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Sto tornando dall'allenamento dei ragazzi e sono sfatta. Apro la porta di casa, saluto il babbo con un bacio sulla guancia, e arrivo in camera mia. Noto subito qualcosa in più, precisamente un vestito. E' di colore nero, con una gonna rigida e ricoperta da un velo, che dovrebbe arrivarmi sopra le ginocchia, il busto è di stoffa solo fin sopra il seno, perché poi continua con il velo fino ad allacciarsi dietro il collo, ed è senza maniche. Sopra il vestito c'è una rosa, con un biglietto. Lo apro e trovo una calligrafia ordinata e sottile.

"Stasera. 8 in punto -A" 

E ti pareva che mi doveva pure regalare un vestito? Mi vado a fare una doccia veloce, per poi asciugarmi i miei capelli mori

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E ti pareva che mi doveva pure regalare un vestito? Mi vado a fare una doccia veloce, per poi asciugarmi i miei capelli mori. Li faccio leggermente mossi. Subito dopo mi infilo il vestito, che calza alla perfezione. Mi metto dei tacchi a spillo. Mi metto un rossetto rosso fuoco e metto del mascara e una linea di eyeliner. Scendo di sotto, incontrando poi lo sguardo di mio padre, il quale mi sta osservando dal divano. "Suppongo che stasera non esci con Ivan" commenta alzandosi. Viene verso di me e mi abbraccia dolcemente. "Sei bellissima Em. Vorrei tanto che la mamma fosse qui per vederti" sussurra. Con una mano gli accarezzo i capelli castani, con qualche striatura di grigio sentendo gli occhi riempirsi di lacrime solo per averla sentita nominare. Annuisco soltanto. Il nostro abbraccio viene interrotto da qualcuno che bussa alla porta. Mi stacco da mio padre e sbatto velocemenelte gli occhi per cacciare via le lacrime. Apro la porta e vedo Alex, tutto elegante che si dondola sui talloni per l'imbarazzo suppongo. Ma appena alza la testa e mi vede, vedo tutto il suo imbarazzo svanire, e i suoi occhi verde foresta dilatarsi. "Oh mio dio Emily" commenta lui strofinandosi la punta del naso con le dita. Subito mi prende il panico. E se non vado bene? Se sono brutta conciata così? Lo sapevo che non gli sarei andata per niente bene. Potevo semplicemente non fare niente. "Non vado bene così?" chiedo insicura. Viene verso di me e rilascia un delicato bacio sulla mia fronte. "Emily, sei bellissima". Sono sicura di essere arrossita un casino, ma cerco di non darlo a vedere. Mi prende poi una mano e mi guida verso la sua macchina. "Andiamo in un posto lontano?" chiedo curiosa. Lui mi apre la portiera e mi fa salire. Poi fa il giro della macchina e sale al posto del guidatore. "Non tantissimo, poi non volevo farti camminare troppo con quegli affari" dice indicando con la mano libera i miei tacchi. Infatti, con la macchina, stiamo uscendo dal villaggio. "Noto con piacere che ho preso la taglia giusta" commenta lui. "E' bellissimo Alex, grazie" lo ringrazio, facendo un sorrisone. "Ti ci devi abituare" risponde lui. "Ma quanto  spendi per me? Ho anche io dei vestiti, certo non belli come questo, ma comunque non devi." dico iniziando a giocherellare con le mie dita. "Adesso lo dico e non c'è storia, tu devi avere il meglio. Essendo la mia compagna, anche se non ufficialmente, meriti qualcosa di bello come te. Quindi questo non sarà né il primo né l'ultimo regalo che ti farò" dichiara lui. La mia faccia avvampa, per quanto possibile, più di prima. Inizio a guardare fuori dal finestrino, la strada che passa veloce. Dopo 10 minuti di silenzio, il quale non era per niente tirato o imbarazzante, arriviamo alle porte di un ristorante. Il dentro é elegante ed é un ristorante abbastanza piccolo. I camerieri sono in smoking, e ci portano ad un tavolo con delle candele rosse. Apro il menù e leggo il nome di roba talmente strana e raffinata che non so nemmeno come si pronuncino. "Puoi scegliere te per me?" chiedo chiudendo quel pezzo di carta che costa quanto casa mia probabilmente. Lo sento ridacchiare da dietro il menù. Sarà una serata lunghissima.

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