30- L'Imperatore Galra

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Allura non aveva resistito a quella lenta tortura. Non era pronta per quei filmini, se l'avessero avvisata forse lo saprebbe stata un po' di più.

Ed era così dura.

Quel viso così familiare ma allo stesso così disertante, suo padre che immagine dopo immagine si spezzava, perdeva il sorriso, perdeva il sonno, la felicità. Era diventato un vaso di porcellana rotto: affilato, pericoloso e mai più bello come prima. Era diventato una di quelle persone rotte.

Quei filmini girati mentre lei incosciente si godeva la vita, ignara, non rendendosi conto che avrebbe dovuto fare quella chiamata ai suoi genitori per dar loro la buonanotte. Per sempre.

Ed era una sensazione strana. Morire di nostalgia per qualcosa che non sarebbe tornata indietro.

Ma era tutto okay: bastava non fermarsi a pensare.

Per pensare non c'era più tempo, dato che delle mani possenti la presero dal suo nascondiglio poco lontano dall'ingresso della base e la fecero sprofondare in un sonno profondo.


"Allura?! Allura!"

La cercavano tutti oramai. Per la campagna che circondava la tenuta dei Ribelli, di Allura non c'era traccia. Nessun impronta, nessuna ombra, nessun vago ricordo di una donna che camminava tra l'erba alta o per i sentieri ciottolosi.

Shiro ne aveva abbastanza di quella situazione.

"Dove vai?" chiese Matt.

Il giapponese era rientrato di corsa nella base, infilando nella giubba anti-proiettile e caricando con maestria due pistole, scegliendo con occhio i proiettili giusti. Le mise nella cintura.

"A cercare Allura" disse.

"E dove la cercherai?"

Shiro si infilò due coltelli affilati nei calzini. Cercò le chiavi della moto, le trovò.
"Ovunque. Sono sicuro che quei bastardi c'entrano qualcosa..." disse.

Stava per uscire, i passi risuonavano nei corridoi come tamburi.

"Non puoi farlo!" disse Matt, prendendolo per un braccio.

"E chi me lo impedirà?" rispose Shiro girandosi verso il ragazzo lentigginoso.

Li guardavano tutti, anche se facevano finta di no.

Al giovane uomo non importava. Un secondo ancora, e Allura sarebbe morta. Sapeva che l'avrebbero fatto.

"Okay. Vai pure. Va' a cercarla, vai a vedere se la troverai nascosta dietro il magazzino di ieri. Non riesci proprio a capire che tutto questo è qualcosa di più grande?! Non si tratta più di me o di te o di Allura, si tratta di una città intera e di persone innocenti! Si tratta di proteggerle! Tu sei stato uno dei loro prigionieri, non l'hai capito cosa fanno alle persone? Non l'hai capito che la pietà non la conoscono? Dio, se solo..." stava dicendo Matt, gesticolando.

Shiro gli strinse le braccia per fermarlo, lo guardò dritto negli occhi.

Guardali bene, Holt, guardali come li guardavi un tempo: non le vedi proprio quelle fiamme fredde che stanno distruggendo l'uomo che ami?

"Se solo capissi che è per questo che non posso lasciarla nelle loro mani. Le faranno del male, Matt, un male che noi conosciamo bene. Non è perché è Allura, è perché se devo essere un paladino lo sarò fino in fondo. Il male che hanno fatto a noi non lo devono fare a più a nessuno, anche a costo di..." diceva Shiro.

"Di morire? Anche a questo costo?"

Matt aveva distolto lo sguardo.

"Lo sapevo che non sarebbe stato facile. Lo sapevo sin dal primo momento. Non ho paura di morire"

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