17 - Si sta affezionando a te.

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Nel pomeriggio tornammo a casa, dopo aver fatto altre gare di corsa e percorsi a ostacoli. Nonostante tutto, quel giorno mi ero quasi divertita.
Mi sentivo parte di qualcosa di importante. La cena però, non fu altrettanto divertente. C'era quasi tensione nell'aria, come se dopo la gara di corsa fossimo diventati nemici.

<<Domani ci alleneremo sulla forza?>>
Chiese Ian mangiando una patatina.

<<Si>>
Rispose Jay.
Lo guardai.

<<E la scuola?>>
Solo un attimo dopo mi resi conto che non avrei potuto dire cosa peggiore. Jay stava per aggredirmi, lo capì dallo sguardo che mi aveva lanciato. Ma ero stanca di farmi intimorire da lui, io non avevo paura.

<<Scherzi vero? Dimenticati della scuola Madison. Dimenticati del tuo migliore amico del cazzo e della tua vecchia vita perfetta. Adesso sei qui e hai un compito da svolgere, perciò vedi di non sparare stronzate.>>

<<Ehi calmati, ha fatto solo una domanda.>>
Mi difese Ariel e le sorrisi debolmente.

<<Una domanda stupida.>>
Jay la guardò assottigliando gli occhi.
Non avevo risposto, non ancora almeno.

<<Se sei incazzato con il mondo per non si sa quale motivo non te la prendere con noi, hai capito? Sarai anche il 'leader' , ma nessuno mi parla in quel modo.>>
Lasciai la cucina immediatamente e tornai a respirare solo una volta raggiunta la mia stanza.
Guardai il soffitto della mia camera e solo allora mi resi conto di quanto mi mancasse mia madre. Mi mancava la normalità. Tornare a casa dopo scuola.
Fare i compiti con James. Leggere libri. Guardare film orrendi con il mio migliore amico. Studiare. Comprare vestiti. Cercare di essere più carina.
Mi mancava essere normale.
Qualcuno bussò alla mia porta e Ian entrò silenziosamente.

<<Ehi>>
Mi sorrise debolmente e si sedette sul letto accanto a me.

<<So che Jay può sembrarti uno stronzo, e forse lo è, ma se lo conosci meglio troverai solo un ragazzo che ha sofferto tanto e che cerca sempre di proteggere chi ama.>>
Lo guardai.

<<Ha esagerato prima in cucina.>>

<<Anche io forse gli ho risposto in modo poco carino, ma mi ha fatto innervosire.>> spiegai.

<<Dopo che te ne sei andata se n'è andato anche lui.>> rise.

<<Jay è un tipo che non sa controllare le emozioni, sopratutto la rabbia.>>
Ridemmo insieme.

<<Già, questo l'ho notato.>>

<<Sai cosa pensiamo io e Ariel? Che Jay tratta male le persone a cui in realtà vuole bene, è così che dimostra il suo affetto.>> lo guardai divertita.

<<Te lo giuro! Anche a me e ad Ariel ci tratta di merda, ma so che infondo ci considera come suoi fratelli.>>
Gli sorrisi.

<<Forse si sta affezionando a te.>>
Ian fece spallucce.

<<Non credo proprio.>>

<<Vabbè dai, non pensiamoci più.>>
Mise una mano sulla mia spalla e sorrise.

<<Allora, come sta il tuo migliore amico? Voglio dire... ti manca?>>
Mi chiese tossendo.

<<Tanto, oggi non l'ho sentito per niente. È una cosa strana dato che io e lui ci vedevamo ogni giorno, prima.>>

Già, prima.

<<Mi dispiace, io non posso capire a pieno ciò che stai passando, per quello che ricordo sono entrato nei cinque quando già non avevo più una famiglia, mia madre è morta e mio padre... non ne ho idea.>> Ian rise ma i suoi occhi si fecero lucidi.
Lo abbracciai e appoggiò la testa sulla mia spalla.

<<Maddie, posso dirti una cosa?>>

<<Si, certo.>>

Ian singhiozzò.

<<Sono gay.>>

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