●Capitolo 33

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Gregory's pov

E' già passato un'anno. Un'anno da quando sono arrivato qui. Un'anno da quando tutto attorno a me, comincio' a cambiare.

Quest'anno spero che sarà tutto migliore.

Tutto passa e va. Il rapporto che ho con mio fratello,è diventato quello che nessuno dei due si immaginava. Siamo diventati gentili l'uno con l'altro, e sappiamo che possiamo contare l'uno sull'altro. Si è trovato pure la ragazza giusta... Strano, eh? Di come il tempo cambia le cose.

Di Matisse non so molto, è partita per due mesi, chissà dove. Quando a scuola ci incrociavamo nel corridoio, o in classe, facevamo finta di non conoscerci. E sinceramente penso, che la mia sia solo stata una stupida cotta per lei. Nulla di che.

Ormai sono troppo concentrato a giocare a football. Sì, sono il capitano della squadra di football della scuola.

Sono diventato il ragazzo più amato e desiderato dalle ragazze. E quello più stimato dai ragazzi. E tutto questo in un' anno. E ne vado terribilmente fiero.

Ditemi pure che sono egocentrico, egoista, ma lo sareste anche voi al posto mio.

Arrivai a scuola, in moto. La moto, è quella che considerei il mio unico e vero amore. Se siete donne, non capirete mai.

Entrai a scuola sbadigliando, e già captai gli sguardi trasognanti delle ragazze, che mi guardano. Che ingenue. Probabilmente sono il loro sogno proibito.

Io sono quel tipo di persona che non si scopa la prima persona che gli capita davanti, fortunatamente per loro. Perché io ho rispetto verso le persone, uomini e donne che siano.

E non ho intenzione di frequentare nessuno. Mi voglio concentrare più sullo sport, sullo studio. L'unica cosa che voglio è andarmene da questa cittò, troppo assolata, per i miei gusti.

Prima odiavo la pioggia, ora la amo.

La pioggia, il suo rumore, che ti culla mentre dormi.

Insomma, non pensavo che questa città mi avrebbe fatto schifo. Pensavo che questa città sarebbe stato un nuovo inizio, e lo è stato. Ma ora mi manca quello che è prima della fine, cioè qualcosa. Qualcosa che non so. Qualcosa che manca nella tua vita.

Quanti pensieri di prima mattina. Ho la testa che mi scoppia. Strizzai gli occhi, perché sono troppo assonnato e quasi vado a sbattere contro una persona minuta. Una persona, di nome Matisse.

La osservai un'attimo, prima di riprendermi e dire:  "Scusami."

Lei sorrise, come per dire "non fa niente" e si voltò, andandosene. E' cambiata negli ultimi mesi. Ha il viso scavato, quasi come se non mangiasse, e sotto gli occhi ha delle occhiaie profonde. il suo corpo, è diventato ancora più minuto, di com'era prima. Quasi stesse scomparendo. Rabbrividii.

E il suo sorriso...era spento. Privo di vita. Come  se nulla potesse salvarla. Come se stesse annegando. Forse è così. Anche se spero di no. Comunque non sono affari miei, giusto?

Mi incamminai verso l'aula, dove avevo la lezione...però, pensavo solo lei, al suo viso, al suo sguardo. Il suo sguardo, esprimevano dolore e disperazione. E immaginai che, stesse per scoppiare.

E sono sicura che con il suo carattere, non abbia confidato a nessuno quello che prova. E si sentirà inghiottita dal buio? Sapete quale dolore è quello più atroce, doloroso? E' quel dolore che tieni dentro di te, che non lo manifesti con la rabbia o con le urla. Ma con il silenzio. Quel silenzio che ti mangia, che ti consuma. Quel silenzio, di chi ha perso la speranza. Di chi ha perso già all'inizio. Di chi ha smesso di lottare. Che ha deciso di annegare, di lasciarsi inghiottire dal mare, buio e profondo.

Senza pensarci mi girai verso la direzione dove Matisse stava andando.

No, non la lascierò  annegare.

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Eccomi qua! Questo capitolo è per farvi capire, quanto una persona può cambiare con il tempo, e un invito a stare vicino alle persone che stanno per annegare. A capirle e ad abbracciarle nel momento più buio della loro vita. Di non lasciarle mai sole. Detto questo, baci!!

Vietato annegare (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora