"Si sta avvicinando, che faccio?" chiese Lance, strofinandosi le nocche.
"Comportati normalmente, non è mica un alieno" disse Hunk (che mentre diceva questa frase stava recitando un appello a chi sa quale santo).
Lance lo guardò male, ed il ragazzone proprio non capiva perché.
Di certo non era perché gli aveva obbligato ad invitare Kogane a pranzare al tavolo con loro, dato che lui aveva troppa paura per farlo, ma doveva mantenere il suo record personale di 'amico della scuola'. Di certo no. Perché mai sarebbe dovuto essere così?
"Hey" disse Keith, arrivato al tavolo con un po' di ritardo.
Quel ragazzo era inquietante, Hunk non aveva dubbi al riguardo. Quei capelli neri lunghi, gli occhi violacei socchiusi, la pelle pallida, la borsa di pelle che avrebbe potuto contenere un coltello o simili. Ragazzo da cui tenersi alla larga.
"Hey" disse Hunk con un groppo in gola. Vedendo che il cubano non diceva niente, il ragazzone gli diede una gomitata di soppiatto.
"Hey" si decise Lance."Ho sentito che sei il migliore del coso di arte, è vero?"
Lance e Keith annuirono insieme.
Già, il ragazzone si era quasi dimenticato della piccola disavventura del giorno prima. Imbarazzante, davvero, ma Lance gli aveva confessato che dopo il moro gli aveva offerto un passaggio a casa per farsi perdonare.Un gesto carino, Hunk non se lo sarebbe aspettato da uno come Keith. Insomma, un ragazzo guardingo e schivo come lui... aveva un lato dolce? Davvero? Insomma, una specie di Bad Boy delle fan-fiction che a lui piacevano tanto.
"Forte. Io a disegnare faccio schifo. E anche nello sport a dirla tutta. Cucino bene però"
"Oh, Hunk è il miglior cuoco dell'universo!" fece Lance, cercando di sciogliere la tensione."Se lo dite voi sarà vero. Odio quasi ogni tipo di dolce però, quindi , se sei anche un bravo pasticciere, il tuo talento è a dir poco sprecato con me" Keith era silenzioso, uno dei pochi rumori che fece fu quando morse una mela, grande e rossa.
"Non mangiate frutta, voi due?" chiese, ancora masticando.
"Intendi le mele? Sono ottime nelle crostate e nei dolcetti alla cannella" rispose Hunk.
"Io la mangio, la frutta. Ma non ora" Di nuovo silenzio.Finirono di mangiare, circondati dal caos generare del resto della squadra di basket e delle cheerleders. I tre si tennero in disparte però, perché non importava quanto fosse popolare Lance, Hunk era sempre visto un po' con stranezza e riluttanza. Ed ora che con loro c'era anche Keith, stare un po' più in là era la cosa migliore, altrimenti quei bambocci avrebbero cercato di prendere in giro il moro e probabilmente questo li avrebbe fatti arrabbiare di brutto, involontariamente o volontariamente.
Lance bevve un lungo sorso di bibita energetica azzurra. "Senti, Keith, dato che non puoi più disegnarmi di nascosto, che ne dici di venire da me e disegnarmi sul serio?" disse Lance, gli occhi chiusi ben bene e le guance rosse.
Hunk e Keith per poco non si strozzarono con il succo di frutta.
Il ragazzone guardò sorpreso il suo migliore amico: era sicuro che fosse davvero Lance quello?
No, seriamente, il vero Lance stava morendo dentro quando gli aveva chiesto di invitare Kogane a mangiare con loro, ed ora sempre Lance invitava il signor ti-uccido-nel-sonno-forse a casa sua? Che gli era saltato in mente?! Keith doveva diventare suo amico, non di Lance!L'operazione 'amico della scuola' stava lentamente andando a rotoli.
"Io... sei sicuro?"chiese Keith. Oh, cielo, Kogane stava anche pensando di accettare!
Hunk guardò l'amico: aveva una opportunità per rimediare, chissà che avrebbe scelto.
"Ti aspetto alle quattro, vedi di muoverti, zazzera"
Lance si alzò, prese lo zaino e si avviò verso gli armadietti, come se farsi vedere un secondo di più dal moro sarebbe risultato fatale.
"È stato un piacere, Keith" farfugliò Hunk, seguendo il cubano.
Era sconvolto.
"Ma che mi è passato per la mente?!" fece Lance, appena fu fuori da orecchie indiscrete.
"Amico, e che ne so" disse Hunk.
Il ragazzo si passò le mani tra i capelli, poi sulla faccia. Se stava provando a svegliarsi da un sogno, era tempo sprecato. "Io... lui disegna così bene... ed io... voglio conoscerlo. O forse non lo voglio? Mio Dios"
Hunk lo guardò un po' male. "Io dovevo conoscerlo. Ricordi? Operazione 'amico della scuola'? È l'unico record di cui posso vantarmi, accidenti" disse il ragazzone.
"C'è sempre quella Pidge, non credo tu le sia amico" disse Lance.
Hunk gesticolò. "Una cosa alla volta" disse.
"Facciamo così: io me lo conosco un po', così lo presento a te. Zazzera mi fa paura, ma... non credo sia cattivo"
Hunk trattenne una risatina. "Se continui a chiamarlo 'zazzera' non farà mai paura"
"Non è colpa mia se ha i capelli a zazzera!" insistette Lance, scoppiando a ridere.

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"A Voltron Story"
FanfictionErano tutti dei ragazzi normali. Lance McLain era il tipico ragazzo sportivo, non eccelleva nello studio ma amava la musica, sempre sorridente nonostante i dubbi e le insicurezze. Keith Kogane era stato adottato, ma se ne era fatto una ragione da te...