12 - Le tue minacce di morte non mi fanno paura.

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<<Quando sono tornata casa ho trovato mia madre con un'espressione davvero preoccupata.>> sospirai.

<<Ha detto che sapeva dall'inizio che avrei seguito le orme di mio nonno e che a casa non ero più al sicuro. Era sconvolta...continuava a ripetere che lui mi stava cercando e che non si sarebbe fermato.>>
Spiegai con lo sguardo terrorizzato. James mi prese la mano e gli sorrisi.

<<Aspetta, lui chi?>> chiese Ariel.

<<Non ne ho idea.>>

<<Io so di chi stava parlando tua madre.>>
Sentì una voce alle mie spalle e mi voltai.
Jay era appoggiato al muro con le braccia incrociate.

<<Si chiamava Peter Evans.>>
Continuò Jay avvicinandosi a noi.
Io e James spalancammo gli occhi.

<<Non è possibile.>>
Commentai quasi con ironia.

<<Peter Evans è...era mio padre.>>
Guardai Jay sedersi al tavolo e deglutì.

<<Lo so.>>
Anche Ian e Ariel sembravano scossi.
Ma chi era mio padre?
Io non lo avevo mai conosciuto, mai visto nemmeno in foto. Era come un'ombra nella mia vita.

<<Lui faceva parte della quinta generazione, ma fu bandito.>>

<<Perché?>>

<<Noi cacciatori dovremmo usare i nostri poteri soltanto per uccidere gli angeli neri, è severamente vietato usarli sulla gente, soprattutto se innocente.>>
Spiegò Jay.

<<Ma tuo padre usava le sue abilità per uccidere e far soffrire gli abitanti, aspirava a diventare il più forte e il più grande cacciatore di tutte le altre generazioni.>>
I miei occhi diventarono lucidi.

<<Scusa se te lo dico Madison, ma tuo padre era pazzo.>>
Commentò Ariel ma Ian la rimproverò.

<<Quando fu bandito giurò che un giorno sarebbe tornato per uccidere il suo erede come vendetta, e dopo sparì.>>

<<Non si sa nulla di lui da più di 16 anni.>>
Disse Ian.
Pensai che le cose adesso avevano un certo senso, eppure quella storia faceva maledettamente male. Mio padre mi voleva morta.
Mi asciugai le lacrime.

<<Bene>>
Commentai.

<<Cioè non va bene, ma starò bene.>>

<<Finché sei con noi non ti succederà niente.>>
Jay mi guardò dritto negli occhi.

<<Ti proteggeremo Madison.>>
Sorrise Ian.

<<Potete chiamarmi Maddie.>>
Sorrisi tra le lacrime.

<<Bene adesso spiegaci come facciamo con lui.>>
Disse Ariel e tutti e tre si voltarono verso James.

<<Più persone sanno di noi è più siamo in pericolo, soprattutto tu.>>
Disse Jay.

<<Mi dispiace, davvero. Ma non sono pronta ad abbandonare l'unica cosa che mi ricorda la mia vecchia vita.>>

Jay annuì e si avvicinò a James.

<<Se parli, io ti uccido.>>

<<Sono abbastanza intelligente da poter capire da solo di dover chiudere la bocca, e le tue minacce di morte non mi fanno paura Mister 'non sorrido mai'.>>
Risi sotto i baffi e Jay lo guardò male, senza più rispondere. Ian lo guardò soddisfatto.

<<Andiamo, vediamo di sistemarti.>>
Disse Jay e io e il mio migliore amico lo seguimmo.
Quella casa era enorme.

Le camere da letto si trovavano tutte al secondo piano, mentre al primo c'erano stanze ancora 'top secret' per me.

<<Qui puoi stare tu.>>
Jay aprì la porta di una stanza con la spalla.
La mia stanza era piccola ma carina, le pareti erano marroncine e al centro c'era un grande letto a baldacchino.

<<Grazie>>
Jay ci guardò entrambi e poi ci lasciò soli.

<<Io ora devo andare ma tu chiamami quando hai bisogno, okay? Ti verrò a trovare sempre, non ti sbarazzerai di me così facilmente piccolo cactus.>>
James sorrise e mi abbracciò.

Quando rimasi sola nella mia stanza iniziai a sistemare tutte le mie cose.
Ariel passò in camera mia per dirmi che nei giorni successivi saremmo andati a scuola normalmente, per trovare il nostro pezzo mancante.
Mi stesi sul letto e guardai il soffitto. Non ero mai stata una persona coraggiosa ma in quel momento capì che avrei dovuto imparare ad esserlo.

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