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Sto andando a casa dell'Alpha perché devo fare da messaggera, perché i telefoni sono una brutta cosa. Quando mio babbo mi ha detto una cosa del genere, e dove dovevo farlo, ho rifiutato categoricamente. Ma visto che lui è ammalato devo almeno andare a comunicare le scoperte fatte da lui prima che si ammalasse. "Così ti schiodi un po' da questa casa" ha aggiunto poi, come se niente fosse. Penso che lui stia facendo il tifo per Alex e questa cosa non mi piace per niente. E ora sono costretta ad entrare in quella famosa casa. La vedo in lontananza e mi sento sprofondare. Sembra che i miei piedi si siano fatti di cemento e ho un'incredibile voglia di tornare da dove sono venuta, io, mentre il mio lupo interiore non la pensa proprio così [*]. Non so con che forza di volontà, ma riesco ad arrivare davanti a quella sontuosa porta. Con un sospiro premo il campanello. La porta si apre e per un momento penso sia Alex, ma quando riesco a vedere la figura per intero riconosco subito l'Alpha. Dalla porta esce l'odore del mio presunto compagno, e mi impedisco di distrarmi. Riporto l'attenzione sull'Alpha e faccio un inchino mentre lo saluto. "Sono qui da parte di mio padre, preferirei parlarle nel suo studio" dico cercando di sembrare autoritaria. Lui annuisce e mi fa cenno di entrare.
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Alex's POV
Esco dalla mia camera con l'intendo di prendermi una mela. Passo davanti alla porta d'ingresso e realizzo dopo un po' che c'è un odore strano. Torno davanti alla porta e mi metto ad annusare di nuovo. Capto una scia e mi porta davanti alla porta d'ufficio di mio babbo. Appoggio l'orecchio sulla superficie e mi salta subito evidente che Emily è lì dentro. Devo assolutamente trovare un modo per entrare. Chiudo gli occhi e inizio a pensare uno stratagemma per varcare quella soglia. Poi un'idea mi balena nel cervello. Corro in cucina e metto su il caffè. Spero che mio padre non l'abbia già bevuto ma questo non mi preoccupa più di tanto. Metto il caffè nella tazzina e, con una postura perfetta, mi avvicino alla porta busso lievemente e dopo un 'avanti' la spalanco. Incontro subito lo sguardo sorpreso di mio padre, dietro la scrivania, poi la noto seduta composta e rigida sulla sedia, quasi non volesse stare in questo studio. Lei mi guarda neutra come se si aspettasse di vedere la mia entrata. "Che cosa vuoi Alex?" mi chiede mio padre. "Ti ho portato il caffè, mi ricordo che prima me l'avevi chiesto" gli rispondo sperando che mi dia corda. "Sì è vero, comunque noi abbiamo finito mi sa" informa mio padre Emily. Lei fa un cenno di assenso e si prepara per uscire. "Ti accompagno a casa" le dico mentre porgo la tazzina a mio padre. "Non ce n'è bisogno se sono riuscita ad arrivare qui riesco anche a tornare indietro" ribatte lei velocemente poi si sporge e stringe la mano a mio padre. "Insisto invece non si sa mai che ti capiti qualcosa di brutto" ribatto prontamente. Lei sbuffa quasi consapevole che non può farmi cambiare idea. "E va bene andiamo" dice con tono neutro mentre si avvia verso la porta d'ingresso. Iniziamo poi a camminare insieme verso casa sua, e il mio cervello continua a ricordarmi la scena di lei seduta sui gradini sotto la pioggia. "L'altro giorno cosa ci facevi sotto la pioggia?" chiedo. "Non è affar tuo Alex, lascia stare" risponde lei con un sospiro. "Non è mai affar mio vero?" chiedo con una punta di acidità. "Tu non potresti capire neanche se provassi a spiegartelo in tre lingue diverse. Sei testardo e non capisci quando devi smetterla. In più quando ti viene fatto un rifiuto inizi pure a picchiare la gente e le tue scuse sono andare a letto con un'altra" dice lei fermandosi e incrociando le braccia. Per un attimo vengo avvolto dal suo profumo e mi ci vuole qualche secondo per riprendermi. "Noi Emily siamo destinati a stare insieme ce l'ha detto la Dea della Luna e non potrai scappare per sempre da me." le dico tirandomi leggermente i capelli. "Ah scusami, scusami se non sto sotto il tuo comando da prossimo Alpha. Scusami se non faccio ciò che vuoi! Allora per rimediare marchiami come tua e prendimi su questa strada!" dice lei tra il sarcasmo e l'arrabbiato. Mio Dio amo quando mi tiene testa. In tutta risposta faccio uno scatto e la prendo tra le mie braccia. Le alzo il mento con due dita e faccio scontrare i suoi occhi blu scuro con i miei. Poi, prendendola alla sprovvista di nuovo, la bacio. Sento la pelle riempirsi di formicolii, sentendomi al settimo cielo. Lei rimane spiazzata ma dopo un po' ricambia il bacio mettendo le sue braccia dietro il mio collo. Le mie mani finscono sotto l'inizio della sua maglietta, accarezzandole la pelle nuda. Inizia a giocare con i miei capelli mandandomi ancora più in enfasi. "Guarda che baciarmi non è la soluzione a tutto. Ah e comunque resto ancora arrabbiata, per tua informazione." dice staccandosi infine da me. In tutta risposta le sorrido.

[*] Il lupo interiore può essere collegato alla coscienza, in quanto è praticamente all'interno dell'essere umano in questione. Il lupo interiore però non riflette esattamente i pensieri del suo umano infatti pensa con una propria 'testa' e può essere in disaccordo. Ma questa forma non esce mai all'esterno.

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