Diario del Cacciatore - Giorno 26

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Un'energia oscura, "cosmica", dietro ad una porta mi ha avvolto nuovamente. Ormai ci ho fatto l'abitudine. Neanche mi stupisco più di tanto.
Questo penso sia preoccupante.
Sto totalmente perdendo di vista la logica continuativa del viaggio, immerso in tutto questo...

Intorno a me tantissime lapidi in roccia naturale, i contorni non sembrano modellati da alcuna forma d'arte anche se alcune facciate sembra vogliano comunicare qualcosa. Sono tutte ammassate intorno a me, alcune dipinte da un rosso sanguigno.
Sono in una grotta e, fuori sembra esserci il sole.
I suoi raggi disegnano un sentiero distante dal tempo e dallo spazio, decido di seguirlo.

Lo spettacolo esterno è mozzafiato. Il cielo dorato illumina ogni cosa, rendendo tutto quanto irrealisticamente onirico, unico. Sembra di essere su di promontorio roccioso, indefinito, cinto da un mare di nebbia soffice e leggera. Fra le sue onde, navi in legno sospese nella fantasia.
Il paesaggio circostante si presenta dominato dal grigio naturale alternato al rosso filamentoso di alcuni elementi affascinanti, da alcuni fori chiari e dall'unico fiume sul verde chiaro.
Comincio a guardarmi intorno spaesato e innamorato. Osservando verso il basso ho la sensazione di trovarmi su un qualcosa di innaturale, sospeso nel nulla di alcune gigantesche radici.

Comincio ad esplorare, alla ricerca di risposte su quel luogo, sui suoi abitanti. Ogni occhiata mi porta sempre più lontano dalla piaga e dalla mia originaria mia originaria missione a Yharnam.

Vengo assalito da due cacciatori. Entrambi lontani dal dialogo. Non sono un problema, la mia nuova lama non ha riserve per nessuno.

Il luogo è pieno di strane belve. Non ne avevo mai viste prima. Il suo fascino continua a distrarmi dalle insidie.

Imbattendomi in un sentiero di monetine d'oro comincio a seguirlo... Quando vengo spinto violentemente verso il basso dallo stesso uomo dal corpo di ragno, incontrato in precedenza.
Che strano...
Mi sembra tutto così familiare...
Finendo nel fiume di Veleno, perché da quello si originava il suo colore, lo sento schernirmi da lontano... Parlava degli Dei.

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