Capitolo 30 -Circo-

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Venerdi 1.53

Apro il pacchetto, strappando la carta. Trovo un barattolo di vetro che assomiglia a quelli della marmellata: trasparente ma con all'interno dei bigliettini colorati ripiegati. Il tappo è a piccoli pois colorati ed è bucato, per poter infilare dentro i bigliettini e sopra c'è un foglietto bianco, attaccato con un pezzettino di nastro. Lo apro e mi siedo sul letto a leggerlo: Quando sono felice scrivo dei bigliettini con quello che mi è successo e che mi ha dato gioia. Poi li arrotolo e li infilo qui dentro. E quando ci sono quelle giornate tristi, in cui sembra tutto buio, cerco il mio scampolo di luce aprendo a caso uno dei bigliettini. Ti regalo alcuni dei miei momenti belli, che ti strappino un sorriso in un momento in cui le tue labbra non avranno voglia di farlo.

Sorrido. E senza aver aperto neanche uno dei bigliettini. La domanda al portiere dell'hotel era inutile, in effetti. Mi bastava scartare il regalo per capire di chi fosse. Me ne hanno fatti un sacco di regali in questi mesi, dalle cose più assurde a quelle più costose: anche se i regali che mi hanno dato un'emozione sono stati quelli da cui trasudava il cuore. Ciò che mi doni ha senso solo se parla di te, se grida la tua emozione, il tuo desiderio di condividere qualcosa con me. Da Bea non potevo aspettarmi una cosa più tenera, più tremendamente personale. Accarezzo il barattolo ma non lo apro, lo appoggio sul comodino. Il primo sorriso me lo hai già rubato ed è tutto e solo tuo. Finisco di spogliarmi, abbandonando la biancheria sul pavimento, mi stendo sul letto e prendo in mano il cellulare per scriverle un messaggio. Decido di mandarle un sms, perché non ho voglia di aprire whatsapp che sarà intasato di messaggi. Sto combattendo una battaglia persa contro il tuo sorriso. Invio e spengo. Chiudo gli occhi.

Venerdi 9.44

Non ho tempo di fare colazione, come al solito. Se Vic non mi avesse buttato giù dal letto sarei rimasto li tutto il giorno. Mi sono vestito in due minuti con dei jeans strappati e una camicia. Ho preso il giubbotto di jeans e sono corso nella hall, dove mi aspettavano gli altri. Ethan mi guarda serio e mi dice -Buongiorno Damiano. Ti stavamo aspettando da un po'- Rido e gli rispondo -Aaa Poca, ce so troppe poche erre in questa frase. Puoi fare mejo- e gli do una pacca sulla spalla. Saluto Thomas con un cenno della mano e lui sembra non vedermi neanche: mi sa che non è ancora del tutto sveglio. Bacio Vic sulla guancia e saluto Big Jimmy che mi sta guardando male. -Ehi Big, non è che ce sta un caffè?- Lui apre la bocca e sembra stia per ringhiare ma poi vedo che Vic ha in mano un bicchiere di carta, stile americano, e me lo porge. Eh, se non ci fosse la mia biondina adorabile... La abbraccio e mentre sorseggio il caffè andiamo verso il van. E' una bella giornata di sole, primaverile. Mentre ci portano alla prima location, fuori Milano, Thomas dorme con la testa appoggiata al finestrino, Ethan sta guardando qualcosa sul suo iphone mentre Vic e io ascoltiamo musica dividendoci un paio di auricolari. Lei alza lo sguardo verso di me e mi dice -Aaa bella, nun dovevamo parlà un po' noi due?? Io vorrei sapè dove l'hai nascosta la Bea- Faccio spallucce e rimando il discorso a più tardi. Non saprei cosa rispondere in questo momento. Bea non mi ha risposto, al messaggio di ieri sera. Non so proprio dove si sia nascosta. E adesso non ho tempo di trovarla.

Venerdi 11.29

La location ha un'aria un po' triste: siamo in una zona vicino al parco delle Groane, nell'hinterland milanese. C'è un campo in cui hanno allestito il set, ci sono anche dei vigili urbani che tengono lontani i curiosi, mentre il regista dà ordini e tutti gli altri ragazzi della troupe stanno sistemando la location. Ci sono un tavolo sgangherato, tipo quelli da campeggio, una sdraio semidistrutta, delle sedie stile anni 80 e dietro una specie di caravan di legno, che ricorda moltissimo il circo. A me hanno fatto mettere un corsetto nero che però mi arriva sotto il petto e ha le stecche rigide che mi danno parecchio fastidio. Mi hanno fatto le treccine e truccato gli occhi di nero, molto sbavato. Il regista mi fa sedere sulla sdraio e mi fa tenere in una mano una bottiglia di vetro e nell'altra un tappo. Devo avere l'aria di uno sfattone, insomma e la cosa mi diverte molto: basta pensare ad una delle tante serate passate con gli amici a fare casino, alcool, qualche spinello, musica a palla... Dietro di me Vic appoggiata al carrozzone, con un body lilla e la pelliccia leopardata mentre Ethan è seduto su una sedia di fianco a me, con in mano un libro di fisica. Cerchiamo di essere il più seri e professionali possibili mentre cominciamo a girare. Thomas arriverà dopo, lo stanno ancora preparando e poi farà dei pezzi da solo. Dal fondo del campo ogni tanto si sente qualcuno che cerca di attirare la nostra attenzione ma la situazione è piuttosto tranquilla. Finiamo di girare e risaliamo sul van per andare alla seconda location, il tendone da circo.

Venerdi 14.48

Ci hanno fatto ordinare dei panini per pranzo e abbiamo mangiato nei camerini che hanno allestito fuori dal tendone: siccome qui siamo in città non vogliono che ci facciamo vedere troppo in giro. Stavolta la preparazione è più lunga: cambiamo trucco e pettinatura e i vestiti sono quelli del circo. Io ho una giacca rossa coi profili neri e le mostrine dorate sul petto nudo, una catena al collo, pantaloni a sbuffo, stivali neri e un bel cilindro in testa. Ovviamente ho anche un frustino in mano e quando me lo hanno dato ho fatto un po' il coglione, cercando di dare frustate a tutti, sia ai ragazzi che a Grillo che mi stava riprendendo per poi mettere la storia su Ig. In realtà in scene diverse avrò anche una frusta di quelle lunghe e uno della troupe mi sta insegnando come si fa a farla schioccare senza tirarmela addosso: è molto più complicato di quanto pensassi, in effetti. Ovviamente vengo ripreso anche mentre faccio le prove e mi tiro le prime due frustate sui piedi! Arriva Vic con una specie di tutù un po' dark, semistrappato, le calze a rete smagliate, una piuma nera tra i capelli: sta veramente bene e le faccio un fischio di quelli da vero coatto. Lei fa un finto inchino e poi mi manda a cagare, stavolta in italiano però. Poi arriva Thomas, il prestigiatore, con un lungo gilet nero con le frange e le carte ricamate sopra, e anche lui ha il cilindro con dentro nascosto un coniglio bianco di peluche. Quando ce lo fa vedere scoppiamo tutti a ridere come matti. E per ultimo arriva Ethan, vestito da clown, con le scarpe rosse, un papillon gigante sul petto nudo e truccato di bianco con le labbra esagerate: e qui le risate diventano irrefrenabili. Soprattutto la sua espressione è stupenda: sembra appena sbarcato dalla luna!

A F

Rockstar (This is not music /This is life/This is what i live for)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora