●Capitolo 68

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Gregory's pov
Di-di-ding       di-di-ding
Il fastidioso suono della sveglia riempi' la mia mente.

La maledissi, come ogni mattina d'altronde. La spensi, e mi rimisi a dormire.

Ma ovviamente non bastava solo la sveglia a rompermi le palle.
Una forte bussata alla porta, mi fece brontolare.

"Alzati, coglione!"urlo' Tyler.

Digrignai i denti.
Io lo AMMAZZO.

"Coglione a chi?" ringhiai.

Lo sentii ridacchiare e dire: "Ti e' passato il sonno?"

Sbuffai scendendo dal letto e andai ad aprire la porta.

Appena aprii la porta, un pugno mi arrivo' dritto in faccia.

Sentii Tyler ridacchiare divertito.

"MI SA CHE TU VUOI MORIRE." urlai.

Lui corse velocemente in bagno, e chiuse la porta a chiave.

"Dannazione, Tyler! Mi devo lavare, esci da qui dentro, maledizione!"  ringhiai.
Giuro che questa me la paga. Lo taglio a pezzettini e lo do' in pasto al cane del vicino.

"CAZZI TUOI, FRATELLINO!"

Fanculo.
Che giornata di merda.

Accesi il cellulare per vedere che ore erano, ma l'occhio mi cadde su un messaggio.

My babygirl:
00:00
You.
I love you, babe.
Sono consapevole che stai dormendo. Ma mi andava di dirti che ti amo da morire.
E ti amero' per sempre.

In un attimo, quella giornata iniziata cosi' male, parve sorridermi.

Avevo un sorriso da abete sulla faccia.

Risposi
Ti amo tantissimo amore.
Ci vediamo tra poco.
Non vedo l'ora di abbracciarti, e baciarti.
Staro' con te, per sempre.
Fino alla fine.
Io e te.
Noi.

Mi vestii in fretta, e fortunamente Tyler era uscito dal bagno. Mi lavai in fretta la faccia, presi lo zaino e uscii di casa.

Ma poco dopo, sentii mio padre urlarmi dietro: "Non si saluta?"

Mi voltai e dissi: "Ci vediamo dopo scuola, babbo!"
Lo sentii ridacchiare ed ero sicuro che stesse scuotendo la testa, come era di sua abitudine.

In poco tempo arrivai a scuola e trovai, come al solito, la mia bellissima ragazza.

La salutai con un bacio e sussurrai:."Ecco qua, la ragazza che amo, di cui non posso stare senza."

Lei ridacchio' e sussurro': "Sei mio."
Non feci in tempo a risponderle che Lydia mi spinse lontano da lei e mi urlo': "Stai lontano da lei! E' solo MIAA!"

Sbuffai.
"Ancora con sta storia?"

Lei scoppio' a ridere.
E disse: "Okay la smetto."

"Menomale..."dissi a bassa voce.
Maty stava cercando di non ridere, ma non riuscii a trattenersi. Scoppio' in una risata che attiro' gli sguardi di molti ragazzi.

Non capitava spesso che rideste cosi' di gusto davanti a tutti. Pian piano avevano messo da parte l'immagine di una Matisse fredda. Ora c'era una Matisse che sorrideva con cortesia e gentilezza. Diversa dal solito.

Era ammirata da tutti.
E tutti erano ormai abituati a vedere me e Maty insieme.

"Ti va se..." mi propone lei, interrompendo i miei pensieri "andiamo a mangiare sushi, dopo scuola?"

"Certamente, ma prima avvertiro' mio padre, che non ci sono per pranzo."

Lei si rabbuio'. Non era ancora abituata al fatto che io e mio padre avessimo buoni rapporti.

Aveva paura che lui mi ferisse di nuovo. E io avevo ancora piu' paura che lui volesse ferire lei.

Sospirai. Presi il suo volto e la costrinsi a guardarmi negli occhi: "Andra' tutto bene." Lei sorrise.

"Vomito." disse il rompicoglione di turno, nonche' il mio migliore amico.

"Dannazione Lucas! Vai a scassare i coglioni a qualcun'altro."

Lui ridacchio' e poi mi avviso': "Non entrare in ritardo, o quella ti fa fuori."

Alzai gli occhi al cielo, ricordando quella racchia.
"Amore, devo andare o quella mi sospende." feci un sorriso di scuse e corsi a lezione.

Fortunatamente entrai giusto in tempo, ed evitai le ramanzine della professoressa.

Presi il cellulare e avvertii mio padre che non avrei mangiato a casa.

Lui volle sapere verso che ora tornavo. E io gli risposi verso le 17.

La giornata di scuola passo' velocemente e finalmente potei passare la giornata insieme, da solo, con la mia bellissima ragazza.

Andammo a mangiare il sushi e poi andammo a fare un giro nel centro commerciale.

Guardarla ridere, divertirsi, felice mi faceva essere...ancora piu' felice di lei.
Amavo vederla cosi' felice e spensierata. La amavo con tutto me stesso. E non potevo fare a meno di chiedermi, dove sarei, ora, senza di lei.

Arrivo' in fretta l'orario previsto per ritornare a casa. L'accompagnai piano fino a casa.

Ma prima di arrivarci mi disse: "Ti amo. Vai a casa, su. Poi se no, tuo padre s'arrabbia."

"Ma..."replicai.

"Sono abbastanza grande da riuscire ad attraversare la strada e arrivare fino alla mia porta."

"Va bene..."mi voltai per andarmene.

Ma mi ricordai di dovergli dire un altra cosa.
Mi voltai e vidi una macchina...al volante c'era mio padre. Aveva gli occhi fissi su Maty.

Non so cosa successe veramente. O meglio, come successe.
So solo che avevo spinto Maty dall'altra parte della strada e....

Vietato annegare (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora