo scappare, ma perfino un amico. Aveva quel genere di personalità che mi faceva pensare che avrebbe legato facilmente con Tae. Cercavo di restare con i piedi per terra e non pensare a loro, che mi mancavano così tanto, ma non potevo farne a meno. Nonostante la mancanza dolorosa, quei pensieri erano diventati un luogo dove mi rifugiavo, un po' come quando ero ragazzo e il signor Suk abusava di me. 
Penso fosse tarda notte quando mi misi a camminare avanti e indietro davanti la scrivania di legno che se ne stava contro una parete. Poggiati sopra c'erano un semplice portapenne da tavolo con qualche penna e dall'altro lato qualche libro che avevo già letto. Mi sedetti sulla sedia che c'era davanti e aprii i cassetti, cercando un foglio di carta per scrivere e sfogarmi un po'. 
Lasciai che le parole fluissero dal mio cuore alla penna, senza passare per il cervello, liberandomi del peso che sentivo dentro di me. Quando mi accorsi che avevo iniziato a scrivere come se stessi parlando con Kookie, sentii calde lacrime scivolarmi sulle guance mentre continuavo a muovere la penna sui fogli di carta, scrivendo senza sosta. Scrivevo di come mi sentivo, di quanto mi mancasse, di quanta voglia avessi di rifugiarmi nel suo abbraccio, che nonostante fosse più piccolo di me mi faceva sentire al sicuro come niente prima di allora. 

Mi svegliai all'improvviso, sentendo una fitta alla schiena e mi accorsi di essermi addormentato seduto alla scrivania, mentre scrivevo. Presi quei fogli e nel rileggere l'ultima frase, mi scappò un'altra lacrima. "Penso che non ho mai voluto qualcosa, come ora voglio tornare da te. E ce la farò, non perchè tu hai bisogno di me, ma perchè sono io ad aver bisogno di te. Ti amo, mio Kookie." Mi resi conto che non glielo avevo mai detto davvero che lo amavo. C'eravamo scambiati un "credo di amarti", ma non un vero "ti amo". Piegai quei fogli e me li misi nella tasca dei jeans che indossavo, decidendo di non lasciarli in giro. Nello stesso momento vidi entrare Jae e vidi la guardia chiudere la porta dietro di lui. Lui mi sorrise e andò a buttarsi sul letto. 

《Ho chiesto di far colazione con te oggi, per questo sono già qui. E il signor Suk pensa che non ci sia nulla di male e mi accontenta.》Mi disse contento, mentre io mi avvicinavo a lui e mi sedevo sul letto, sorridendogli di rimando. Ero felice anche io che lo lasciassero venire qua. 
Non ebbi il tempo di rispondergli che la porta si aprì ed entrò il carrello con la colazione. Almeno non ci affamavano, mangiavamo tre volte al giorno e anche roba abbastanza buona. Avevamo però imparato a far colazione alla occidentale, con succhi di frutta, latte e cose dolci. Quando la porta si chiuse, mi alzai e andai a prendere il carrello e lo avvicinai al letto, mentre anche Jae si sedeva sul bordo, prendendo una tazza e versandosi del caffelatte caldo dalla brocca. 

《Hai scoperto qualcosa?》Gli chiesi, piuttosto impaziente di andarmene da lì, mentre mi versavo anche io un po' di caffelatte e ne bevevo un sorso, sedendomi a gambe incrociate sul letto. 

《Si, qualcosina.》Mi disse, mentre annuiva e si portava alle labbra uno dei toast che ci avevano portato. Me ne porse uno e io sorrisi, facendogli poi segno di ricominciare a parlare.《Penso che fosse troppo rischioso per lui restare a Seoul. Ho scoperto che ci troviamo in una città che si chiama Daegu, io non l'ho mai sentita, ma mi ha detto che è grande.》Io lo guardai curioso e quasi mi strozzai con il pezzo di toast che avevo appena addentato a sentire quelle parole. 

《Ti ha detto... chi, esattamente?》 Gli chiesi, dopo essere riuscito ad ingoiare il boccone e averci bevuto un po' di caffelatte sopra. Lui mi fece uno di quei suoi sorrisoni che mettevano allegria e mi si avvicinò un po'. 

Does anyone love me? |JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora