Diario del Cacciatore - Giorno 12

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Il nucleo...

Old Yharnam si presenta in tutta la sua decadenza dimenticata. Una distesa soffocante di fumi e cadaveri appesi su pali in perenni fiamme. La natura mista a sangue ad incorniciare edifici diroccati e sigillati nella sofferenza che dipinge ogni singolo lamento a tagliare l'aria.
Mi guardo intorno, alla ricerca di una nuova via e una voce, dal nulla, umana, mi avvisa di tornare indietro. Di non continuare quel percorso.
Perché mai un umano, una persona dall'apparenza sana e ancora cosciente del mondo che la circonda, dovrebbe mandarmi via?
Tutto questo non ha un senso logico.
Fregandomene altamente di quelle parole proferite da chissà chi, avanzo, in quella che sembrerebbe essere una distesa di morte lontana anni luce dalla salvezza.

Quello che trovo è un continuo ringhiare di bestie mutate fin nel midollo dalla piaga. Una cosa positiva, per quanto concerne la mia sicurezza c'è, alcune di loro temono il fuoco della mia torcia. Le vedo indietreggiare alla sua vista... Che sia un trauma generato da altri eventi di cui sono all'oscuro??

Zero forme di vita intelligenti o umane, zero interazioni che possano considerarsi tali, continuo a farmi strada nel sangue di continue aggressioni.
Poi nuovamente la voce.
Mi definisce un buon cacciatore, assetato di sangue. Vuole fermarmi.
In un istante capisco da dove provengono quelle frasi fredde e sicure.
Un cacciatore!
Un cacciatore su una torre comincia a spararmi con una sorta di arma, una torretta mitragliatrice a ripetizione.

Da questo momento in poi non ho più tregua, è una continua pioggia di proiettili verso di me mista agli attacchi delle belve.

Perché mi attacca?
Non potremmo cooperare?
Che strana arma...

Non vedo altra soluzione, devo raggiungere la cima di quella torre per parlargli a quattrocchi.

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