37

1.2K 44 2
                                    

-Secondo me é una pazzia.-insiste Perrie

-Sta zitta.-dice Leigh Anne sospirando-Ascoltami, Jade, ho ben osservato il vostro rapporto da un pò di tempo e mi sembra che lui...si stia aprendo con te, che si fidi.

-Insomma, lei gli da motivo di farlo.-dice Perrie a bassa voce e non ha tutti i torti.

-Quindi, glielo chiedo o no?- esclamo, se no non finiremo mai.

-Tu prova e vedi che succede.

-Bene.

Prendo un grosso respiro e mi dirigo verso le scale. In questo momento sono tutti nel suo ufficio, e la cosa mi spaventa un pò. Non sono mai entrata lì dentro, e ancora mi ricordo il mio scambio di parole con Zabdiel, quando mi ha detto che sono stata fortunata perché Christopher non era in casa. Le sue parole mi hanno fatto molto pensare...Forse é meglio che aspetti che escano da lì, insomma...vale la pena rischiare solo per sapere se...

-Tutto a posto?

Salto in aria per lo spavento. Non riesco a credere di aver pensato...poco, ma in molto tempo. Insomma, sono davanti alla porta, forse ho bussato ma non ne sono sicura, e Joel ha aperto la porta e mi guarda preoccupato.

-Ehm...ecco io...volevo chiedere una cosa a Christopher...Disturbo?

Lui gira la testa, forse per chiedere a Christopher se mi é permesso l'accesso. Sento dei passi e poco dopo appare Chris. Esce chiudendo la porta, e questo credo che sia la conferma che lì dentro a me e alle ragazze, e a tutti non autorizzati, é vietato l'accesso.

-Che succede? Ti serve qualcosa?

-Ehm, si. 

-Dimmi pure e avrai tutto quello che vuoi.

-Avrei bisogno di uscire e comprare una cosa che mi serve urgentemente.

-Devi uscire per comprare qualcosa che ti serve urgentemente o vuoi solo uscire?

-In realtà tutte e due, ma ho bisogno di questa cosa e subito, e mi imbarazza l'idea di mandare qualcun altro. Specialmente se del sesso maschile.

-Va bene. Erick ti accompagnerà e poi ti riporterà qui, così sono sicuro che non ti perderai da qualche parte.

-Se mi dovessi perdere sarebbe colpa tua che non mi hai fatto vedere come si deve la città.

Lui scoppia a ridere, si avvicina a me con quel sorriso che ucciderebbe chiunque, e mi bacia dolcemente le labbra.

-Quando avrò tempo ti porto a fare un bel giro turistico come si deve.

-Ci conto eh!

-Stanne certa.-mi stampa un bacio veloce e si gira per aprire la porta.-Vatti a preparare. Erick...

Come una bambina felice saltello fino alla camera, mi cambio velocemente e scendo, dove trovo Erick che mi aspetta già in macchina. Il viaggio si svolge nel silenzio totale e io non ho il coraggio di interromperlo. Lo fa lui per chiedermi dove dobbiamo andare.

-In farmacia.

-In farmacia? Perché, stai male?

-Ti prego, non farmi troppe domande e portami lì.

Lui non apre più bocca e si concentra sulla guida. Arriviamo in quindici minuti e nessuno dei due apre bocca finché non entriamo dentro. Al bancone c'è un uomo sulla cinquantina, forse di più. Quando ci vede entrare sorride, ma mi sembra un pò nervoso.

-Hola.-diciamo in coro io e Erick

-Hola, ¿cómo puedo ser útil para ti?-chiede con voce pacata, quasi come se avesse timore

Erick mi guarda e sembra invitarmi a dire ciò che mi serve. Ecco, arriva l'imbarazzo. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno sarei finita dentro una farmacia in Ecuador per un test di gravidanza?

-Mi serve un test di gravidanza.-dico sotto voce, come se non volessi essere sentita

-Come?- esclama con gli occhi completamente fuori dalle orbite e ho paura che tra non molto gli possano cadere fuori. Forse é rimasto traumatizzato

-Hai capito bene, ti dispiace chiederglielo, così c'è ne possiamo andare?

-Uno ... de hecho, dos pruebas de embarazo.-[Un...anzi due test di gravidanza.]chiede infine al farmacista.

Subito sparisce in una stanza, dove di sicuro tengono tutti i medicinali e tutte quelle cose, tra cui i test. E mentre aspettiamo il suo ritorno, lasciamo calare di nuovo il silenzio. Non siamo molto di compagnia, ma se pensi che é stato costretto ad accompagnarmi senza sapere esattamente a fare cosa, per poi scoprire che é stato costretto ad accompagnarmi in farmacia per un test di gravidanza. Per fortuna torna subito con la scatola del test. Erick paga e poi usciamo.

-Gracias y buen dia-[Grazie e buona giornata]

-Adiós.

 Il viaggio di ritorno lo facciamo con la radio accesa.

  Havana, ooh na-na (ayy)
Half of my heart is in Havana, ooh-na-na (ayy, ayy)
He took me back to East Atlanta, na-na-na
All of my heart is in Havana (ayy)
There's somethin' 'bout his manners (uh huh)
Havana, ooh na-na

Non é male e Erick pensa la stessa cosa, dato che alza il volume, ma poi gli tocca spegnere perché lo stanno chiamando al telefono.   

-Estamos llegando a casa ahora. ¿Cómo? ¿Y qué debería hacer? No creo que pueda hacer esto contigo, así que Christopher me matará. Sí, solo ella. De acuerdo, pero dame algo de tiempo, invento algo y luego vengo.-[Stiamo tornando ora a casa. Come? E che cosa devo fare? Non credo proprio di poterlo fare con lei, insomma Christopher mi ucciderà. Si, proprio lei. D'accordo, ma dammi un pò di tempo, mi invento qualcosa e poi vengo.]

Mette giù e sembra agitato.

-Era Chris?-mi azzardo a chiedere.

-Ascolta, devo fare una cosa. Ma Christopher non ne deve sapere niente.

Tan FacìlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora