Capitolo 3 - Fuga-

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Sabato 17.59

Alla radio abbiamo finito, l'intervista è andata bene e hanno passato 3 pezzi del nuovo album. Comincio a svegliarmi finalmente e ho bisogno di una sigaretta. I miei amici non fumano e spesso mi fanno la predica: il fumo poi rovina la voce e cagate simili. Lo so che lo fanno perché mi vogliono bene ma non so stare più di un'ora o due senza fumare. La nicotina è la mia vera fidanzata: fans siete avvisate! Vic si infila il gilet di pelliccia leopardata, il Cobra ha una giacca di pelle nera vintage che gli fregherei volentieri, se non avesse 2 taglie meno di me, mentre Ethan oggi è ancora più Poca del solito e ha scelto una giacca di pelle chiara con tutte le frange. Io nella fretta di uscire per non arrivare tardi ho preso su il trench del nonno, anche se per oggi avevo previsto un chiodo pitonato che mi ha regalato un brand di quelli tostissimi. Comunque il trench di nonno è figo e coi pantaloni verde maria ci sta proprio una meraviglia.

Mentre gli altri ancora stanno ringraziando lo staff della radio io mi sono defilato e sono uscito su un balconcino con la mia sigaretta. Non ho pensato che l'affaccio è proprio sulla piazza sotto e non appena esco sento un boato. I fans! La piazza è piccola ma piena di gente e mentre io rispondo salutando con la mano e sorridendo loro cominciano ad intonare Follow me follow me now. Accendo la sigaretta e sorrido cercando di scorgere qualche volto. Le urla continuano: io fumo in modo quasi osceno, emettendo il fumo dalle labbra come se stessi baciano le fans una ad una. Loro apprezzano e le urla si fanno sempre più intense anche se non capisco bene cosa dicono. Ad un certo punto sento dietro di me che sono arrivati i ragazzi e i fans inneggiano a tutti, gridando e sillabando anche i loro nomi. Vic alza le braccia e saluta tutti, il Cobra riprende con l'i phone la piazza e poi noi mentre Ethan si tiene un pochino in disparte ma sorride e saluta, seminascosto da noi. La sigaretta è finita, la spengo sul bordo del balcone e inavvertitamente mi cade il mozzicone sotto: vedo una decina di ragazze che si accapigliano per recuperarlo. Speriamo di averlo spento bene almeno, penso ridendo. Rientriamo e ci dirigiamo verso l'ascensore che porta direttamente in garage.

Mentre aspettiamo che arrivi prendo sottobraccio Vic e dico: - aaa bbella, perché non passiamo dalla piazza? Facciamoci sto bagno di folla.- E le faccio l'occhiolino.

Ore 18.07

Adoro Vic! L'ho già detto? Siamo amici, amicissimi. E siamo complici in un modo assurdo. Da subito tra noi c'è stato feeling, proprio una cosa a pelle. E poi conoscendoci, provando insieme, passando le nottate a ridere, a raccontarci i nostri casini sentimentali, dopo il primo viaggio insieme in Danimarca è diventata veramente una parte di me. Mi capisce con uno sguardo, mi da sempre corda anche quando faccio le proposte più assurde. E questa lo è, lo sappiamo entrambi.

-Amò, vai tu. Alla guardia ci penso io-mi risponde strizzandomi a sua volta l'occhio.

E così faccio: con uno scatto corro dall'altra parte dove ho visto le scale che scendono al piano terra e prima che il nostro solerte bodyguard faccia in tempo a fermarmi sono già di sotto, spalanco la porta e mi ritrovo proprio sotto i portici della piazza. Il boato è assurdo: grida, persone ammassate, spintoni, un casino inimmaginabile. Io alzo un mano per salutare tutti, grido ciao ragazzi più forte che posso e questo scatena ancora di più la folla. Ci sono delle transenne quindi io riesco a non finire direttamente nel mezzo però mi accorgo che non ho una via d'uscita vera e propria. E c'è un altro bodyguard che mi sta venendo a riprendere. Così cerco con gli occhi un modo per uscire da questa situazione e vedo la vetrina di un bar. Ci sono le transenne fino li quindi ce la posso fare ad arrivarci con pochi passi. Ma poi se la folla mi insegue? Non ho il tempo di riflettere e decido di provare. Accanto alle transenne c'è un gruppetto di vigili, alcuni in divisa altri forse poliziotti in borghese e io mentre corro verso il bar li saluto con la mano. Mi guardano e capiscono cosa sto facendo, quindi si girano verso la folla per trattenerla. In pochi secondi e schivando una signora con un cagnolino bianco che sta uscendo dal bar, riesco ad entrare e vedo una salettina sul fondo. Ci sono diverse persone al bancone e ovviamente si girano tutti vedendomi entrare in quel modo, da fuggitivo. Mi viene da ridere per il casino che ho creato ma, si sa, sono un mago nel farlo. Mi lascio cadere su un divanetto libero della saletta e prendo fiato. Alzo gli occhi e vedo una ragazza. Ho l'impressione di conoscerla ma il mio cervello non mi fornisce grosse informazioni. Mi guarda con due fanali verde smeraldo e mi chiede:

-Se volevi un altro caffè ti bastava chiamarmi, Rockstar- e sorride.

Rockstar (This is not music /This is life/This is what i live for)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora