Capitolo 17

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PUNTO DI VISTA DI GRACE
Un piacere bruciante pulsava dentro di me, mi sentivo impaurita da quegli occhi color argento che adesso studiava ogni parte del mio corpo con appresso, e un sorriso trionfante spuntò nel suo bellissimo volto. << sai bocconcino, questa situazione mi sta eccitando parecchio, guardare una magnifica donna obbedire ai miei ordini, malvolentieri mi eccita da impazzire>>. In effetti lo si poteva notare dal rialzamento dei suoi pantaloni, aveva l'erezione che lo implorava di uscire. Poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò << Adesso voglio che mi guardi mentre ti torturo>> Si abbassò verso di me, e coprì la mia fessura con la sua bocca. << No...>> gli premetti le mani nella testa, con il disperato tentativo di spingerlo via. << Non farlo Davis>>. Ero troppo debole, lui era dieci volte più forte di me. Ma quando la sua lingua toccò il clitoride, lo accarezzò, il desiderio tornò più intenso di prima. Circondò il mio sesso palpitante, lo solleticò, lo torturò e provocò con la promessa di un orgasmo, lo stesso orgasmo che Davis voleva negarmi. La sua lingua mi trafisse ed il mi morsi il labbro inferiore per trattenere un grido. Non volevo dargli la soddisfazione di udirlo. Lui prese il pollice e tolse il mio labbro dalle grinfie dei miei denti. <<Non farlo Grace! Lasciati andare, fammi sentire come ti piace>> disse con voce mista tra eccitazione e arrabbiatura. I suoi gemiti vibrarono attraverso il mio corpo, anche lui era eccitato quanto me. Non ebbi la forza di spingerlo via quando tornò sul clitoride e lo succhiò delicatamente, e quando ero sul punto di venire si ritrasse.Era troppo, non ne potevo più di questa tortura. Le calde lacrime scorrevano senza sosta sul mio viso.<< sei un bastardo!>> lui mi guardo sorridente << shh bocconcino, te lo sei meritata, adesso subisci e anche in silenzio altrimenti continuerò all'infinito>> tornò a leccare << Mmm hai un sapore così dolce Grace>> << perchè devi essere così crudele? Perchè devi farmi sentire così?>> << è il prezzo che la tua linguaccia deve pagare>> << smettila di farmi sentire cosi! NON SONO LA TUA PUTTANA! BASTARDO! SEI UN FIGLIO DI oooooohhhh uuuuhhh...>> ritorno a succhiare, questa volta più forte, inarcai la schiena e non riuscii a trattenere le urla di piacere che la sua lingua provocante mi faceva provare. Poi si alzò bruscamente ed i miei fianchi cercarono di andare incontro a lui per riavere contatto con la sua bocca esperta. Lui incurvo di lato le labbra in quel modo sexy, che adesso erano umide dei miei umori, e quella vista mi eccitò ancora di più. << che porcellina che sei, ti piace vero? Guarda come cerchi disperatamente di non interrompere il nostro contatto>> disse soddisfatto. Io distolsi lo sguardo da lui, e sussultai quando percepii la sua lingua nella parte più vulnerabile del mio corpo, che non aveva intenzione di soddisfare. << TI ODIO!>> urlai in preda alla disperazione.
PUNTO DI VISTA DI LOGAN
Iniziai a rincorrere Megan, avevo l'adrenalina che mi scorreva nelle vene, ero nervoso, non volevo che finisse in questa maniera, non potevo accettarlo. stavo per raggiungerla quando una macchina a tutta velocità le andò incontro. Il mio cuore si fermo quando vidi la mia piccola e dolce Megan volare per duecento metri. << Megan!>> le andai incotro e mi si spezzò il cuore a quella orribile vista. Presi il suo piccolo corpicino e la cullai tra le mie braccia << oh piccola>> inizia a dondolarla avanti e indietro come un disperato, ma lei non rispondeva, ne si muoveva. << mi scusi sta bene?>> mi voltai incavolato verso l'autista che aveva causato il danno << COSA DIAVOLO CREDE, CHE CON UN VOLO DEL GENERE POSSA STARE BENE??? CHI DIAVOLO GLI HA DATO LA PATENTE??? COSÌ SI GUIDA???>> lui fissò il pavimento << m-mi dispiace>> << LE DISPIACE??? SE NE VADA ALL'INFERNO!!! SI TOLGA DALLA MIA VISTA PRIMA CHE LA UCCIDA CON LE MIE STESSE MANI! SE LE È SUCCESSO QUALCOSA QUANTO È VERO CHE SONO MASCHIO LA ROVINO!!! IO SONO LOGAN BENNET!!!>> spalancò gli occhi impaurito e prese il cellulare per chiamare l'autoambulanza. Rivolsi lo sguardo a Megan e le accarezzai le guance << non ti preoccupare piccola andrà tutto bene>> sussurrai.
PUNTO DI VISTA DI GRACE
Stavo impazzendo. Urlavo di dispiacere, non ne potevo più di quella tortura. Avevo perso il controllo delle mie azioni, il mio corpo si contorceva in una maniera pazzesca sotto i colpi provocanti del sua lingua sul mio clitoride.<< hai un sapore che rende indipendenti, vorrei farti venire per assaporare meglio il tuo fantastico nettare, ma non oggi, non te lo meriti, ma ti prometto che ti farò venire nella mi bocca presto.>> << MAI!! NON ACCETTERÒ MAI QUELLO SPORCO CONTRATTO CON UN BASTARDO COME TE!>> << ti dò un mese di tempo, pensacci bene Grace non essere impulsiva, vuoi rovinare la carriera di tuo padre? Dimmi è questo che vuoi Grace?>> non risposi, mi limitai a distogliere lo sguardo dal suo trafiggente. << guardami quando ti parlo!>>Mi prese la mandibola con le sue grandi mani e mi voltò dalla sua parte costringendomi a guardarlo negli occhi << rispondi>> lo guardai in cagnesco << ovvio che no>> << allora rifletticci>> ritornò a torturarmi quando sentii squillare il mio cellulare. << Davis...>> era talmente eccitato che non mi sentiva << Davis per favore il telefono>> si alzò dal mio sesso e sfuffò irritato << che c'è??!!!>> disse arrabbiato. << Mi squilla il telefono>> spalancò gli occhi << e tu mi interrompi per questo?>> lo guardai male << tanto da un momento all'altro avresti interrotto comunque>> sbuffò pesantemente e si alzò con la sua solita grazia impeccabile e raggiunse la mia borsetta per prendere il telefono. << Pronto?>> rispose irritato, ma che diavolo? con quale prepotenza osava rispondere alle mie chiamate? Notai che il suo voltò si incupì << è per te Grace>> maddai? Forse perchè il cellulare è mio? Presi il telefono dalle sue mani e me lo misi all'orecchio << pronto?>> << Grace, devi venire in ospedale è urgente! Megan è stata investita!>> restai spiazzata, la mia bocca non riuscì ad emettere nessun suono, staccai la chiamata e fissai il vuoto. Ero shoccata e impaurita, non stavo capendo più niente, non mi resi nemmeno conto che Davis mi stava rivestendo. Dopo un paio di minuti mi ripresi << cosa stai facendo?>> dissi senza guardarlo << ti sto portando in ospedale>> << non c'è bisogno! non ti ho chiesto nulla!>> << lo so, ma ti ci accompagno lo stesso>> << CHI TI CREDI DI ESSERE? PRENDI IL MIO CELLULARE SENZA PERMESSO RISPONDENDO ALLA CHIAMATA E POI PRETENDI DI INFILTRARTI NEGLI AFFARI MIEI?!>> << c'è altra alternativa? Il tuo autista non c'è, verrà fra tre ore>> << me la vedo da sola>> lo sorpassai e mi diressi verso la porta, ma lui mi prese per il braccio e mi trafisse con il suo sguardo di ghiaccio << Ho. Detto. Che. Ti. Accompagno. Io!>> minacciò scandendo bene ogni parola. Alzai gli occhi al cielo rassegnata, non era di certo il momento adatto per discutere. << eh va bene>> dissi iniziando ad avviarmi verso l'uscita. Arrivati davanti la villa il suo autista venne con una lamborghini, scese e gli passò le chiavi. Davis con un gesto elegante aprì la portiera e mi fece salire, poi con un gesto altrettanto elegante entrò anche lui. << allacciati la cintura>> disse freddo, senza guardarmi. Feci come disse e partì. Era così bello quando guidava, trasmetteva sicurezza per ogni cosa che faceva, era padrone di tutto, guidava con una disinvoltura pazzesca. Era così serio quando guidava, anche se ogni tanto sgarrava per guardarmi le gambe << vuoi che anche noi due ci andiamo ad ammazzare?>> << quel vestitino non aiuta>> rispose. Una volta arrivati Logan ci venne incontro, era distrutto e shoccato quanto me. << piccola>> mi abbracciò forte. << Io non volevo>> le accarezzai le spalle << lo so>> tentai di consolarlo << tu non c'eri, non hai visto la velocità con cui andava quella macchina, non hai visto il volo che Megan ha fatto, non hai visto come era ridotta!>> disse con voce spezzata, ma non pianse. Un dottore uscì dal nulla << siete qui per la signorina Megan?>> annuimmo in attesa di una notizia.

Quegli occhi color argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora