"Ma tu non ti stanchi mai?" gli chiese Keith, dopo essere stato buttato a terra per l'ennesima volta dal suo mentore. Il sangue fluiva a fittoni dal suo naso, gli riempiva la bocca.
Sapeva che quella storia sarebbe continuata finché non fosse stato abbastanza agile e forte da batterlo, abbastanza furbo da aggirare i colpi e trovare un punto debole; ma più le ore passavano, più il moro si sentiva stanco, ed il suo obbiettivo andava scemando.
"Io sono sempre stanco" gli rispose Thace, con la sua voce profonda.
Durante quegli allenamenti, il Galra sembrava non scomporsi mai. Rimaneva con un viso glaciale mentre sferrava colpi sempre più decisi, rimaneva fluido nello schivare i colpi, sempre sull'attenti per ribaltare una situazione, sempre pronto a sferrare un nuovo attacco, diverso dal precedente.
Gli diceva che sarebbe stato un vero combattente di Marmora quando sarebbe diventato come lui, e Keith gli rispondeva che era impossibile. Thace non credeva nelle cose impossibili, però.
"E allora siediti. Riposati" disse Keith, lasciandosi abbandonato a terra. I pavimenti della base erano freddi e duri, forse per ricordare ai marmoriani che la loro vita era così. Fredda e dura.
"Non è così semplice Reed. Capirai che l'unica stanchezza in grado di piegarti sarà quella dello spirito. Siediti quanto vuoi, non cambierà nulla"
"Sei il mio allenatore o una specie di professore di filosofia?" disse Keith ridacchiando.
"Sono il tuo mentore, che è più o meno l'unione di queste due cose" gli rispose, tirandolo su.
Continuarono per ancora delle ore, ma il tempo era difficile da scandire nei sotterranei delle Lame. Potevano passare pochi minuti, e sarebbero sembrati degli anni.
Stava di fatto che l'unica cosa in grado di fermare il suo mentore era l'arrivo di Ulaz, che, puntualissimo in quel limbo senza tempo, portava con se delle pillole giallognole su un vassoio metallico. I vari Galra in palestra si avvicinavano, ne prendevano una e svanivano. Le pastiglie avevano sempre l'aria di essere zolfo compresso con del gesso, ma il moro non aveva mai chiesto di cosa si trattasse.
"Che cos'è?" chiese dunque, deciso a scoprire un po'di più su quei marmoriani. Infondo, si era unito alle Lame anche per questo, no?
"Quintessenza" gli disse Thace, mentre buttava giù una delle pillole. Sembrava sempre più tranquillo dopo averle prese.
"Credevo che sono i Galra cattivi la prendevano"
Ulaz si lasciò sfuggire una risatina. Tra i due Galra, era sempre stato quello che preferiva: era più giovane, più affabile, più incline a ridere e ad accettare le debolezze umane. Con quei capelli bianchi sistemati in un ciuffo scombinato, il sorriso dolce e le gambe lunghe; forse Keith apprezzava la sua compagnia perché gli ricordava Shiro.
"Definisci la parola cattivo. Nessuno qui è buono: siamo reietti della società che cercano di rimediare agli sbagli. Non siamo niente" gli disse, ma non c'era rimprovero nella sua voce.
"Sei ancora un cucciolo, Keith" lo apostrofò Thace.
Keith si sporse verso i due Galra, che se ne stavano seduti su una delle panche delle palestre della base. Giovava con il suo coltello, pensando a tutto quello che avrebbe voluto sapere da loro. C'erano così tante cose da chiedere.
"Se la prendessi anche io, cosa succederebbe?" disse, riferendosi a quelle pastiglie.
"Nulla, dato che non la prenderai. Non senza gli ordini di Kolivan, che per la cronaca non arriveranno" disse severo il suo mentore, slegandosi le garze dalle nocche livide. Era un gesto che precedeva una pausa lunga, prima di un nuovo e ancora più intenso allenamento.
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"A Voltron Story"
FanfikceErano tutti dei ragazzi normali. Lance McLain era il tipico ragazzo sportivo, non eccelleva nello studio ma amava la musica, sempre sorridente nonostante i dubbi e le insicurezze. Keith Kogane era stato adottato, ma se ne era fatto una ragione da te...