Capitolo 37 -Il quinto Maneskin-

240 12 3
                                    


Sabato 14.22

Ci siamo lasciati alla fermata della metro, con un bacio un po' sfuggente. Sto pensando che sarebbe carino organizzare una serata coi ragazzi, prima che Bea parta: una specie di festa a sorpresa. Provo a chiamare Vic ma non risponde: cosa strana, perché di solito vive con il cellulare in mano. Mi viene in mente che oggi dovrebbe raggiungerci Leo, che è tornato dagli States: probabilmente i ragazzi sono andati a prenderlo. Dico al tassista l'indirizzo dell'hotel e, mentre lui si destreggia nel traffico milanese del sabato pomeriggio, io provo a chiamare Thomas, ma sembra che neanche lui abbia alcuna intenzione di rispondermi. Così metto gli auricolari e comincio a sentire musica, mentre guardo fuori dal finestrino: la musica è vita e mi piace avere del tempo tutto mio, per ascoltarla e concentrarmi solo su di lei. Non amo solo scrivere canzoni e cantarle, ma anche perdermi nei mie pensieri ascoltando un pezzo che arriva dritto al cervello, o dritto al cuore. In generale sono aperto a un sacco di generi musicali diversi, non ho preclusioni mentali sulla musica. E adoro il fatto che noi quattro, i Maneskin, abbiamo un background diverso e dei gusti musicali davvero assortiti. Mi piace che nei nostri pezzi questa commistione di stili e di generi si senta, che apra la mente delle persone, che faccia superare dei limiti piuttosto che crearli. La musica è una compagna fedele e, al tempo stesso, volubile. Anche se alcuni pezzi hanno fatto la storia ed è impossibile non conoscerli e non amarli, c'è sempre posto per qualcosa di nuovo, di diverso. C'è sempre uno spazio per creare, per trascinare, per emozionare. Quello che abbiamo in mente noi, quello che è il nostro vero collante, come gruppo.  Mentre penso a tutte queste cose, il taxi si ferma e, di fronte all'albergo, vedo il van, parcheggiato quasi di fronte all'entrata. Sono tornati anche loro, penso e, dopo aver pagato il tassista, entro nella hall. Su una poltrona vedo il Cobra, seduto come sempre in modo strano, con le gambe a penzoloni dal bracciolo e, un paio di poltrone più in la, c'è Ethan, sempre composto, che sta sfogliando una rivista. Thomas è concentrato sul telefono e non mi vede così decido di sgattaiolare in camera a farmi una doccia e a darmi una sistemata.

Sabato 15.07

Appena chiudo la porta della camera, sento la voce di Vic dal corridoio: impossibile sfuggirle! Riapro la porta e lei sta elencando una serie di oggetti che vorrebbe tirarmi dietro: il tutto ovviamente in quella lingua incomprensibile che è il danese. Il danese non lo so eppure, dato che non è la prima volta che capita, qualche parola ormai la conosco anche io! La faccio entrare e richiudo la porta dietro di noi. La abbraccio, prima che possa proseguire con gli insulti a cui, nel frattempo, è passata. E' uno scricciolo Vic, soprattutto se paragonata a Bea. Come sono diverse queste due ragazze, eppure entrambe spesso presenti nei miei pensieri, in un modo o nell'altro. -Ahoooo Damiàààààà, nun pensare che te la cavi così eh?! -mi grida contro. Lo so che non si sfugge alla bionda e che vuole sapere tutto: dove sono sparito, cosa ho fatto, con chi ero... -Amò, guarda sò veramente stanco. E me devo anche fà na doccia- Vic mi guarda ironica e scuote i ricci. -Va beh te aspetto qua però. N-o-n m-i m-u-o-v-o!- mi risponde, scandendo bene le parole e sedendosi a gambe incrociate sul letto. Entro nel bagno e butto i vestiti per terra: mi metto subito sotto la doccia e mi godo l'acqua calda che lava via l'odore del sudore e del sesso. Mi lavo i denti, mi sistemo i capelli, ma senza asciugarli e penso che ho la barba veramente troppo lunga : anche se non ho un cazzo di voglia di farmela adesso. Anzi, penso che mi servirebbe un massaggio e anche qualcuno che mi desse una sistemata. Torno in camera e mentre mi vesto, aggiorno Vic, raccontandole di Bea, della serata e della novità della partenza per Amsterdam. Lei mi strizza l'occhio e mi svela che qualcosa la sapeva già, che lei e Bea si sono scritte su whats app. Avevo capito che Vic e Bea facessero comunella fin da subito: ed è una cosa che in fondo mi fa piacere, che si trovino simpatiche. Per quanto trovi impossibile che a qualcuno non sia simpatica Vic. Le chiedo cosa ne pensa della festa e ovviamente lei si lancia in mille progetti: se c'è una cosa che entusiasma Vic sono proprio le feste, specie se può organizzarle. -Dobbiamo trovà na data, però- le dico perplesso. E penso che dobbiamo anche parlarne con Martha. Mi allontano per cominciare a vestirmi: mi capitano sotto mano i jeans chiari a zampa e raccatto dall'armadio una maglia bianca sfigata, con le maniche tagliate. Mi lego i capelli con un fermacoda e mi guardo allo specchio: mi sento un incrocio tra Johnny Deep e John Travolta. Vic, intanto, mi sta facendo un video mentre faccio le prove da pistolero davanti allo specchio e so già che, tra 4 secondi, questa perla sarà su Istagram. Sentiamo bussare alla porta e Vic corre ad aprire: dietro compare il mitico Leo, col suo sorriso da stregatto!

Sabato 15.42

Ci siamo abbracciati e poi, ovviamente, presi per il culo: lui mi sfotte per la scelta del l'abbigliamento e io guardo lui con la sua camicia che sembra una tovaglia e lo insulto. Mi è mancato un sacco, mentre era via per fare un corso all'Università, negli Stati Uniti. Ci va tutti gli anni e torna sempre come uno zombie: di certo non si limita a studiare quando ci va! Vic intanto ha chiamato Thomas e gli ha detto di venire su in camera mia con Ethan, così parliamo un po' con Leo, prima di uscire. Pochi minuti dopo siamo tutti in camera mia, seduti sul letto che facciamo i cretini: abbiamo aperto due lattine di birra prese dal frigobar e due pacchetti di noccioline che ci stiamo tirando addosso. Siamo riuniti adesso che il quinto Maneskin è tornato. Dopo una mezzora di chiacchiere e risate, in cui Lellino ci racconta le sue avventure americane, penso che dovremmo farlo un viaggio tutti insieme alla scoperta degli States. Io ci sono già stato, più di una volta, coi miei e con Jacopo, ma andarci tutti insieme coi ragazzi sarebbe divertente. Già immagino come potrebbe essere girare un video dei Maneskin: tutti in una Cadillac del '69 fiammante, col tettuccio aperto, che scorazza per il deserto, sollevando polvere. Già vedo Ethan che guida, che fa finta di guidare visto che manco ha la patente,  con in testa un cappello da cowboy, nero, con le borchie e la camicia aperta. Di fianco Thomas col ciuffo al vento, camicia a fiori con le maniche tirate su e la chitarra appoggiata in braccio, con cui prova qualche accordo. Vic e io seduti dietro: lei con un sexy completino di latex rosa, con le borchie dorate e i ricci cotonati e io, a petto nudo, con un sombrero e un sigaro in bocca. Anche se, forse, il completino di Vic starebbe meglio a me.


Rockstar (This is not music /This is life/This is what i live for)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora