6 - Ciao collega.

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<<Tornerai quando inizierai a vedere cose strane, lo fanno sempre tutti.>>

Pensai a quelle parole per giorni, anche se a distanza di poco tempo nulla di strano mi era accaduto. Mi comportavo in modo strano con James, ma come darmi torto. A volte mi sentivo osservata e seguita, ma non c'era mai nessuno quando mi voltavo e tornavo a casa abbastanza tranquilla.
Era sabato sera e avevo deciso di non uscire, avevo voglia di guardare un film e riflettere un po'. Per mia fortuna e sorpresa James quella sera volle farmi compagnia, perché a detta sua non aveva nulla da fare. Non riuscì a convincerlo a guardare Harry Potter, tant'è che preferì guardare Love, Rosie.
Era il mio film preferito dato che la storia mi ricordava molto quella di me e James; quella di un'amicizia che dura una vita intera. Anche se nel film finivano per fidanzarsi, e a James non piaceva quella parte. Era una serata come le altre o almeno sarebbe dovuta esserlo. Ma si sa, qualcosa deve sempre andare storto.

Messaggio da: Harriet
Scusate l'avviso all'ultimo minuto ma, festa a casa mia!

Il messaggio sul telefono di James era chiaro, Harriet era una delle ragazze più belle della scuola. Ma diversamente dagli stereotipi dei film, lei non era cattiva o psicopatica. Era molto gentile con tutti e sapevo che al mio migliore amico non era del tutto indifferente.
Come poteva non esserlo? Le sarei andata dietro anche io se fossi stata maschio. Anche se James non aveva mai avuto una vera e propria relazione. Era stato con delle ragazze, ma niente di più. Quel messaggio in ogni caso, proprio non ci voleva. Perché ovviamente James voleva andarci ma non voleva abbandonami, così avrebbe fatto di tutto per convincermi. Ecco perché mezz'ora dopo ci trovavamo in macchina sua, diretti alla festa. Sbuffai tutto il tempo per sottolineare il fatto che quella sera avrei voluto solo stare a casa, nel mio letto con James, a guardare un film patetico.
Persi il mio migliore amico di vista quasi subito, era uno che non perdeva tempo a scatenarsi e gli piaceva fare casino, ma era un bravo ragazzo.
Mi guardai attorno alla ricerca di qualche viso familiare, ma mi venne voglia di sotterrarmi quando incrociai gli occhi scuri di Jay. Mi guardò non appena se ne accorse e si avvicinò a me subito per non perdermi. Alzai gli occhi al cielo, che cosa voleva ancora da me? La sua storiella non mi era piaciuta.

<<Ciao collega>>
Alzò la mano.
Aveva sempre un'espressione seria sul viso quel ragazzo.

<<non chiamarmi così. Dove sono i tuoi amici? Credevo foste sempre insieme.>> sospirai.

<<lo siamo, ma adesso ci siamo divisi. Non abbiamo molto tempo e dobbiamo cercare l'ultimo, potrebbe essere ovunque e da qualche parte dobbiamo iniziare.>> fece spallucce.

<<l'ultimo?>> domandai curiosa.

<<Si... siamo cinque, quattro già li abbiamo trovati, quindi.>>
Mi guardò spazientito.
Sapevo che parlasse anche di me, ma io non volevo far parte di quella storia.

<<credimi, ve ne mancano ancora due, io non sono una di voi.>>
Risposi un po' acida e sembrò leggermente infastidito.
Mi prese per il braccio facendomi salire con forza le scale del piano di sopra. Mi portò in una stanza chiudendo la porta a chiave.

<<Ascolta, non mi importa se non mi credi, dovrai farlo. Ci siamo tutti in questa storia e di certo non lo abbiamo deciso noi.>> i suoi occhi neri mi fecero paura per la prima volta.

<<non mi aspetto che tu creda subito a questa storia, anche noi altri ci siamo passati e all'inizio eravamo increduli. Ma capirai da sola che quello che ti dico è fottutamente vero, perciò vedi di iniziare ad aiutare, collega.>>
Calcò l'ultima parola notando il mio fastidio. Uscì dalla stanza lasciandomi dubbiosa. Iniziai a pensare seriamente che non si trattasse più di uno scherzo, erano tutti maledettamente seri su questa storia e non ridevano affatto, al contrario di me. Ma era tutto così surreale, avrei dovuto crederci?

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