15- L'Insegnante di Arte

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Girava la voce che la nuova prof di Arte fosse davvero uno schianto.
Lo dicevano le ragazze con i loro toni gelosi e le occhiate glaciali, lo dicevano i ragazzi con i larghi sorrisi e gli sguardi persi nel vuoto; e proprio per questo Lance e Lotor dovevano assolutamente andare a verificare.

Erano stati assieme a tutte le più belle ragazze della Garrison, o ci avevano quanto meno flertato, ed i due non avevano alcuna intenzione di buttare la loro fama.

All'inizio anche gli altri ragazzi della squadra volevano venire, ma poi era stata sparsa una nuova voce: la nuova prof di Arte stava con il professor Shirogane.

A quel punto neanche Lance voleva davvero rischiare: il prof di Storia era l'uomo più muscoloso, alto e atletico che avesse mai conosciuto, e allo stesso tempo era anche il professore più affascinante, gentile, simpatico e bello della Garrison.

Lo dicevano le ragazze con le mani che arricciavano una ciocca di capelli e che arrossivano ad ogni suo gesto, lo dicevano i ragazzi con gli sbuffi ed i commenti acidi; e proprio per questo Lance non voleva mettersi nei casini con lui.

Non con lui.

Ma a Lotor non importava mai la posta in gioco, tanto lui se la cavava comunque, e gli piaceva rischiare. Più era pericoloso più a lui piaceva buttarvisi a capofitto.

Quindi ora i due si trovano all'ingresso dell'aula; entrarono.

Era proprio vero: la professoressa era uno schianto totale.

"La palestra è al piano di sotto"
Keith Kogane era presente, ma Lance non si sorprese mica: era il suo territorio quello, erano loro gli estranei.

"Lo sappiamo. Vorremmo iscriverci a questo corso. Gli allenamenti sono stati spostati e abbiamo un ora buca" disse Lance, sorridendo.

Lotor non sorrise, neanche Keith. I due si guardavano, fermi, impassibili, come statue.

"Non essere scortese Keith. Sei o non sei il mio assistente? Comportati come tale" disse l'insegnante.

Era davvero bellissima, pensò Lance, nonostante lo chinion sgualcito ed il grembiule sporco di colore ad olio.

"Lo sono solo perché mi hai obbligato. Niente di più" sbuffò Keith, pulendosi le mani su uno straccio. Aveva i capelli legati ed era completamente ricoperto di carboncino nero; era l'unico che non indossava un grembiule.

La tela che aveva davanti era la prova che stava lavorando a qualcosa di grande.

Il moro prese una cartellina, fece firmare ai due ragazzi, lanciò loro dei grembiuli; indicò svogliatamente dove si trovavano pennelli, barattoli e cose così e tornò nel suo mondo, un mondo sporco di carboncino nero.

Lance si sedette, non fece granché.

Lotor invece, lui si diede da fare. E fece un gran casino.

"Hey prof, le hanno mai detto che siete proprio brava a dipingere? Dico davvero, quel paesaggio sembra una fotografia! Io non sono bravo, affatto. Dovrebbe darmi delle lezioni private, sa? Che ne dice Martedì, alle 3, alla Caffetteria di Marmora? Non mi dica di no, su"

La professoressa si chiuse tra le spalle, fece un sorriso imbarazzato "Non posso proprio, mi dispiace"

"Allora Giovedì ai Giardini?" insistette Lotor, appoggiando la testa sulla mano e socchiudendo gli occhi con fare felino.

"Ha detto di no. Ficcatelo in quella tua zucca vuota. Non è così difficile"

Keith non stava guardando loro, ma il suo quadro. Continuava a fare ampi gesti con le braccia, il viso ancora più sporco di prima.

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