●Capitolo 67

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Matisse's pov
La luce che entrava dalla tenda mi colpi' in piena faccia.

Santo cielo!
Non si puo' neanche dormire in pace!

Cercai di cambiare posizione, ma un paio di braccio muscoloso si avvolsero attorno al mio corpo.

Mi girai verso quel maiale del mio ragazzo...e sorrisi.

Era un maiale perche' ieri aveva mangiato 5 hamburger. Pero' nonostante tutto lo amavo. Ed era mio.

Neanche il tempo ci avrebbe separati. Ne ero sicura.

Lo sentii borbottare qualcosa di incomprensibile e ridacchiai.

Era cosi' tenero mentre dormiva.
Cercai di spostare piano il suo braccio e scesi giu' dal letto e mi dirisi verso la cucina.

"Buongiorno signorina" dissero i camerieri tutti in coro.

Sorrisi, pensando al mio primo giorno di scuola. Porta l'indice sulla bocca, e dissi: "Shh"

Loro annuiirono.

In cucina Selina stava gia' preparando la colazione.

"Buongiorno signorina."

Sorrisi e risposi: "Buongiorno."
Guardai fuori dalla finestra e vidi che c'era davvero un bel tempo.

Mi venne in mente una cosa e dissi a Selina di dire a Greg che ero uscita e che sarei tornata subito.

Uscii in fretta di casa e mi dirisi verso il mio fidato bibliotecario.

"Ehi! Da quanto!" mi saluto' il bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri.

"Gia'...sono stata piuttosto occupata in questi giorni." mi giustificai.

Lui mi sorrise e mi sussurro': "La biblioteca e' sempre aperta per te!"
E poi scoppio' a ridere. E io con lui
Mi ero completamente dimenticata delle giornate che passavo a leggere i libri con lui.
Che bei tempi, dio.

Mi ricordo pure che da piccola avevo una cotta per lui. Incredibile.

Non che sia non un bel ragazzo, ma...ora io amo Greg.

"Comunque che libro vorresti...?"

"Un libro di favole."
Lui me lo prese all'istante senza obiettare.

Era una cosa che adoravo di lui.
Non mi giudicava mai. Qualunque cosa io facevo lui era sempre dalla mia parte.

"Grazie, ci vediamo presto." lo salutai.

Uscii dalla biblioteca e mi dirisi verso casa.

Poco dopo, nel tragitto, vidi una bambina piangere da sola nel parco.
Mi avvicinai piano a lei e chiesi: "Piccina, perche' piangi?"

"Perche'..." singhiozzo' lei "mamma non vuole comprarmi i libri dove ci sono delle bellissime storielle. Ce l'hanno tutte le mie amiche...mamma mi fa leggere solo libri sulle stelle. "

Io annuii e dissi alla bambina: "Te lo regalo."

Lei mi guardo' e poi mi sorrise e strillo': "Grazie!"

Sorrisi. Ci sedemmo su una panchina e lei comincio' a leggere le storielle. Mi sedetti vicino a lei e la guardai mentre leggeva.

"Meredith!" urlo' una voce arrabbiata.
"quanto volte lo devo dire di non uscire di casa senza il mio permesso! E..."

Si fermo' quando vide il libro e sposto poi subito il suo sguardo su di me fulminandomi.

Mi alzai e dissi: "Signora, posso parlarle per favore, in privato?"

Lei annuii diffidente. Ci allontanammo un poco dalla bambina.

"Perche' le ha dato quel libro?" sibilo'.

Sospirai. "Vuole far leggere a una bambina, un libro di astronomia?"

"E che c'e' di male? L'astronomia e' bella. E' il mio lavoro." rispose indignata.

"Non volevo affatto offenderla, signora. Volevo dirvi solo che lei ha il diritto di leggere le favole, come tutti gli altri."

"E a che servono le favole?" chiese lei "sono solo illusioni."

Scossi la testa. "Proprio per questo lo dovrebbe far leggere alla sua bambina."

"E perche' mai?" s'incuriosi' lei.

"Diciamo che le ho fatto il regalo piu' grande con questo libro."
Lei alzo' le sopracciglia.

"Le ho regalato qualcosa di cui puo' credere. Credera' alla magia, alle principesse, al principe, ma non e' questo il punto. "

"E quale?" sussurro' lei.

"La speranza. E il lieto fine."

"Lieto fine?"

"Si', lieto fine. Penso che ognuno di noi, ha un lieto fine. Le favole hanno sempre un lieto fine. E in fondo in fondo, anche nelle favole, c'e' qualcosa di vero, non crede?"

E cosi' me ne andai, lasciando la donna riflettere.

Poco prima che uscissi dal parco, sentii la donna gridare: "Grazie!"

Sorrisi.

Tornai a casa e trovai Greg sul divano a guardare la televisione.

Entrai e chiesi: "Hai fatto colazione?"

Mi sedetti sul divano accanto a lui.
"No, ti stavo aspettando." sussurro'.

Lui si avvicino' piano a me e io istintivamente chiusi gli occhi. Appena sentii le sue labbra toccare le mie, una scossa mi pervase tutto il corpo. 

"Ti amo, Gregory Stallin."

"Ti amo, Matisse Greenwich. Ti amo da morire."

"Per sempre."
"Per sempre." scandi' lui.

Vietato annegare (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora