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Qualcosa non va. E non lo dico così a caso, lo sento. Da ieri pomeriggio, Christopher, é sempre in difesa, non lascia trasparire niente e non parla. Cioè parla solo quando é strettamente necessario. E mi tocca molto. Capisco che é preoccupato, come lo sono io e tutti gli altri. C'è il rischio che ci trovino e tutto questo finisca e non ci vedremo più. Io e le ragazze torneremo a casa dalle nostre famiglie, cosa che mi piacerebbe tantissimo, ma allo stesso tempo...non voglio andarmene. Ma oltre a questo c'è un altro problema, e credo che Christopher pensi di più a quello. 

Una serpe in seno...

Nella mia vita una frase simile l'ho sentito una volta sola, in televisione. Se ricordo bene era un episodio della serie TV House of Anubis la terza stagione, durante una visione Frobisher dice a Eddie che era stato uno dei suoi a distruggere la sola prova che avevano rimasto. Hai cresciuto una serpe in seno. Ma in televisione é una cosa, sentirla nella vita reale é un'altra. Mette i brividi, ti fa sentire come se...qualche parte di te fosse messo male. Io forse so qualcosa ma non parlo perché non ne ho il coraggio. Insomma...non ho prove materiali per poter sostenere la mia tesi. Non posso accusare Erick, una delle persone di cui lui più si fida. Christopher controlla gli "altri" suoi uomini in comando, mi ha un attimo stupito il fatto che non gli sia passato neanche per un secondo che potrebbe essere uno dei suoi amici fidati. Non ha pensato di tenere meglio sotto controllo Zabdiel, Joel, Richard...Erick.

Scuoto la testa, devo smettere di pensare a questo, mi fa crollare addosso una grande malinconia e depressione. Mi metto seduta sul letto, sbuffo e mi ributto di nuovo con la testa sul cuscino. Non so perché, ma i miei occhi cadono sulle coperte, e penso che io odio il nero. Devo far sparire queste coperte. Accidenti! Sono tutti nell'ufficio, ma chi se ne frega. Mi alzo e con passo veloce mi dirigo alla porta e busso leggermente. Prima o poi devo trovare il modo di entrare lì dentro. La porta viene aperta da un sorridente Erick.

-¿A quién estás buscando?-[Chi cerchi?]

-Mi amor, por supuesto.-[Il mio amore, ovviamente.]dico, senza neanche più mettere in discussione ciò che esce dalla mia bocca. Ma cosa posso negare ancora?

-Es para ti-[é per te] dice rivolgendosi a Chris. Aspetto un attimo, sperando che non mi mandi via perché la questione é urgente, visto che le cose sembrano iniziare ad andare male, tra la polizia che ci cerca e il traditore. Chris esce, chiudendo la porta, mi sorride tirandomi più vicino a sé.

-¿Por qué esta interrupción?-[Come mai questa interruzione?]

-Dovete parlare ancora per molto?

-Perché?

-Odio le tue coperte.

-Come?

-Odio quelle coperte. Odio il nero, é un colore che non sopporto.- lui sembra, anzi é molto confuso, ed é naturale é un uomo.-Dobbiamo cambiarli.

Scoppia ridere.

-Entendido. Usciamo fra dieci minuti, finisco qui e poi ti raggiungo in macchina.

Felice come una pasqua, corro a cambiarmi e poi mi fiondo in macchina, sotto lo sguardo confuso di Leigh Anne. Christopher arriva in dieci minuti esatti e partiamo subito. Parliamo durante tutto il viaggio, non mi accorgo neanche che siamo arrivati al negozio. Chris mi lascia carta bianca, ma non esagero. Prendo un pò di coperte blu, bianche, con disegni floreali e tre con dei disegni della Disney. Non torniamo subito a casa, Chris mi mostra alcuni luoghi, tra cui il molo, ma cerco di non pensare a quel incontro "segreto" con quella donna e andiamo avanti. Vorrei tanto vedere dei luoghi importanti per lui, ad esempio la sua scuola o...la sua casa d'infanzia, ma non ho il tempo di aprire la bocca, perché il suo telefono squilla.

-Hola, ¿has llegado? ¿Qué? ¿Qué diablos estás diciendo? No puedes mezclarme con problemas en este momento. No muere, esté donde esté, destruye el teléfono ... lo alcanzamos. Sí, la guerra está a punto de comenzar.-[Pronto, sei arrivato? Cosa? Ma che cazzo stai dicendo? Non puoi combinarmi sti casini proprio ora. Non ti muore, ovunque tu sia, distruggi il telefono...noi ti raggiungiamo. Si, sta per iniziare la guerra.]

Non dice niente, fa retromarcia e ritorniamo a casa. Capisco subito che é successo qualcosa e sono sicura che si tratta del traditore a cui io associo il nome di Erick. Una mano la tiene sul volante e l'altra é nella mia. Una volta arrivati a casa richiama tutti.

-Prepárate, tenemos que irnos.-[Preparatevi, dobbiamo partire.]dice con il tono da Capo

-¿Cuánto tiempo nos mantendremos alejados?-[Per quanto staremo via?] chiede Joel

-Hasta que haya perforado el traidor repugnante-[Finché non avrò bucato la testa a quel schifoso traditore]

Lo seguo di sopra, in camera nostra, metto a terra le buste, mi siedo sul letto mentre lui prepara una borsa. Mi sento male.

-Per quanto starai via?

-Non lo so.

-Dove andate?

-Non te lo posso dire.

-Ma starai bene? Tornerai vivo? Che cosa succederà? Mi lasci qui da sola? Perché...

-Smettila Jade!-grida, voltandosi verso di me.-Non ti posso rispondere e tu non mi devi fare altre domande. Sono pieno di problemi da risolvere.

Ci rimango male, ma non dico più niente e lui finisce in pace di preparare le sue cose. Si dirige verso di me, prende il mio viso tra le mani e mi bacia e io scoppio in lacrime. Con i suoi pollici spazza via le lacrime, catturando i miei occhi. 

I suoi occhi mi incantano, ma le sue parole mi uccidono e mi donano nuova vita.

-Te amo.


Secondo voi é veramente Erick il traditore?

Tan FacìlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora