31- Il Luna Park Galaxy

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"Quei bastardi " disse Shiro, dopo aver sentito la sua storia.

Allura non era del tutto in grado di capire cosa stava succedendo. 

I ragazzi erano riuniti nella casa del loro leader, con arie combattute.

"Quindi? Come procediamo?" chiese Matt, che faceva da ospite d'onore.

Tutti si guardarono.

"Ci sono troppe domande!" disse Lance, sbattendo il pugno contro il tavolo.
"E troppe poche risposte" riprese Keith, incrociando le braccia.

Avevano ragione quei due. Così tante questioni aperte, così pochi perché, quando e come.
Forse le risposte che cercavano erano già lì, forse avevano bisogno di altro tempo, forse non esistevano.

"Non possiamo stare a guardare! Serve una pista da cui partire" disse Pidge, illuminando con la sua speranza gli animi dei paladini.

"Ma noi una pista la abbiamo" disse Hunk, guardando il cofanetto di Altean.

Era proprio là, messo in disparte, come un cimelio maledetto.

"Novità sui video?" chiese Coran a Matt.

Il ragazzo scosse la testa con aria amareggiata, i capelli andarono da tutte le parti. "Non lo so. Forse. Al momento, è meglio concentrarsi su quello che il cofanetto ci ha lasciato"

Si riferiva al biglietto, ovviamente.

Già, proprio quel vecchio biglietto del Luna Park Galaxy. Un invito, ovviamente, a riscoprire quel luogo lasciato abbandonato per due anni. In due anni cambiano tante cose.

"Voglio andare io" disse Allura.

"Carina la battuta. Ti sei l'ultima che ci deve andare" disse Shiro.

Allura si alzò, impuntò i piedi a terra. "Io devo andarci. Non ho chiesto approvazione. Io andrò. Vado"

Fece per prendere la sua giacca dall'appendi-panni, rimasta lì per tanto tempo, ma finì solo per perdere l'equilibrio e oscillare pericolosamente sui tacchi dei suoi stivali, scossa da vertigini.
Coran la aiutò.

"È questa la ragione per la quale non devi andare. È stata una giornata difficile per te"

Lei si alzò, ancora più determinata, lasciandosi alle spalle tutti i dolori. "Ma io devo" disse.

Non potevano fermarla, lo sapevano. Il fuoco bruciava nei suoi occhi e non si sarebbe spento facilmente.

"Verrò con te. In caso le cose diventassero complicate" disse Shiro, con un sospiro.


Il Luna Park Galaxy era uno di quei luoghi che un tempo erano i più belli del mondo, ma poi il loro ricordo sbiadisce come la pittura sulle pareti di un palazzo.

Di quel posto magico non era rimasto più nulla che creasse sentimenti positivi; se un bambino ci fosse andato, avrebbe solo voluto andare via.

La cosa era diversa per Allura e Shiro, che avevano visto il Luna Park splendere come mille gemme ai tempi della loro giovinezza. E guardando quelle vecchie giostre abbandonate non si poteva non ricordare.

Dello zucchero filato di tutti i colori, le montagne russe con le navicelle spaziali, detta Rockye, le case dell'orrore con gli alieni di dimensioni lontane, l'osservatorio, i poligoni di tiro, i peluche giganti, i trampolini Zero-Gravity, la torre che sembrava raggiungesse le stelle, tutti quei fast-food a tema Galaxy.

"È strano" disse Shiro, le mani in tasca.
"Eccome se lo è. Insomma... ne abbiamo passate così tante insieme, proprio qui..." disse Allura.

E chi le scordava più le avventure da ragazzetti vissute al Luna Park.

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