Capitolo 14 - Firmacopie-

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Mercoledi 15.30

Ci hanno lasciato una mezz'ora per andare in camera a cambiarci, poi passano a prenderci per il firmacopie. Oggi siamo in una libreria a sud di Milano, la giornata è tiepida e io decido di mettermi i pantaloni neri con le stringhe, stile corsetto, che mi hanno lasciato dopo un servizio fotografico. Maglietta nera glitterata e una giacca nera con degli ananas di paillettes. Mi avvicino allo specchio del bagno per truccarmi gli occhi: non sempre mi trucco quando andiamo a firmare i cd, ma oggi mi sento così. E poi non è detto che riesca a tornare in hotel prima di sera   e di incontrare Bea. Non so neanche se mi ha risposto perché non ho avuto tempo di controllare i messaggi. Gli unici due minuti liberi li ho passati al telefono con mia madre, che non vede l'ora che torni a casa. La cosa divertente è che quando vivevamo insieme passavamo il tempo a litigare, mentre ora ci manchiamo un sacco. Prendo la matita nera, la passo sopra l'occhio e poi sotto. Ma Vic mi ha dato dei suoi trucchi perché volevo aggiungere un tocco di ombretto giallo, in tinta col colore delle paillettes della giacca. Truccarmi mi diverte molto, anche se poi il risultato non è paragonabile a quando se ne occupa  Vic o ai truccatori professionisti. Al prossimo concerto ho chiesto espressamente un trucco particolare, con gli occhi super colorati. Un giorno abbiamo fatto qualche prova e vedermi più truccato e scintillante di Vic ci ha fatti ridere tutti come matti: devo avere una foto sul cellulare del risultato. Stranamente sono in perfetto orario e Vic viene a bussarmi alla porta- Ah che bbona che sei, con sti ananas- mi apostrofa subito, appena le apro. Lei ha degli shorts, una camicia semiaperta con sotto un top nero, immancabili calze a rete e degli stivali bassi. Vic non ama i tacchi e, quando la obbligano a metterseli, per qualche evento o per le sfilate, smadonna sempre in tutte le lingue che conosce. In effetti quando ho dovuto mettermeli io per ballare la pole dance ad X Factor ho capito perché li odia: ancora mi viene da ridere a pensare a quando mi esercitavo a camminare con quegli stivali nel loft. Ovviamente i ragazzi mi sfottevano e mi insultavano coi peggiori epiteti. Il Nigio poi, da buon toscanaccio, era quello che trovava i migliori: come ti insulta un toscano, nessuno mai!

Vic mi squadra, controlla come mi sta la giacca e sorride.- Anvedi che sta giacca te sta proprio 'na favola, amò. Sti ananas spaccano sai?- Ok, se ho l'approvazione di Vic posso uscire sereno. Dalla porta fa capolino Ethan, silenzioso come un gatto, come sempre. Lui si è messo dei jeans neri superattillati e una camicia rossa, sopra un giacchino corto di jeans, stile anni 80. –Ethan- gli dico- aspetta che c'ho qualcosa per te- E vado a cercare una collana che mi sono portato da casa ma che ancora non ho messo. Gliela infilo: è in stile indiano, con qualche piuma rossa, in tinta con la camicia. Vic guarda e fa di si con la testa, approvando la scelta. Ethan ci guarda e poi va a guardarsi allo specchio: sappiamo che si fida dei nostri consigli. –Vuoi che mandiamo na foto a Miriam, così vediamo se le piaci?- Ethan si gira verso di noi e risponde con voce pacata – Mi pare un'idea interessante.- Vic ed io cominciamo a ridere per la sua erre moscia ma lui non si scompone. Mentre Vic gli fa la foto e la manda a Miriam, arriva anche il Cobra. Si è fatto i boccoli! – Me pari un cherubbi, più che un cobbra- gli dice Vic ridendo e andandogli vicino per sistemargli i capelli. Con le mani gli spettina i boccoli biondi. -modderno, Cobra, devi èsse moderno! Non stiamo ad andà al Vaticano, sù,-.  Anche Ethan ride e Thomas nel frattempo è arrossito. -Mò te faccio na foto pure atte e la manniamo ad Anna eh? Vediamo se Anna approva, Cobbbra- e lui si mette in posa da figo, mentre io mi accendo una sigaretta e mi avvicino alla finestra. Guardo la strada: il van ancora non è arrivato. Vedo una figura che cammina proprio sotto la mia finestra e dal colore dei capelli sembra... Bea? Se la chiamassi ad alta voce i ragazzi correrebbero a vedere e non mi va. Magari è solo una ragazza qualunque, coi capelli rossi. Bussano alla porta: Big Jimmy è venuto a prenderci. Spengo la sigaretta e richiudo la finestra. Ci dice che il van ci aspetta sul retro: meglio così, penso.

Mercoledì 17.34

Siamo arrivati col van sul retro del centro commerciale. Ci aprono il portellone e io scendo facendo un salto in stile supereroe: sento un boato di grida e vedo un sacco di gente in fila dietro le transenne. Sorrido e saluto con la mano, mentre sento urlare il mio nome da centinaia di voci. Vic è dietro di me, Ethan e il Cobra scendono per ultimi e ci raggiungono. Entriamo nella libreria e c'è Marta ad aspettarci. Soliti sgabelli, tavolino alto per gli autografi e via. Chiedo una bottiglietta d'acqua e Marta si allontana per farsela dare. Dal vetro della libreria vediamo un sacco di persone che ci salutano, ci fotografano e sentiamo le loro urla gioiose. I firmacopie sono abbastanza stressanti perchè abbiamo pochissimi secondi da dedicare a ciascuno: saluto, autografo, foto di rito e via, avanti un altro. I primissimi che abbiamo fatto erano stati angoscianti, proprio per il casino, a cui non eravamo abituati e per i ritmi troppo serrati. Poi ci abbiamo preso la mano e cerchiamo di dare a tutti un abbraccio, un bacio, di sorridere e di scherzare. Vi siamo riconoscenti, cerchiamo di dimostrarvelo: voi ci fate vivere il nostro sogno, comprate i nostri cd, venite ai nostri concerti, ci apprezzate, ci seguite, ci amate. E noi amiamo voi, ognuno di voi.

Mercoledì 19.24

Dopo aver abbracciato, baciato e ringraziato almeno 1000 persone, aver accumulato decine e decine di regali, alcuni davvero fantastici, cominciamo ad essere stanchi. Io risento un po' della notte scorsa e del poco sonno. Sembra che abbiamo finito e che non ci sia più nessuno, così io mi alzo dallo sgabello e mi sgranchisco le gambe: non vedo l'ora di uscire a fumarmi una sigaretta. Ma arriva Big Jimmy e dietro di lui compare un'ultima ragazza che era in fila. Quei ricci rossi e quegli occhi li conosco: anche se nascosti dietro le lenti degli occhiali, brillano. Troppo. Mi manca il fiato per un attimo: mi hai fregato Beatrice.

Rockstar (This is not music /This is life/This is what i live for)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora