Capitolo 35 - Il mio gusto preferito-

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Mi piacciono le sue labbra: hanno una consistenza morbida e pannosa. Mi piace baciarle: sembrano fatte apposta per incastrarsi con le mie. Non le ho mai chiesto quanti ha baciato prima di me. Non che abbia importanza ovviamente: anche perché di certo nessuno l'ha baciata bene come me! Sogghigno e lei mi guarda stupita: non capisce perchè cavolo sto ridendo mentre la bacio. In effetti non ha tutti i torti. La guardo dritta negli occhi e glielo chiedo così, diretto come sempre. -Ne hai baciati tanti, prima di me?- Bea arrossisce, giusto un po' di colore sulle guance a spezzare il candore della sua pelle. Mi sa che sta pensando. L'idea che stia pensando ad altri, che sia prima di me o meno non fa così tanta differenza, mi fa rendere conto che sono un cretino: potevo stare zitto, stavolta. E per togliere lei dall'impaccio della risposta e me da quello della domanda, torno a baciarla, lasciando che la risposta si perda tra le nostre labbra.

Sabato 11.32

Non so che ore sono ma vedo la luce che entra dalla finestra. Non sono più abbracciato a Bea, anzi lei non è proprio più nel letto con me. Sarà in bagno penso e intanto mi prende la voglia di un caffè e di una sigaretta: da qualche parte dovrei averne un pacchetto. Sento arrivare il profumo del caffè da sotto la porta: mi sa che qualcuno in cucina ha avuto una brillante idea. Mi tiro un po' su e guardo fuori: c'è un cortile con degli alberi e si vedono altri condomini. Siamo ad un piano alto direi, guardando fuori. Non ho molti ricordi di come siamo arrivati qui ieri notte e tantomeno di a che piano siamo saliti. Mentre mi avvicino alla finestra e spalanco i vetri per sentire l'aria fresca sulla faccia, entra Bea. -Ma che fai, Dam??- mi chiede con un'espressione stranita. Alzo un sopracciglio e capisco che allude al fatto che mi sto affacciando alla sua finestra nudo: in effetti la cosa non mi preoccupa poi molto, non è la prima volta. Cerco di sistemarmi i capelli con le mani e le faccio uno dei miei sorrisi da conquistador. Ha in mano due tazze e me ne allunga una, mentre si siede sul letto a gambe incrociate. Ha raccolto i capelli in alto sulla testa, in una specie di palla rotonda. -Aooo, sei andata dal parrucchiere de Ethan?- le dico sfottendola. Le viene da ridere mentre sta bevendo dalla tazza così finisce per semi-strozzarsi, sputacchiando in giro. Io faccio il serio e guardo nella tazza: non è proprio caffè, ma meglio di niente. Lo bevo e fortunatamente è amaro: detesto lo zucchero nel caffelatte. Anzi detesto anche il caffelatte ma non mi sembra carino dirlo alla rossa qui di fianco. -Oh, ma chi era quella dell'incontro di stanotte?- chiedo curioso. -Come era fatta?- risponde Bea, cercando indizi per identificare quale coinquilina abbia incontrato in bagno. -Non era bella come te, baby- le sussurro piacione. Bea appoggia la tazza e poi mi si butta addosso cercando di farmi il solletico. Salvo per miracolo la tazza, cercando di non rovesciare tutta la brodaglia sul suo letto e rispondo alla guerra. Ci rotoliamo sul letto ridendo come due scemi. Dopo un po' abbiamo il fiatone e ci fermiamo. Mi fa quasi male la pancia dal ridere: non si può dire che con Bea non ci si diverta. Adesso è ancora più rossa, coi capelli spettinati, ancora semi raccolti dalla crocchia: non posso resistere e cerco di scioglierli. In realtà faccio un casino e gliene tiro parecchi, al che ovviamente lei si lamenta, anche se continua a ridere. In tutto ciò io sono ancora nudo mentre lei, per andare in cucina a fare il caffè, si è messa una specie di camicia un po' lunga. -Cosa guardi?- mi chiede facendo la voce maliziosa. -Sto guardando che belle gambe che hai- rispondo mentre allungo una mano per accarezzargliele. E mentre le sfioro la pelle liscia le chiedo se ha programmi per la giornata. Bea fa un respiro profondo, come se dovesse concentrarsi per rispondere e io sorrido: ti basta poco per sentire il fuoco eh, bambolina... -Ho disdetto il pilates per stamattina- risponde. -E poi?- chiedo, risalendo con la mano verso l'interno delle cosce. -Poi... nulla- La guardo negli occhi: -Ah e questo sarebbe nulla?!- proseguo fingendomi piccato, mentre faccio per tirare via la mano, ma lei me la blocca stringendo le gambe. Sorrido: ah ecco, così mi piaci Bea. Sorride anche lei e si mette comoda, stendendosi in una posa decisamente provocante, con le gambe semiaperte. La osservo per qualche secondo, con i ricci color fuoco sparsi sul cuscino, il corpo che mi chiama. Mi avvicino e con la voce sexy le chiedo -Sai quale è il mio gusto preferito?-

Sabato 12.55

Adesso quella sigaretta devo proprio fumarla. Anche se mi rovino il sapore che ho tra le labbra. Cerco vicino al letto dove sono finiti i miei pantaloni e me li infilo. Nella tasca trovo un mezzo pacchetto di sigarette che però non sono neanche le mie. E non trovo l'accendino. Mentalmente tiro giù qualche accidente. Poi nell'altra tasca trovo dei cerini e così la accendo e vado ad appoggiarmi alla finestra aperta per fumare. Da qualche parte devo avere anche il telefono e quelle 1000 chiamate non risposte... Vic mi avrà cercato in camera e non trovandomi avrà sguinzagliato i cani, penso ridendo. Spero mi stia coprendo con Martha soprattutto e con tutto l'entourage della casa discografica. Alle volte sono scapestrato ma ho 19 anni e una fame di vita che non mi si placa. Poi anche una rockstar ha bisogno di sparire ogni tanto. Di dormire in un letto da una piazza e mezza stretto con una bella ragazza. E anche di non dormire, perché sarebbe un peccato sprecare così il tempo. Vedo la mia giacca appoggiata sulla sedia dove ci sono mille vestiti di Bea buttati a casaccio: anche il senso dell'ordine ci accomuna, penso ridendo. Cerco l'iphone e lo trovo però è spento: si sarà scaricato. Dovrei chiedere a Bea se ha un carica batterie da prestarmi, anche se sarà difficile visto che ha un telefono diverso. O forse posso chiederle di avvisare Vic che sono vivo, che non mi hanno rapito e che prima o poi torno. E' divertente come Vic sia protettiva nei mie confronti: lo scricciolo biondo è una tosta e anche se ti viene naturale proteggere lei, in realtà ha più palle di almeno la metà dei maschi che conosco. Mentre faccio questo pensiero mi accorgo che la sigaretta è finita e che mi sto per bruciare le dita, così la spengo sul muro esterno, facendo scivolare il mozzicone giù. Magari c'è qualche fan dei Maneskin che lo trova e se lo rivende su e-bay ,penso sogghignando e andando a svegliare Bea, che dorme soddisfatta.

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