Capitolo 7 - Amici-

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Domenica 11.34

Nella stanza filtra la luce del sole: mi sono dimenticato di chiudere le tende ieri notte. Mentre apro un occhio così, giusto per capire dove sono, sento il profumo di Vic. E' girata dall'altra parte e il suo collo è vicinissimo al mio viso così, senza pensarci, lascio una scia di baci leggeri propri li, vicino all'orecchio. – Me stai a fà il solletico, Damià- dice Vic ridacchiando, mentre io le mordicchio il lobo. – ah ma non stavi a dormì??- li rispondo stupito. Vic si gira verso di me e mi tira in faccia il cuscino. Cominciamo a giocare nel letto, ridendo come due scemi. -Oh ma ieri sera quanto avevi bevuto, bionda? Nun te reggevi in piedi- le ricordo, facendo la voce finta seria. -Ma vaffanculo Damià, và- mi risponde mimando anche il gesto con la mano. Comincio a sfotterla e a farle domande a raffica: chi c'era nel locale? Cosa hai bevuto? Er cobra che faceva? C'erano fans? Lo so che mi odia quando faccio così, poi è appena sveglia e così comincia a tirarmi dietro ogni tipo di insulto. Quelli in danese sono sempre i miei preferiti. -Du er så meget en idiot!!!!- Siamo amici noi due, ma proprio tanto. Anzi siamo come sorelle: le Princess.

Domenica 11.57

Vic è andata in camera sua a prepararsi, io mi sono fatto una doccia e mentre sono ancora seminudo mi faccio un selfie davanti allo specchio grande del bagno. Mentre cerco la luce giusta per fare lo scatto perfetto, sento bussare alla porta della mia camera. Mi sistemo l'asciugamano intorno alla vita e vado ad aprire: avevo chiesto la colazione e c'è il cameriere di ieri sera, quello che ci ha servito la cena, che mi guarda un po' stranito. Avrà visto il tatuaggio che ho sulla coscia?! Lui comunque appoggia tutto sul tavolino e con un mezzo sorriso se ne va, augurandomi il buongiorno. Mi siedo a bere il caffè, il primo della giornata: forte e amaro, come piace a me. Forse lo avevo chiesto doppio.

Decido di dare un morso anche alla brioches che c'è sul piattino di porcellana e mentre penso che la mangerò tutta perché è proprio buona bussano di nuovo alla porta. E adesso chi cazzo è? Continuano a bussare in modo un po' smodato quindi capisco che sono il Cobra e Ethan. -Uè diva, stai ancora nuda?- mi dice Thomas quando vede che sono ancora in asciugamano. -Ciao Damiano. Tutto bene?- Mi chiede Ethan. -Uè, ciao bbelli, volete mangiare qualcosa?- chiedo e indico il tavolino. -Aooo bella, guarda che noi abbiamo fatto colazione un'ora fa e te stavamo ad aspettà de sotto! Te e l'altra princess- continua il Cobra sedendosi sul mio letto.- Che avete dormito insieme??- chiede, guardando il letto disfatto da entrambe le parti. Ethan si siede a fianco al Cobra e sogghigna. -E tu l'hai chiamata la Lady?? Le hai detto che ieri sera sei andato a fare bisboccia con la Vic??- gli rispondo, sfottendolo. Il Cobra diventa paonazzo e io e Ethan ridiamo come matti. Il Cobra adora Anna, la sua ragazza, detta Lady Cobra: lei è parecchio gelosa e ogni tanto gli fa qualche cazziatone. -Anna deve studià, che domani mattina c'ha l'esame- risponde con la voce da offeso. Toccategli tutto al Cobra, tranne Anna e la chitarra: gli piace fare il rocker dannato ma è un cuoricino tenero. Quando c'è Anna, Thomas sembra scollegato dal resto del mondo, e devo dire che mi fanno tenerezza. Anche Ethan si è fidanzato, anzi lui è stato il primo. La sua prima ragazza lo aveva mollato subito dopo il primo tour, non sopportava la distanza probabilmente, anche se Ethan non è che ci abbia mai spiegato nulla. Un giorno ci ha detto che non stavano più insieme e il discorso si è chiuso li. Poi ha conosciuto Miriam e, anche se all'inizio lui faceva l'indifferente, poi si è preso una bella cotta. Lei va ancora al liceo e appena può ci raggiunge nel week end e viene con noi. Siccome è la più piccolina l'abbiamo soprannominata la nostra mascotte. Stavolta anche lei è rimasta a casa a studiare però.

-Oh raga, è ora che mi metta qualcosa addosso- dico ai ragazzi e loro annuiscono, andando verso la porta. Apro l'armadio e prendo dei jeans scoloriti e una camicia a fiori. Mi faccio un codino, metto i cerchi d'argento alle orecchie e un ciondolo con la piuma. Cappello d'ordinanza e stivali. Decido di truccarmi dopo, in macchina: mi faccio sempre dare una mano da Vic, che è la maga del kajal e ha sempre dietro il kit di emergenza, come lo chiamiamo noi. Mentre controllo di aver preso portafoglio, cellulare, afferro una giacca e mi cade l'occhio sul letto. Vedo una macchia colorata e mi avvicino, riconoscendo l'unicorno di peluche. Lo prendo e me lo infilo in tasca.

Domenica 12.42

Prendo un altro caffè al bar dell'hotel intanto che aspettiamo che il van ci raggiunga. I ragazzi sono seduti nella hall su un divanetto: Vic e il Cobra hanno il cellulare in mano mentre Ethan il solito libro di Hegel. Dopo il caffè vado a sfotterlo perché non lo ha ancora finito ma lui mi ignora. Vic e il Cobra, appena se ne accorgono, ovviamente mi appoggiano e cominciamo a ridere tutti insieme. Mentre aspettiamo si avvicina una signora, un po' intimorita. -Sscusate ma... voi siete...- dice con la voce quasi tremante e noi quasi in coro rispondiamo -I maneskin seee seeeee seeee-. A questo punto anche la signora comincia a ridere. -posso abbracciarvi? Sapete mia figlia vi adora e se sapesse che vi ho incontrati...-- ma certo signora venga qui- le dico aprendo le braccia- Facciamoce pure un selfie daje- interviene subito Vic- e la regazzina la facciamo svenì- e così ci mettimao tutti in posa per il selfie di rito. Uno quasi normale e poi un secondo con le linguacce. La signora è quasi commossa e ci ringrazia con un sacco di entusiasmo. Vediamo il van fuori dalla porta dell'hotel che ci aspetta: alle quattro abbiamo un'intervista in RAI, ad un programma della domenica di quelli che non guarda più neanche mio nonno. Dobbiamo essere li almeno per le tre, quindi abbiamo un paio d'ore libere. Mentre saliamo sul van Thomas dice che vuole andare a farsi un giro in un negozio di musica di cui gli hanno parlato e Ethan risponde che va con lui e poi magari si fa un giro in libreria. Vic dice vuole andare in centro a guardare qualche vetrina e mi chiede se vado con lei. Quindi ci accompagnano in una grossa piazza e, con un paio di bodyguard che ci accompagnano, ci possiamo separare.


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