Il giorno seguente infatti, James si presentò fuori casa mia alle nove di mattina.
《Tesoro, James sta salendo in camera tua!》
Mi svegliai con le parole di mia madre quel giorno, alle quali non risposi.
Ero sotto le coperte e niente mi avrebbe mossa da lì.《Buongiorno piccolo cactus!》
La voce del mio migliore amico risuonò in tutta la stanza, ma anche lui non ricevette una risposta.
Dopo vari sbuffi, aprì violentemente la finestra rivelando una fortissima luce.《Giuro che ti ammazzo.》 sussurrai ancora con gli occhi chiusi.
《Sono le nove di sabato mattina, mi spieghi cosa diamine ci fai qui?》
Aprì finalmente gli occhi, trovando James seduto ai piedi del letto con le gambe incrociate.《Te l'ho detto che mi sarei fatto perdonare per ieri.》 Disse mentre controllava qualcosa sul cellulare.
《Se questo è il tuo modo di farti perdonare...》
Dissi alzandomi e prendendo dei vestiti, per poi chiudermi subito in bagno.Quando uscì lavata e vestita, James era steso sul mio letto mentre guardava il soffitto.
《E anche ieri mi sono salvato da una lunga maratona di Harry Potter, a quanto vedo.》 Disse lanciando un'occhiata al libro che era sul davanzale.
《Non riuscirai a fuggire ancora per molto.》 Dissi facendogli la linguaccia.
《Oh, quasi dimenticavo!》
Disse mettendosi una mano in tasca.《Ti ho portato questi.》
Disse, porgendomi un pacchetto di Haribo formato mini.《Okay sei perdonato!》Dissi abbracciandolo velocemente.
Io adoravo le caramelle gommose, più di qualsiasi altra cosa.《Quindi dove mi porti oggi?》
Dissi sedendomi accanto a lui.《Non lo so, per la prima volta nella mia vita non ho un piano.》
James infatti era fissato col dover organizzare la sua vita.
Odiava trovarsi impreparato.
Era un vizio che aveva fin da piccolo, e che a me non era mai piaciuto. Organizzare qualcosa è quasi sempre inutile, i nostri piani verranno sempre travolti.
Tutto può sempre cambiare, e anche l'inaspettato può accadere.《Bene, allora oggi decido io.》 Sorrisi e lui alzò gli occhi al cielo. Le mie idee non gli piacevano mai.
***
Così passammo tutto il giorno fuori, passando da un bar ad un altro, da un parco ad una piazza.
Non ci stancavamo mai, entrambi amavamo andare alla ricerca di posti nuovi. Odiavamo vedere cose già viste, amavamo l'ignoto, le cose nascoste, i posti sconosciuti.
Verso le sette del pomeriggio, ad entrambi arrivò un messaggio sul telefono da parte di un ragazzo della scuola, il capitano della squadra di football per l'esattezza.
Da Marcus:
"Questa sera siete tutti invitati al mio compleanno, si terrà presso il locale che si trova dietro la scuola, non mancate belli!"Tipico di Marcus, ogni anno per il suo compleanno organizzava feste assurde dove invitava quasi tutta la città. Io e James decidemmo di andarci, e dopo essere passati a casa per cambiarci, andammo alla festa verso le nove.
Il posto era ovviamente pieno di gente, alcuni già visti a scuola altri mai visti.
La sala era molto grande, c'era una pista per ballare immensa e poi un piccolo angolo bar con qualche sedia. Trovammo Marcus per fargli gli auguri, e lui era senza dubbi già ubriaco.
Il nostro capitano compiva 18 anni, anche se all'apparenza ne dimostrava qualcuno di più.《James! Come va amico?》
La voce di Kyle arrivò alle mie orecchie e cercai di fingere di non vederlo. Quando se ne andò, James scoppiò a ridere per la mia espressione indifferente e io lo guardai male.Quella serata andò avanti in un modo abbastanza bizzarro...per colpa di James avevo bevuto qualche bicchiere di troppo, ed ero bloccata ad un tavolo con persone che non conoscevo a giocare ad obbligo o verità.
Ciò che uscì da quel gioco fu qualcosa che avrei voluto dimenticare per sempre, fu tutto molto assurdo e imbarazzante.《James vado a prendere dell'acqua al bar.》
Dissi e mi alzai barcollando.
Arrivai all'angolo bar e mi sedetti su una sedia accanto ad un ragazzo.《Un bicchiere d'acqua perfavore》dissi per poi poggiare la testa sul bancone, l'alcool non mi aveva mai fatto bene.
Bevvi il bicchiere tutto d'un sorso e poi fissai il ragazzo al mio fianco. Mi soffermai sulla sua collana in realtà, perché era davvero bellissima: erano delle ali nere davvero particolari, fatte sicuramente di un materiale molto raro.《Ehi amico!》richiamai la sua attenzione. Mi guardò con aria indifferente mentre si aspettava che io dicessi qualcosa.
《Bella collana!》dissi dandogli una pacca sulla spalla, lui sgranò gli occhi mentre io tornai da James.
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EVERMORE
Teen FictionMadison Evans credeva di essere come tutti gli altri. Ma la sua vita apparentemente normale, gli viene portata via da tre persone che dicono di essere esattamente come lei: Ian, simpatico e gentile, Ariel, sfacciata e sicura di se, e Jay, un ragazzo...