30 - Voi siete l'ultima generazione.

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Quando suonò la sveglia quella mattina mi alzai più lentamente del solito. Era tutto strano. Sapevo che un giorno saremmo partiti, ma era come se non ci avessi mai davvero pensato. E invece quella mattina mi preparavo per una di quelle battaglie che avevo visto fare dagli eroi del cinema. Ci vestimmo in fretta e quasi non volò una mosca per tutto il tragitto che ci portava da Beatrix e Logan. La cosa che mi sollevava era il fatto che presto non avrei più rivisto quei due. Per me rappresentavano il perfetto stereotipo di una coppia di cattivi dei film: uno è scemo, e l'altro fa finta di non esserlo. Beatrix ci rivolse un falso sorriso non appena ci vide entrare.

<<Bene ragazzi, mi dispiace dirlo ma siamo arrivati alla fine anche con voi. E questa è praticamente la fine di tutto. È la fine di anni di allenamenti, di battaglie vinte e perse. Voi siete l'ultima generazione. E siete gli unici in grado di poter garantire pace al mondo una volta e per tutte.>>
Disse tenendo le mani unite.

<<Abbiamo scoperto qualcosa, seguitemi.>>
Logan ci condusse in una stanza con un grande schermo sul quale c'era la mappa di Los Angeles che era piena di punti rossi.

<<Abbiamo rintracciato l'ultimo angelo nero, a quanto pare si nasconde in una grotta, in un bosco a sud di Los Angeles chiamato "Alegomia".>>
Vidi tutti sgranare gli occhi e scambiarsi occhiate serie.

<<Perché quelle facce?>>
Chiesi impulsivamente.
Jay mi guardò.
<<Il bosco di Alego->>
Dissero Jay e Logan contemporaneamente, quest'ultimo lo guardò e lo lasciò parlare.
Jay gli lanciò un'occhiata e parlò.

<<Il bosco di Alegomia è famoso per due cose: le allucinazioni che provocano le sue piante e per i numerosi suicidi che sono avvenuti al suo interno.>>
Deglutì.

<<Non è proprio il posto ideale per una vacanza.>>
Commentò Ian.
Beatrix ci diede altre indicazioni e consigli su come combatterlo.

<<Dobbiamo partire subito.>>
Disse Ariel.

<<Infatti, hai ragione.>>
Beatrix ci guardò.

<<Bene ragazzi, che sia un addio o un arrivederci voglio augurarvi buona fortuna.>>
Sorrise.
Logan mi guardò.
<<Potete farcela.>>
Sorrisi debolmente e Jay ci fece strada per andare via da lì.
Così iniziammo la nostra marcia verso la zona sud di Los Angeles, per fortuna non era molto lontana ma di sicuro ci avremmo messo tutto il giorno.
Tra l'altro non eravamo vestiti in modo normale, anche se noi di certo non eravamo normali. Avevamo tanti zaini pieni di cibo, armi e cianfrusaglie varie.
Cercammo di non farci notare dalla gente, per questo ci toccò passare per tutte le stradine strette e isolate del posto.

***

Quando si fece sera erano ormai ore che non ci fermavamo. Stranamente nessuno si lamentava di essere stanco. Eravamo tutti così determinati a finire quella storia che nulla poteva fermarci.
Jay mi guardò e mi affiancò. Io lo guardai e sorrisi.

<<Stanco?>>
Chiesi. Si voltò verso di me per un istante.

<<Ti sembro stanco?>>
Sputò.

<<Uh, sei anche più antipatico del solito. Si, sei proprio stanco.>>
Jay alzò gli occhi al cielo e poi  improvvisamente si fermò,
guardandosi attorno.

<<Ragazzi>>

<<Credo che ci siamo.>>

Alzai gli occhi e mi ritrovai immersa nel verde. Quel bosco era enorme ed era...bellissimo. Sembrava un posto incantato, di quelli che si leggono nei libri delle fate. C'erano tantissimi fiori particolari e c'era un'atmosfera quasi magica. Com'era possibile che in quel bosco la gente si suicidasse?

<<Questo posto è così fantasticamente inquietante che anche a me viene voglia di suicidarmi.>>
Commentò Ariel. Maya rise.

<<Andiamo, dobbiamo trovare un posto per dormire, domani mattina proseguiremo.>>
Camminammo ancora fino a quando non decidemmo di 'alloggiare' sotto un grande albero. Ci posizionammo in modi strani per provare a stare comodi, mettendo gli zaini sotto le teste a fare da cuscino. Mi stesi e iniziai a sentire la stanchezza di quella giornata. Decidemmo di fare la guardia a turno dato che potevamo essere attaccati da un momento all'altro, e il primo turno toccava a Ian. Mi voltai a destra trovando Jay girato verso di me, con gli occhi chiusi che già dormiva. Sospirai e lo guardai per un po' , fino a quando non sbiancai alle sue parole:
<<Smettila di guardarmi, non ti vedo ma ti sento.>>
Scoppiai a ridere e lui aprì gli occhi.
<<Come facevi a sentirmi se stavo zitta?>>
Chiesi e lui mi guardò.

<<Ho riconosciuto il tuo sospiro.>>
Disse e rimase qualche secondo a guardarmi, più chiuse gli occhi e io feci lo stesso, anche se con fatica.

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