Capitolo 21 -Come sei bella-

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Sabato 00.40

Bea si avvicina al lavandino e, con dei fazzolettini bagnati, cerca di togliere la macchia della camicetta. -Puzzerò di gin tonic fino a domani!- commenta ridacchiando. Almeno non è arrabbiata, penso e le sorrido. -Forse se te la togli, puoi metterla nel lavandino e poi la mettiamo ad asciugare sotto il getto dell'aria calda- le suggerisco. Non si gira a guardarmi ma l'occhiata che mi lancia la vedo dallo specchio in cui è riflessa. -Non è un modo per farti spogliare a tradimento eh!- preciso, facendo il finto offeso -Comunque posso anche lasciarti sola- aggiungo girandomi verso la porta e facendo il gesto di aprirla, per uscire. -No! dai vieni qui Dam...- sussurra.

Mi giro di nuovo verso di lei e vedo la sua schiena nuda: ha accettato il mio consiglio e sta sciacquando la camicetta nel lavandino, mentre mi guarda di sottecchi, sempre dallo specchio. Mi avvicino a lei e, senza pensare, le appoggio le mani sulla schiena, accarezzandola. Sento un brivido che la percorre. -Ho le mani fredde?- le chiedo in un sussurro. -Nnnoo, anzi...- risponde con un filo di voce. La sua pelle è così calda e, sotto le dita, sembra seta, impossibile resistere: avvicino le labbra e bacio dove poco fa ho accarezzato, mentre con le mani le circondo la vita. Lei ha lasciato scivolare la camicetta e, con le mani ancora umide, stringe forte le mie. Sbircio il suo riflesso e vedo che ha gli occhi socchiusi. Lascio piccoli baci lungo la spina dorsale e risalgo fino al collo, spostandole delicatamente i capelli da un lato. A Bea sfugge un sospiro e mi stringe ancora più le mani: io dal collo sono passato a sfiorarle il lobo dell'orecchio, prima con le labbra e poi con la lingua. Le succhio il lobo, ne mordicchio la carnosità e poi sospiro dolcemente. Bea ha piegato la testa di lato e si è appoggiata al lavandino: avendo le mani libere posso accarezzarle il ventre, giocare con il suo ombelico, passandoci un dito attorno e poi risalire su, sfiorandole i seni nascosti dalla stoffa del reggiseno, per poi accarezzarle la gola. -Dammi un bacio, Bea- le bisbiglio, allontanandomi. Lei resta qualche attimo ancora così, poi riapre gli occhi e si gira versa di me. Io mi sono appoggiato al muro di fronte e la guardo: il riflesso della luce sulla sua pelle bianca, gli occhi verdi che sembrano fari abbaglianti, i ricci rossi un po' scompigliati...

Come sei bella, penso mentre ti avvicini e stavolta sei tu a baciarmi, a stuzzicarmi le labbra con le tue, prima di esplorarmi la bocca con la tua lingua curiosa. Ti lascio fare, prendere l'iniziativa di strofinarti contro di me con una malizia che fai sembrare innocente. Non ti tocco, tengo le mani appoggiate al muro, lasciandoti fare, per quanto non sia semplice stare fermo. Sento le tue mani che cercano la mia pelle, insinuandosi sotto la maglietta, accarezzandomi la schiena, stringendomi, quasi graffiandomi mentre non smettiamo di baciarci, con le lingue sempre più affamate ed affiatate. Non posso più stare fermo: devo toccarti, devo stringerti e mentre le mie mani riprendono ad accarezzarti, sento sempre più impellente la voglia di te, la voglia di spogliarti qui, adesso, subito e di fare l'amore. Nello stesso attimo in cui questo pensiero mi sta occupando completamente la mente, sento battere dei colpi forti alla porta del bagno ed entrambi abbiamo un sussulto.

Bea fa per staccarsi da me ma io con le mani la trattengo. Ci guardiamo dritti negli occhi e rimaniamo in silenzio qualche secondo, prima che ci venga da ridere mentre, da fuori, una voce perentoria ci intima di aprire subito la porta o ci pensa lui a buttarla giù. -Cazzo, è Big Jimmy- dico a Bea a bassa voce. Lei mi guarda stupita e poi mi chiede -e adesso cosa facciamo?- Io penso che forse è il caso che si rivesta, ma la camicetta è tutta bagnata e appallottolata nel lavandino quindi la cosa è da escludersi. Bea coglie il mio pensiero e fa un gesto come dire e adesso cosa cavolo mi metto?. Io mi tolgo la giacca e poi la t shirt: gliela allungo e la aiuto ad infilarsela, poi mi rinfilo la giacca sul petto nudo e dopo aver fatto un respiro profondo apro la porta alle mie spalle. Bea si tiene in disparte, mentre io esco a tranquillizzare Big Jimmy. - A' Damià, che cazzo stavi a fa?? Sei scomparso, li mortacci tua- mi dice, cercando di imitare l'accento romano, che però gli riesce pure male. Io gli sorrido e, dandogli una pacca sulla spalla, lo rassicuro. -Sto qua, bello, tutto a posto. Avevo un bisognino urgente.- Lui aggrotta un sopracciglio come a farmi capire che sa che sto dicendo una cazzata e io gli faccio l'occhiolino. -Dai, bello lasciamo che la ragazza esca dal bagno, torniamo in sala- aggiungo, cercando di spingerlo dall'altra parte per lasciare Bea libera di uscire e confondersi con la gente che c'è nel locale. Certo spingere un colosso alto quasi due metri e largo quasi altrettanto non è una cosa che possa riuscirmi molto bene, ma fortunatamente lui decide di non approfondire e si lascia convincere. Lo porto al bar e chiedo alla barista carina di prima se gli prepara qualcosa di speciale, mentre io torno dai miei amici e familiari, che sono raggruppati in una parte del locale.

Sabato 1.15

Il Cobra è avvinghiato ad Anna, su un divanetto su un lato: non sono riuscito neanche a salutarla, ma giustamente non si vedono da un po' e devono recuperare! Ethan sembra scomparso mentre Vic è in mezzo alle sue amiche e stanno facendo un gran casino: mi sa che hanno puntato qualche ragazzo carino. Io ho fatto il giro di più o meno tutti, abbracciando, salutando e ringraziando. Nel frattempo ho bevuto altri due drink e il secondo mojito mi sta dando un po' alla testa, perché comincio a sentirla pulsare. Forse è il caso che esca fuori a fumare una sigaretta e a prendere una boccata d'aria. Con la coda dell'occhio ho seguito Bea che, dopo essere sgattaiolata fuori dal bagno, è andata a prendere da bere e poi è stata trascinata da Vic nel suo gruppetto. Vic sa di Bea e, attenta come è non le sarà sfuggito che ha addosso la mia maglietta, anche se ha camuffato la cosa appoggiandoci sopra una sua giacca. Prendo le sigarette da un tavolino ed esco dal locale a fumare. Big Jimmy fa per seguirmi ma io lo stoppo subito, facendogli capire che il tempo di una sigaretta e torno. Fuori c'è poca gente, solo 4 o 5 fumatori, come me. Mi accendo la sigaretta, stringendomi nella giacca, dato che sono a petto nudo e la serata è meno calda di quanto mi aspettassi. Mentre penso che, per fortuna, il concerto era oggi ed è andato alla grande, quindi anche se adesso mi dovessi ammalare, non succederebbe nulla di tragico intravedo Bea uscire dal locale di fretta e dirigersi dalla parte opposta a quella dove sono io. Sto per chiamarla ma lei corre via e non faccio in tempo a fermarla.


Rockstar (This is not music /This is life/This is what i live for)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora