Diario del Cacciatore - Giorno 34

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Diario del Cacciatore - Giorno 34

Caos viola...

Intorno a me il caos, di urla, gemiti e creature incontrate in passato ma molto più resistenti.
Non è stato facile avanzare.
Gli occhi fissi di quegli esseri su di me e l'incessante ritorno degli infetti misti a belve, evocati da strane donne con delle campane, non mi ha dato modo di essere troppo ragionevole. Ogni mia strategia o previsione è stata spazzata via da continui fendenti, imboscate e inseguimenti. Ero giunto a Yahar'gul.

Non ero tranquillo, la fiducia in me stesso vacillava. Possibile?
Ho deciso di vivere il tutto d'istinto, lanciandomi nelle mischie, senza troppe esitazioni o ripensamenti. Durante uno scontro con vecchie conoscenze al femminile sono precipitato da una sporgenza. Sotto, in una stanza buia, ho rinvenuto una chiave, aveva una fattura familiare.
Poi un flash.
La parte superiore della cappella di Oedon!
C'era una porta bloccata!
Magari nascondeva un tesoro o qualche segreto leggendario...

Così ci sono ritornato.
Era sulla cima dell'officina...
Avevo ragione.
La porta, una volta sbloccata, si è aperta su una zona totalmente nuova. Una parte della città inesplorata, forse da tempo, vicinissima al cielo.
Dopo i primi passi l'aria è stata invasa da un canto lento e inquietante di voci dolci. Una sorta di litania tormentata ad accompagnarmi nei meandri segreti della storia di Yharnam.

Sulla cima di una grande scalinata un gigantesco edificio con un cancello d'orato dipingeva l'unica strada. Ad attendermi esseri dall'aspetto indefinito. Sembravano bambini. Sembravano feti.
Attraverso una strada secondaria sono penetrato nel buoio umido e accecante dell'interno.

Esplorando ho scoperto tante cosette interessanti... La mia sete di sapere era bramosa di dettagli.

Tutto fu chiaro!
Mi trovavo nell'edificio del leggendario Coro, che altro non era, se non una ramificazione di Byrgenwerth e dei cacciatori. Un gruppo di studiosi, una religione "superiore" che aveva continuato ad approfondire quanto iniziato da Willem attraverso i calici ed il sangue.
I loro abiti bianchi parlarono chiaramente.

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