Diario del Cacciatore - Giorno 47

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Occhio...

Avrei dovuto avanzare...
Però l'immagine di quei "cervelloni" su quel ponte continuava a tormentarmi, così ho deciso di ripercorrere i miei passi alla ricerca di un qualche indizio che mi conducesse da loro.

L'area era piena di gabbie, piccole e grandi, appese e distrutte. Alcune utilizzabili come ascensori, altre invece, per contenere le bestie.
Quando ero sul punto di arrendermi, sono entrato in una di esse per tornare verso la base e... Ho notato un'apertura!
Lanciandomici dentro, istintivamente, ho scovato la strada che tanto bramavo.
C'erano rocce scure ovunque lungo il percorso. Le stesse identiche notate di sotto ma... Molte di più e molto più vicine a disegnare una sorta di sentiero obbligatorio e claustrofobico.

I "cervelloni" non furono un problema  sconosciuto. Le loro melodie mi facevano scoppiare la testa, erano molto pericolosi, forse difendevano qualcosa di altrettanto prezioso. Questa la motivazione a muovere la mia curiosità.

All'interno di un nuovo edificio, sempre al buio, sono stato attaccato da nuovi ragni. Grandi e neri come i precedenti ma... Con teste umane, come quella incontrata nel luogo di studio... Però al  contempo diverse, tutte con lo stesso taglio di capelli, un caschetto castano. Inquietanti.
Fui rapido nel liberarmi di loro.
Verso il basso c'era una leva. Ero sotto ad un ponte, una sporgenza che si affacciava direttamente sul nulla oscuro.

L'ho tirata. Una gigantesca catena davanti a me si è sganciata facendo precipitare qualcosa di grosso e viscido dall'alto. Così ho deciso di scendere per capire cosa fosse.
Dopo ore di ricerche una gabbia mi ha condotto verso il basso, in un luogo nuovo.
Era totalmente nero lì. Sembrava non esserci nulla, né il pavimento, né le mura, né suono di alcun tipo, mi sono lanciato e... Sono rimasto sospeso nel vuoto.
Avanzando mi sono imbattuto in quella cosa di prima...
Sembrava un gigantesco cervello tentacolare. Aveva soltanto un occhio e continuava a fissarmi. Vicino a lui risuonava un battito incessante e monotono.

Sono stato fermo per un po', immobile e pieno di domande. Poi l'ho attaccato per vederne la reazione. Niente.
Ho comunque deciso di eliminarlo.
Non so il perché ma, percepivo qualcosa, una sensazione di "giustizia" nel farlo.
Mentre svaniva una luce abbagliante mi ha investito ed ho capito...
Quello era un Grande Essere.

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