Diario del Cacciatore - Giorno 24

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Guardare...

Oggi ho salutato una fedele amica. Una compagna di avventura e caccia, sempre fedele e al mio fianco. Uno spiraglio affilato e oscuro pronta a tutto, in ogni situazione. Oggi le mie prime parole vanno a lei che, in ogni situazione si è sempre prestata per me, con me.
Abbiamo osservato questo "mondo" dall'alto, sopravvivendo e imparando.
Siamo cambiati insieme. Sento di doverla salutare come si deve.
Buon riposo mia ascia, è giunto il momento... Non vorrei ma... Penso sia la scelta più giusta.
Sei stata fondamentale e il tuo nome, come la tua incredibile leggenda non verrà mai dimenticata.

Con la nuova arma nella mano sinistra, ho cominciato a lanciare fendenti per abituarmi al suo peso, si adattava perfettamente a me. Danzava nell'aria e nelle mie mani seducente. Stavamo facendo amicizia.

Nel giorno 22 ho parlato di un tale che mi aveva consigliato di portarmi alla destra della Grande Cattedrale in cui ho affrontato Amelia, donandomi poi un oggetto curioso. Ho deciso di seguire il suo consiglio.

Davanti a me una strada pericolante in legno, edifici abbandonati e due tali, sembravano cacciatori. Il primo, con uno scudo di legno, non è stato troppo duro. Il secondo, con una lancia-fucile, mi ha messo ha messo alle corde diverse volte. Era agile e pronto. Io lo ero di più.
Non ho ancora capito cosa volessero.

Mi sono ritrovato in una grande sala circolare, al centro una sorta di ricettacolo circondato da un alone azzuro e candele spente.
Percepivo una strada sensazione. Mi sentivo osservato. Poi ho sollevato lo sguardo e l'ho visto. Un gigantesco essere dal corpo di ragno, con mani disegnate da sei dita e la faccia simile alla pietra e alle statue nominate in passato. Era appeso al muro, immobile, inquietante.
Per un istante ho esitato, poi mi sono avvicinato con cautela.
Mi ha afferrato con una mano, era strana, segnata da una  incavatura sul palmo.

Poi sono stato avvolto in un alone scuro, "cosmico" e il vuoto.

"Oh Amygdala... Oh Amygdala..."

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