48- Problemi di Lavoro

185 13 11
                                    

La giornata sarebbe anche potuta andare bene, se solo quella ragazza non si fosse presentata davanti alla porta del suo ufficio.

Shiro ormai vi si era segregato dentro, cercando di passarvi tutte le ore in cui non era a fare lezione. Non era neanche un posto tanto brutto: abbastanza spazioso, luminoso, con una scrivania ampia e dei cassetti, delle piantine, una finestra che si affacciava sul giardino interno. Nulla di cui lamentarsi, insomma; ma nonostante ciò, il giovane uomo aveva presto imparato a considerarla una prigione.

Ora che l'identità del preside Zarkon era stata smascherata, Shiro temeva che un solo sguardo lo avrebbe smentito per sempre; e allora sarebbero iniziati i veri problemi.

Di fatto in quel momento si stava struggendo proprio su quella faccenda, prima che la porta si aprisse.

Alexandra Hall, detta Acxa, se ne stava dritta davanti all'uscio, tenendo le mani dietro la schiena in segno di debolezza. Non che in lei ci fosse qualcosa di debole, ma era l'impressione che era costretta a dare agli insegnanti come lui. Giocare a fare la dura non avrebbe portato certo i suoi voti alle stelle, come di fatto erano: Acxa era la studentessa migliore di tutti i corsi, forse migliore anche di Pidge.

"Mi scusi, professor Shirogane, ma devo urgentemente parlarle" disse, guardandosi intorno con circospezione. Sembrava agitata.

Shiro la fece accomodare, ma ci volle un po' prima che la ragazza iniziasse davvero a parlare. Non la aveva mai vista così ansiosa, neanche prima di qualche compito in classe davvero difficile o prima di una partita importante.

"Io so di Voltron" disse ad occhi bassi.

"Beh, ci abiti a Voltron: non sapere della sua esistenza sarebbe un gran problema, non credi anche tu?" rispose, cercando di far finta di nulla.

"Lei sa che non mi riferisco alla città... oltre ad essere il nostro professore, è anche il Paladino Nero, o mi sbaglio?"

Il giovane uomo stette un paio di secondi in silenzio, indeciso.

"Non ti sbagli. E tu oltre ad essere una studentessa, sei anche una spia dell'Impero Galra, o mi sbaglio?" disse infine Shiro, cercando di coglierla di sorpresa. Non si trattava più di un adulto ed una ragazza, ma di due fazioni opposte che si schieravano apertamente. Non si poteva essere gentili, non più.

"Spie, certo, questa scuola ne brulica. Non immagina neanche quanti occhi la osservano, professore. Si è fatto un nemico potente" rispose lei. "Nonostante questo, non altrettanti occhi sono su di me. L'Impero si fida della mia squadra, ma ha commesso un errore che non posso perdonare in alcun modo"

Shiro si alzò piano dalla sua sedia, chiuse cautamente le persiane. Non dovevano vedere chi c'era con lui nell'ufficio, o sarebbe stata la fine. Per lui, per Acxa. Ancora non capiva dove la ragazza volesse andare a parare.

"Quello che vi interessa è che ho qualcosa che volete, e voi avete qualcosa che voglio io" disse.

Piano, prese dalla sua borsa a tracolla un piccolo involucro di carta pesta lilla. La lasciò in mezzo alla scrivania, alzò gli occhi violacei verso il professore. Ebbero quello strano sfarfallio oro tipico dei Galra, ma in lei non sembrava esserci null'altro di mostruoso.

Che avesse davvero ripudiato l'Impero?

Takashi allungò la mano verso l'oggetto, senza staccare lo sguardo dalla ragazza. Sotto la carta scricchiolante, una chiave d'ottone intarsiata scintillava. Non poteva crederci.

"Come hai avuto questa chiave?" chiese in fretta, ma non c'era bisogno di spiegazioni, era ovvio. La ragazza che Keith ed Hunk avevano incontrato nel magazzino del DVD era lei, e con lei avevano lottato per avere quel cimelio preziosissimo.

"A Voltron Story"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora