Diario del Cacciatore - Giorno 15

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La bestia e il calice...

Una grande bestia, dalle fattezze simil umane, a quattro zampe ci ha attaccati. La sua aggressività ha pervaso l'intera zona, irradiando ogni anfratto di urla e tagli, oscurando l'ambientazione e la fantasia architettonica a cingere lo scontro.
Anche i suoi occhi erano rossi come il sangue, non sono riuscito a comprendere le forme del suo corpo, sembravano femminili ma... Erano avvolte in un drappo rosso coprente e svolazzante.
Con Alfred ci siamo divisi i compiti, alternando i fendenti e studiando i punti deboli. Poi lo scontro è evoluto, una volta messa alle strette ha cominciato ad emanare sangue da ogni poro.
La pericolosità liquida ha inondato la situazione, avevo qualche antidoto con me... Fu di vitale importanza.

Quando la bestia cadde anche Alfred svanì con lei. Sul terreno uno strano calice su cui erano incise frasi legate al labirinto di cui avevo sentito parlare, lo Pthumeriano.

Ero sfinito, così decisi di riposarmi nei pressi della prima lanterna nelle vicinanze.
Feci uno strano sogno.
Ero in un posto a me totalmente sconosciuto, un luogo in pietra antica, grigia e polverosa, cinto da una muraglia di radici ad aggiungere colore naturale. Davanti a me un'unica porta d'oro. Non c'era altro al di fuori di alcuni strani disegni su di un muro. La rappresentazione artistica di un gruppo di sconosciuti.

Presi la mia onnipresente torcia e decisi di esplorare la situazione. Non avevo altra scelta.

Più avanti vi era una sorta di acquitrino bagnato da acqua e petrolio, abitato da topi e strane creature relativamente grandi. Poi una campana risuonò limpida nel buio fatto di radici e natura e piante fuori controllo, una vegetazione oscura e rigogliosa a dipingere le rocce di una grotta sconosciuta.
Venni aggredito da strani esseri sul rosso. Poi compresi che trattavasi di evocazioni, era stata una donna a portare quelle creature da me, avrei dovuto eliminarla.

Una leva sbloccò un nuovo passaggio. Sembrava tutto così etereo lì sotto, o sopra...

Ad attendermi, in una piazza non troppo ampia, un gigantesco non morto. I non morti sono creature nuove per me.
Suppongo siano deboli al fuoco.

Questa grande creatura, avanzava lentamente e altrettanto lenti erano i suoi attacchi. Due lame ricurve erano cucite sulle sue braccia, una corona di candele a gingergli la schiena.
Non fu affatto facile buttarlo giù. Le sue movenze erano particolari, non intuibili.
Nel momento stesso in cui la sua carcassa esplose senza vita sul terreno, mi risvegliai di soprassalto.
Mi sentivo diverso. Più forte di prima.

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