La festa si rivelò tranquilla e James aveva fatto conquiste, come sempre.
James...la cosa che più mi dava fastidio
di quella storia era che a lui non potevo dire nulla, mi avrebbe dato della pazza, ma avevo bisogno dei suoi consigli, lui avrebbe sicuramente saputo cosa fare.
Mi sarebbe piaciuto essere come lui, che riusciva a rimanere calmo in qualsiasi situazione. L'unica cosa che lo faceva arrabbiare - e questo lo diceva lui- era quando qualcuno mi prendeva in giro, e succedeva.
Quel lunedì mattina andai a casa di James per svegliarlo, abitava a pochi passi da me ed era anche per questo che eravamo così amici. Sua madre, la signora Pocket, mi accolse per entrare.
Quella donna mi adorava e desiderava più di ogni altra cosa che io e suo figlio ci mettessimo insieme. Ma infondo sapeva che il legame di amicizia che avevamo era troppo forte. Mi disse che James stava ancora dormendo, così salì in camera sua per svegliarlo. Sapete quando nei libri vengono descritti i ragazzi mentre dormono? Senza maglia, con i capelli scombinati, il viso beato... ecco il mio migliore amico era tutto il contrario.
Indossava un pigiama di spiderman e aveva la bocca aperta dalla quale scendeva un po' di bava. Feci una smorfia per poi avvicinarmi a lui, gli tolsi velocemente le coperte e sussultò.<<no mamma, fa freddo>>
Disse cercando di riprendersi la coperta.<<James è tardi!>>
Non mi piaceva fare la mamma ma con lui era necessario.
Si lamentò per un po', ma poi decise di alzarsi.<<voglio morire>> disse guardandomi.
Sorrisi, perché lo volevo anche io.
Avevamo anche la verifica di matematica quel giorno,ed eravamo due capre in materia.Si tolse la maglia di spiderman, rivelando finalmente quel fisico di cui parlavano nei libri. Non era chissà quanto palestrato, ma nemmeno troppo mingherlino. Si avvicinò a me che mi ero messa in un angolino della stanza, aveva ancora la maglia in mano.
<<Perché ridi?>> alzai un sopracciglio, non avevamo molto tempo da perdere.
<<Non ho riso.>> aveva il volto vicino al mio, e sussurrava cercando di risultare sexy. Ma era soltanto stupido.
<<Ti ho vista fare un sorriso, ti fa ridere il mio pigiama di spiderman?>>
Mise le mani sui miei fianchi sorridendo e io sbuffai.<<Lo stai facendo di nuovo?>>
Alzò gli occhi al cielo.<<come sono andato?>> si allontanò con sguardo fiero.
A James piaceva recitare, e spesso si calava nei panni di Christian Grey.<<Meglio dell'originale>> alzai i pollici.
<<Adesso muoviti.>> sbuffò.
<<Tante ragazze pagherebbero per vedermi nei panni di Christian Grey!>>
Indossò una felpa nera.<<Da me avrai solo questo!>> alzai il dito medio e lui mi lanciò un cuscino.
Avremmo fatto davvero tardi quella mattina.***
Riuscimmo ad uscire di casa non troppo tardi, e fummo investiti dal freddo.
<<Pi greco è uguale a?>> dissi mettendomi davanti a lui.
<<3,14>> disse fiero.
<<Questa è roba elementare Maddie.>> sorrise.<<A volte dimentico anche quella...>>
Non ero mai stata un genio a scuola, me la cavavo ma niente di eccezionale.
James invece vantava di una media eccellente, oltre in matematica dove anche lui aveva dei problemi.
Quello era il nostro terzo anno di liceo,
avevamo diciassette anni, anche se le persone credevano sempre che io fossi più piccola, per la mia statura.
James infatti appoggiava sempre il braccio sulla mia testa, ed era una cosa che mi dava troppo fastidio.
Mentre camminavamo per la scuola, una macchina grande e nera ci passò accanto lentamente. La musica era alta e il finestrino si abbassò, quasi mi strozzai quando vidi i volti di Ariel, Jay e Ian fissarmi. Tenevano tutti e tre le collane bene in vista e mi lanciarono uno sguardo accusatorio. James non ci fece molto caso alla scena, per fortuna.
Fece spallucce e continuammo a camminare. Quella storia doveva finire.
STAI LEGGENDO
EVERMORE
Teen FictionMadison Evans credeva di essere come tutti gli altri. Ma la sua vita apparentemente normale, gli viene portata via da tre persone che dicono di essere esattamente come lei: Ian, simpatico e gentile, Ariel, sfacciata e sicura di se, e Jay, un ragazzo...